Hub del sapereIl 2022 sarà l’anno della nuova Biblioteca europea di Milano

Sorgerà nell’area dell’ex Stazione di Porta Vittoria e sarà la struttura più grande del continente: perché il progetto, che risale addirittura agli anni a cavallo del Duemila, è arrivato a un momento di svolta

Un render della Beic

Il 2022 sarà, con ogni probabilità, l’anno in cui comincerà a vedere finalmente la luce, almeno nella sua progettazione, la nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic): un grande polo aperto alle culture, tra passato e futuro, che documenti il patrimonio di arti e idee e quella stessa progettualità che fa di Milano, la città dove sorgerà, la metropoli in continua evoluzione

Dopo oltre vent’anni di stop and go, il Comune di Milano e la Fondazione Beic sottoscriveranno il disciplinare con il Mic, il ministero della Cultura, per regolare gli impegni tra tutti i soggetti coinvolti. L’intervento è previsto nell’ambito del “Piano di investimenti strategici su siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali”, complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questo comporta che l’opera venga completata entro il 2026.

«Il nuovo progetto Beic» – dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – «conferma i presupposti culturali che erano alla base dell’idea originaria: una biblioteca-mondo che, grazie alla presenza di importanti collezioni, in formato fisico e digitale, è in grado di documentare storia, cultura, realtà socio-economica e lingue del continente europeo, rafforzando soprattutto nei giovani l’abitudine al confronto tra le diverse culture che la abitano, trasformandolo in un laboratorio di conoscenza con infinite possibilità di crescita e trasformazione, grazie anche a un’informazione sempre più accessibile».

La storia della Beic risale addirittura agli anni a cavallo del Duemila. Il progetto originario (firmato da Peter Wilson) si era aggiudicato il concorso nel 2001 ed era arrivato, nel 2008, alla fase esecutiva. Come spesso accade nel nostro Paese, tutto si era bloccato per mancanza di finanziamenti ministeriali che, all’epoca, erano stati calcolati in 206 milioni di euro.

Ciononostante, il “sogno” della biblioteca europea a Milano non era mai stato veramente abbandonato. Nel 2012, ad esempio, l’amministrazione (guidata da pochi mesi dal centrosinistra con Giuliano Pisapia) pensò a un’alternativa, e cioè di realizzarne una ‘versione ridotta’ a City Life, ma anche lì non se ne fece nulla. 

«Un nuovo polo culturale nell’arco est di Milano, già al centro di recenti progetti di rigenerazione urbana come quello dell’area dell’ex Macello» – ha aggiunto l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – «in linea con il processo di rinnovamento della città pubblica in atto da tempo e che stiamo sempre più potenziando. La localizzazione è confermata nell’ambito del piano urbanistico di porta Vittoria, ma con maggior attenzione all’inserimento paesaggistico e ambientale grazie anche ad un ridimensionamento legato alle modalità di comunicazione che si sono affermate di recente».

La location, infatti, è sempre quella che era stata individuata nel 2001 nell’area dell’ex Stazione di Porta Vittoria, all’interno di un nuovo parco che sta vedendo la luce in questi giorni. Una zona, quindi, semicentrale con le stazioni di Porta Vittoria (passante ferroviario) da una parte e Dateo (linea 4 della metro) dall’altra. La nuova versione della Beic occuperà 36 mila metri quadrati, rispetto agli oltre 80 mila del progetto originario, e l’impatto economico si riduce a 101 milioni e mezzo già previsti nel bilancio dello Stato nell’ambito del Pnrr. Questo non impedisce che soggetti pubblici o privati possano contribuire al progetto.

«Il mio auspicio» — dice il presidente della Fondazione Paolo Tronca, già prefetto di Milano — «è che si possa realizzare nel più breve tempo possibile perché sarebbe un segnale e un messaggio importante non solo per Milano ma per tutto il Paese. È un grande progetto, sarà la biblioteca più grande e significativa d’Europa».

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