Gli scontri dell’energiaProteste in Kazakistan, i soldati russi arrivano ad Almaty

La piazza della città principale del Paese è da tre giorni al centro di una serie di manifestazioni a causa dell’aumento dei prezzi degli idrocarburi. Per placare le rivolte il presidente ha invocato l’aiuto dei contingenti di Mosca

AP Photo/Yan Blagov

Scontri e morti ad Almaty, la città più grande del Kazakhstan. Dopo che da tre giorni la piazza principale è al centro di una serie di manifestazioni di protesta contro il governo provocate dall’aumento dei prezzi degli idrocarburi, sono intervenuti blindati e truppe a piedi inviate da Mosca, su richiesta del presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev.

Secondo le informazioni dell’agenzia russa Tass, dopo l’ingresso dei soldati è seguita una «intensa sparatoria», con diversi morti e feriti. Già ieri dopo l’assalto al comune della città (i manifestanti avevano occupato l’edificio rompendo i vetri e penetrando fino all’ufficio del sindaco) la polizia kazaka aveva reagito lanciando granate stordenti sui manifestanti scesi per le strade.

Secondo la polizia locale in azione non ci sarebbero cittadini estenuati, ma «estremisti» manovrati da «potenze straniere». Il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha ripreso al volo la teoria e chiesto l’intervento delle forze di pace del Csto, l’organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva, composta da sei ex repubbliche sovietiche e guidata da Mosca. Le forze militari resteranno in Kazakistan «per un periodo limitato di tempo, con l’obiettivo di contribuire a stabilizzare e normalizzare la situazione nel Paese».

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