La bocciatura della legge di bilancio a ottobre dello scorso anno ha portato il presidente della Repubblica portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa, a porre fine a una legislatura iniziata appena due anni prima, nell’ottobre del 2019.
Domenica sera, dopo le 22 italiane, si potrebbe conoscere già il risultato delle elezioni anticipate, ma il rebus di chi governerà nei prossimi anni il Paese lusitano si è fatto più complicato settimana dopo settimana, e gli ultimi sondaggi rendono ancora più incerto il quadro politico.
La spaccatura a sinistra
A sinistra l’Orçamento, cioè la legge di bilancio, ha provocato una profonda spaccatura: il Bloco de Esquerda e il Partido Comunista Português – cioè due partiti di sinistra radicale che forniscono appoggio esterno al governo del Partido Socialista – hanno votato contro, costringendo il premier António Costa a terminare in anticipo la sua seconda esperienza di governo, in assenza di una maggioranza solida.
La prima esperienza di Costa da primo ministro, ribattezzata sarcasticamente geringonça (trabiccolo, marchingegno), nacque dopo le elezioni del 2015, quando dalle urne non emerse una chiara maggioranza.
Il Partido Social Democrata (Psd, di centrodestra) aveva ottenuto solo una maggioranza relativa e per evitare il caos l’allora presidente della Repubblica Anìbal Cavaco Silva chiese al leader del Partido Socialista, António Costa, di formare un governo di minoranza socialista con il supporto dei due partiti della sinistra radicale: il Bloco de Esquerda e il partito comunista portoghese, appunto. Nonostante le diverse anime al suo interno, l’esecutivo di Costa è andato avanti per tutta la legislatura.
Nel 2019 fu il Partido Socialista ad affermarsi come prima forza politica del Paese. Ma anche in questo caso Costa non aveva numeri sufficienti per governare da solo, costretto ancora una volta a formare un esecutivo di minoranza. In ogni caso, il suo governo è rimasto in piedi a lungo, forse anche più di quanto ci si potesse immaginare nel 2015, riuscendo anche a far passare alcune leggi molto progressiste come l’aumento del salario minimo (da 530 a 665 euro) e la legalizzazione delle adozioni per coppie dello stesso sesso.
Nelle prime settimane del 2022 la spaccatura a sinistra non sembra risanata. Il premier uscente Antonio Costa non apre, per il momento, a coalizioni forti: «Il Portogallo ha bisogno di un governo stabile e solido, per questo chiedo un voto utile al Paese, un voto per il Partido Socialista». Allo stesso modo il partito comunista portoghese si avvia, con molta probabilità, a quattro anni di opposizione.
Solo negli ultimi giorni sembra esserci un lieve ripensamento da parte del Bloco de Esquerda: «Il giorno dopo le elezioni siamo pronti a discutere con i socialisti e a negoziare un piano di riforme sottoscritte e firmate, il Paese non può correre il rischio di andare a destra», ha detto Caterina Martins, leader del partito, provando a ricucire lo strappo, un po’ a sorpresa rispetto alle posizioni di fine 2021.
Convergenza a destra
Sebbene la maggioranza dei sondaggi indichi il Partido Socialista al 38%, seguito dal Partito Social Democrata al 33% (qualche sondaggista sostiene invece che il Psd sarà primo partito seppur di pochissimo sopra socialisti), molto probabilmente nessuno dei due riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta in parlamento.
Ma a differenza dei partiti di sinistra, a destra sembra intravedersi una coalizione che possa governare nei prossimi anni.
L’estrema destra populista di Chega, guidata dal giornalista André Ventura, nel 2019 riuscì a eleggere un deputato con appena l’1,29% dei voti e oggi è data al 6%, cioè poco sopra il Bloco de Esquerda e il partito comunista – entrambi indicati tra il 4% e il 5%, ma in netto calo rispetto al 2019, quando ottennero rispettivamente il 9,52% e il 6,33%.
Un exploit di Chega una sorpresa, o comunque un elemento di novità importante nel panorama politico portoghese. Ma il discorso vale anche per Iniciativa Liberal (IL), che potrebbe raggiungere il 5%, dopo l’1,29% delle ultime legislative; mentre il Partido Popular, sempre in area centrodestra, rischia di rimanere fuori dall’Asembleia da Republica precipitando sotto il 2%, sbriciolando il 4,22% ottenuto nel 2019.
In generale, sembra delinearsi un ridimensionamento delle forze di sinistra a favore della destra e dell’estrema destra portoghese. Questo potrebbe favorire una coalizione capace di governare per i prossimi quattro anni. L’altra ipotesi, che non si può escludere a priori ma è ancora poco probabile, è un accordo centrista, denominato “Bloco central”, tra il Partido Socialista e il Partido Social Democrata.
I numeri sembrano favorire accordi di questo tipo, ma ci sono ancora troppi interrogativi sulle reali intenzioni dei capi di partito. Il leader del Partido Social Democrata, Rui Rio, non ha ancora chiarito se è disposto a fare alleanze, in caso di necessità, con gli estremisti di Chega. Mentre André Ventura continua a dichiarare sui giornali e in televisione che senza il suo partito «il Portogallo rimarrà ancora un mano ai socialisti», dimostrando di sentirsi un pezzo indispensabile di qualsiasi coalizione di governo di destra.
Il sistema portoghese
Per comprendere meglio l’incertezza dei risultati di domenica sera non ci si può soffermare solo sulle possibili percentuali di voto di ogni partito ma anche e soprattutto quanti seggi questi riusciranno a conquistare.
L’Assembleia da República, il parlamento monocamerale portoghese (230 deputati), si rinnova con un sistema elettorale proporzionale. Tuttavia, la vera particolarità sono le circoscrizioni molto piccole – a eccezione di poche città, come Lisbona e Porto – che garantiscono una rappresentanza parlamentare anche alle forze minori e che però, in generale, tendono a premiare i partiti più grandi.
È proprio in questo dettaglio che si annida la speranza del Partido Socialista: l’auspicio di António Costa è che il partito Pessoas–Animais–Natureza (Persone-Animali-Natura) e il piccolo Livre possano essere rappresentati in parlamento seppur con pochi deputati. Quanto basta per entrare in un governo e formare una maggioranza a trazione socialista.
Domenica sera arriveranno i risultati e solo allora inizierà a delinearsi il futuro politico del Paese. Al momento tutte le soluzioni sono possibili.