«La situazione è preoccupante». La commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides ritiene che non sia ancora il momento di iniziare a trattare il coronavirus come se fosse endemico. Lo dice alla Stampa, mentre la diffusione della variante Omicron sta aumentando la pressione sugli ospedali di mezza Europa. «Più si diffonde», spiega, «maggiore è il rischio che emerga una variante ancor più pericolosa».
Kyriakides spiega che stanno convivendo due pandemie: «La grande ondata di contagi che stiamo vedendo in tutta Europa è spinta da una convivenza di Delta e Omicron. Una situazione preoccupante. Ciò che sappiamo è che i nostri vaccini offrono un buon livello di protezione dalla malattia grave e dal ricovero in ospedale per entrambe le varianti. Questo conferma l’importanza del vaccino e del booster».
La riapertura delle scuole, però, è un rischio che dobbiamo correre: «Tenere le scuole aperte e i ragazzi al sicuro nelle classi è stata una nostra priorità durante tutta la pandemia, per il loro sviluppo e per la loro salute mentale. Ma lo abbiamo fatto nel modo più sicuro possibile. Per questo è fondamentale seguire le raccomandazioni per le scuole in termini di test, isolamento, mascherine, e soprattutto areazione degli ambienti».
La commissaria dice che a oltre un anno dalla distribuzione dei vaccini, «milioni di europei non sono ancora vaccinati. Questo deve cambiare. E dunque ha senso discutere dell’obbligo. La persuasione è sempre meglio della costrizione, ma se la persuasione non funziona e la salute pubblica è gravemente a rischio, gli Stati dovrebbero valutare tutte le opzioni».
Ma non è d’accordo con l’idea di un cambio di approccio alla malattia a livello europeo, trattando il Covid come una malattia endemica, come vorrebbe fare il governo spagnolo. «Siamo ancora in una pandemia letale con un virus molto contagioso. Il Covid non è ancora diventato endemico. Anche se Omicron sembra provocare una malattia meno grave, non è meno pericoloso. Nell’Ue dobbiamo continuare con la nostra forte risposta comune alla crisi».
Né ha senso imporre l’isolamento soltanto ai sintomatici e lasciar liberi gli asintomatici, se vaccinati con tre dosi, come chiedono le Regioni italiane. «La scorsa settimana abbiamo fornito delle linee-guida aggiornate sulla quarantena e sull’isolamento che tengono conto dello status di vaccinazione e della pressione sui sistemi sanitari e sulle società», dice. E le linee-guida, prodotte dall’Ecdc, dicono che asintomatici e sintomatici dovrebbero essere trattati allo stesso modo, appunto. «Ogni Stato può adattare le regole alla propria situazione, ma è importante ricordare che sebbene il vaccino protegga dalla malattia grave, le persone vaccinate possono infettarsi e infettare gli altri», precisa. «È fondamentale continuare ad applicare altre misure preventive, come indossare la mascherina negli spazi affollati, mantenere la distanza e una buona areazione, indipendentemente dal fatto che i sintomi siano presenti o meno».
E sull’Italia che continua a chiedere il tampone ai viaggiatori Ue, anche se vaccinati, risponde: «Gli Stati che hanno usato il freno d’emergenza per introdurre ulteriori misure restrittive, come l’obbligo di tampone, dovrebbero sempre farlo in modo proporzionato e per il più breve periodo possibile. Inoltre è fondamentale che ci sia uno stretto coordinamento e una buona comunicazione tra gli Stati e con i cittadini. Omicron sfugge parzialmente ai vaccini e vediamo che alcune persone vaccinate possono diffondere il virus».