Berlusconi sfida il premierTajani ribadisce che se Draghi va al Quirinale si andrebbe subito a elezioni anticipate

Il Cavaliere ha fatto trapelare che, senza Draghi al governo, Forza Italia uscirebbe dalla maggioranza. Il vicepresidente degli azzurri spiega che «avere Berlusconi al Quirinale e l’attuale premier a Palazzo Chigi rappresenterebbe una straordinaria opportunità per contare di più in Europa». E «il segretario del Ppe condivide questa tesi»

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

«Non risponderò a nessuna domanda sulla presidenza della Repubblica», ha premesso il presidente del Consiglio Mario Draghi, ieri pomeriggio a palazzo Chigi, alla conferenza stampa sulle misure anti Covid. Eppure, poco meno di mezz’ora prima, c’era chi aveva fatto filtrare la sua posizione: Silvio Berlusconi.

Il Cavaliere ha fatto capire, nelle conversazioni con i dirigenti di Forza Italia, che nella partita per la presidenza della Repubblica fa sul serio. E si è dimostrato pessimista sulla possibilità che Mario Draghi possa essere eletto al Quirinale. «Molti non sembrano intenzionati a votarlo perché la sua elezione si tradurrebbe inevitabilmente in elezioni anticipate», avrebbe detto il Cavaliere. Aggiungendo che «Forza Italia non si sente vincolata a sostenere alcun governo senza Draghi a Palazzo Chigi, e, nel caso, uscirebbe dalla maggioranza». Insomma, se eleggete Draghi poi si va a votare.

È l’avvio della competizione tra i due, quando mancano meno di due settimane al 24 gennaio, giorno in cui si riunirà il Parlamento in seduta comune per scegliere il nuovo Capo dello Stato.

Berlusconi, assicura il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani sul Corriere, non è un candidato bandiera. «Noi gli chiediamo di candidarsi e mi auguro che sciolga positivamente la riserva in occasione del prossimo vertice del centrodestra».

Tajani ribadisce che Forza Italia è pronta a confrontarsi con tutti. Ma precisa che «Berlusconi è l’uomo che più di ogni altro in questi mesi ha dato un segnale di unità al Paese, è uno dei padri fondatori del governo Draghi. Sarebbe la conclusione di un percorso di concordia nazionale: nello spirito del discorso di Onna. Non poniamo veti e chiediamo agli altri partiti di non porre veti».

I voti, dice il vicepresidente di Forza Italia, li troverà nella «grande forza che è il punto chiave di questa elezione: il gruppo misto. Dove decine di parlamentari devono scegliere autonomamente e liberamente. Più passa il tempo e più la candidatura sarà convincente: dialogheremo con Renzi e con tutti per un consenso largo». I numeri «ci saranno. Nessuno ha una base di partenza ampia come la sua». E aggiunge: «Tutti parlano con tutti. E troviamo spazi di consenso inaspettati. Siamo ottimisti».

Tajani poi ribadisce la posizione di Berlusconi: «Il governo cadrebbe se Draghi dovesse andar via da Palazzo Chigi. Chi terrebbe assieme una coalizione così eterogenea? Con l’emergenza sanitaria e anche economica Mario Draghi è l’unico in grado di preservare la maggioranza: senza di lui sarebbe finita. L’Italia ha bisogno di stabilità, ha bisogno di un governo saldo e di una forte personalità alla guida». «Secondo noi, deve continuare a guidare il governo. Senza di lui, ripeto, nessuno terrebbe uniti il Pd, la Lega, Renzi, Speranza, Forza Italia. Sarebbe il caos e il governo cadrebbe, si andrebbe forse a elezioni anticipate in tempi molto rapidi».

E sul nuovo centro politico che stanno creando Toti e Brugnaro dice: «Veramente noi rappresentiamo già il centro, alternativo alla sinistra e alleato con la destra. Ben venga uno spostamento verso di noi di Renzi, così come è positivo che “Coraggio Italia” possa rafforzare la nostra alleanza. Ma non vedo la necessità di un altro centro: lì ci siamo noi».

E poi conclude: «Se Mario Draghi rimane al governo, si può dire che le elezioni saranno nel 2023. Avere Berlusconi al Quirinale e l’attuale premier a Palazzo Chigi rappresenterebbe una straordinaria opportunità per contare di più in Europa. Il segretario del Ppe condivide questa tesi: e stiamo parlando della più importante famiglia politica che ci sia».

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