Dietro al siparioGli appuntamenti della settimana al Teatro Parenti

Arriva Gene Gnocchi con uno show stralunato, ci sono sempre Elio Germano che riprende Pirandello e uno spettacolo di Silvio Orlando da Romain Gary

Immagine di Gianni Biccari

Dal 25 al 30 gennaio | Sala AcomeA
SE NON CI PENSA DIO CI PENSO IO
25/01 ore 20:30 – 26/01 ore 19:15 – 27/01 ore 20:30 – 28/01 ore 19:15 – 29/01 ore 19:15 – 30/01 ore 15:45
1 ora e 10 minuti
di e con Gene Gnocchi
e con Diego Cassani (chitarra)
regia Marco Caronna
produzione International Music and Arts
Gene Gnocchi torna in teatro con uno spettacolo in cui la stralunata comicità che lo caratterizza da sempre, si mescola con riflessioni a volte sarcastiche, a volte amare. Un testo che porta Gene in una dimensione di racconto comico, battute che stanno dentro a un filo rosso che unisce le scene. Un vecchio ufficio, dimenticato da decenni. Dentro, un capufficio, Gnocchi, e un assistente, che da anni suona la chitarra mentre protocolla gli atti. Gene Gnocchi lavora direttamente per conto di Dio, che si esprime, a volte in maniera criptica, attraverso una vecchia radio. Ma in questi anni, i dubbi del capufficio/Gnocchi sono aumentati, il piccolo impiegato comincia a mettere in dubbio le scelte del divino principale. Su questo si snodano i monologhi dell’attore, faldoni che contengono problemi che sempre lui, il capufficio/Gnocchi, deve risolvere, domande senza risposta, problemi che attanagliano il mondo surreale di Gene che restano insoluti, riflessioni che violano un confine tra il quotidiano e l’apocalittico. Uno spettacolo in cui Gene Gnocchi si misura con il divertimento, la satira, l’iperbole e l’amarezza. Alla chitarra Diego Cassani, da molti anni compagno d’avventura di Gnocchi, che punteggia le astrazioni del capufficio con soli e ritmiche che vanno dal teatro contemporaneo alla musica popolare.

Dal 10 al 30 gennaio | Café Rouge
COSÌ È (O MI PARE)
10/01 ore 19:30 – 12/01 ore 20:15 – 13/01 ore 21:15 – 14/01 ore 20:15 – 15/01 ore 20:15 – 16/01 ore 16:45
adattamento e regia Elio Germano
con Elio Germano, Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli
e con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca

Elio Germano riscrive Così è (se vi pare) di Pirandello nella realtà virtuale. Tramite cuffie e visori, il pubblico si trova a essere non più a teatro, ma all’interno del lussuoso appartamento dove si svolge la storia, più precisamente all’interno del corpo di uno dei personaggi, che vede e ascolta tutto…
Attraverso la visione simultanea lo spettatore si trova immerso nella stessa vicenda a cui assistono gli altri, ma può scegliere dove e cosa guardare. Un’esperienza unica nel suo genere, che aderisce perfettamente alla riflessione pirandelliana sul conflitto tra realtà e apparenza. Così è (o mi pare) cala il testo del drammaturgo siciliano nella società moderna, dove “spiare” l’altro risulta ancora più semplice grazie all’uso dei nuovi media.

Dal 26 gennaio al 6 febbraio | Sala Grande
LA VITA DAVANTI A SÉ
26/01 ore 19:45 – 27/01 ore 21:00 – 28/01 ore 19:45 – 29/01 ore 19:45 – 30/01 ore 16:15
1 ora e 30 minuti
Silvio Orlando in La vita davanti a sé tratto dal romanzo La vie devant soi di Romain Gary Emile Ajar © Mercure de France, diritti teatrali gestiti dalle edizioni Gallimard con il nome di “Roman Gary” come autore dell’opera originale direzione musicale Simone Campa
con l’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre
con Simone Campa chitarra battente, percussioni, Gianni Denitto clarinetto, sax, Maurizio Pala fisarmonica, Kaw Sissoko kora, Djembe
scene Roberto Crea
disegno luci Valerio Peroni
costumi Piera Mura
organizzazione Maria Laura Rondanini
direttore di scena Luigi Flammia
fonico Gianrocco Bruno
amministrazione Teresa Rizzo
riduzione e regia di Silvio Orlando
produzione Cardellino srl
Pubblicato nel 1975 La vita davanti a sé è la storia di Momò, bimbo arabo che vive a Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che si prende cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo intenso e ancora attuale, che racconta di vite sgangherate ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia.
Silvio Orlando ci conduce nelle pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò, diventando con naturalezza quel bambino nel suo dramma. Un capolavoro “per tutti”, dove commozione e divertimento si inseguono senza respiro. Il genio di Romain Gary ha anticipato, senza facili ideologie e sbrigative soluzioni, il tema della convivenza tra culture e religioni diverse. Il mondo ci appare improvvisamente piccolo, claustrofobico e trova un senso solo nel disperato abbraccio contro tutto e tutti di Momò e Madame Rosa e in quelle ultime parole: “bisogna voler bene”.

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