Raccontano in città che quando James Joyce arrivò a Trieste, allora porto dell’impero austroungarico, il 20 ottobre 1904, per insegnare inglese alla Berlitz School, lasciò la moglie ad attenderlo davanti alla stazione, circa nel punto dove oggi sorge la statua che rende omaggio all’imperatrice Sissi, e sparì per ore, vagando per taverne ed osterie e tornando a prenderla solo a tarda notte, del tutto ubriaco.
Vero o no l’aneddoto, il rapporto dello scrittore con Trieste, che gli ha dedicato un museo e diversi itinerari cittadini, è intenso e documentato. Qui, dopo una parentesi a Pola, insegnò, visse e scrisse fino al 1920, qui concepì e pubblicò tutte le sue opere giovanili e qui iniziò l’Ulisse, il romanzo che ha cambiato il corso della letteratura moderna e di cui il 2 febbraio scorso si è ricordato il centenario della pubblicazione, coincidente con il 140° della nascita dello scrittore, il 2 febbraio 1882.
Per l’ente del turismo irlandese è stata l’occasione per rendere omaggio in molti modi al celebre connazionale, con iniziative che spaziano da Trieste a Dublino passando per pub memorabili, suggestioni letterarie e ricette.
Il cibo, infatti è uno dei fili conduttori del romanzo e secondo Joyce è rivelatore della personalità, dei gusti, della classe sociale tanto quanto l’abbigliamento. Nell’Ulisse è il protagonista Leopold Bloom, durante il pranzo della sua giornata-odissea, a riassumerne l’importanza con la famosa frase «Know me come eat with me».
Dal Davy Byrnes Pub di Dublino, citato nell’ottavo capitolo del romanzo, un locale storico aperto nel 1889, luogo del pranzo di Leopold Bloom che vi consuma un panino accompagnato da un bicchiere di Borgogna, arriva il Green Cheese Sandwich, ora come allora uno dei classici in menu.
Ingredienti: soda bread a fette, una fetta spessa di gorgonzola piccante, senape piccante, fette di pomodoro, lattuga, burro non salato, pepe fresco macinato.
Preparazione: Imburrare il pane, spalmarlo con un velo di senape, aggiungere in successione su una delle fette, un paio di foglie di lattuga, il pomodoro e il gorgonzola. Spolverare generosamente di pepe e chiudere con la seconda fetta.
Consiglio: non lesinare sulla senape.
Non fate però come Bloom che «punteggiò gocce gialle sotto ogni striscia rialzata». L’amore per le frattaglie dell’eroe joyciano, in particolare per il rognone di montone a colazione, è noto ai lettori del romanzo (capitolo 4), così come quello per il fegato, e a queste preparazioni tipiche della Dublino dell’epoca, Alison Armstrong ha dedicato un libro, “The Joyce of Cooking”, da cui è tratta la ricetta del fegato impanato e fritto con pancetta.
Ingredienti per due porzioni: 4 fette sottili di fegato di vitello, 1 tazza di pangrattato, condito con pepe nero e paprika, 4 fette di pancetta affumicata, 2 cipolle medie, affettate sottilmente, 1 cucchiaio di burro, 1 tazza di brodo di manzo,1 foglia di alloro, 1 pizzico di amido di mais
Preparazione: passare il fegato nel pangrattato e metterlo da parte. In una padella capiente, far rosolare la pancetta senza farla diventare, però, croccante, e stenderla su un piatto caldo. Stufare delicatamente la cipolla nel grasso della pancetta fino a farla ammorbidire e metterla insieme alla pancetta. Far scogliere il burro nella padella, aumentare leggermente la fiamma e far rosolare il fegato su entrambi i lati. Abbassare la fiamma, unire il brodo di carne e la foglia di alloro e far cuocere lentamente per 15 minuti.
Quando il fegato sarà tenero, metterlo da parte con la pancetta e le cipolle, alzare la fiamma a fuoco medio, sciogliere l’amido di mais nel fondo di cottura e mescolare senza fare grumi fino a ottenere la consistenza di un intingolo.
Servire, cospargendo di intingolo le fette di fegato, la pancetta e le cipolle.
L’amore di Joyce per l’alcol in ogni sua incarnazione è ben noto ed ecco quindi il James Joyce Cocktail firmato da Gary Regan, il celebre e trasgressivo maestro della mixology art scomparso nel 2019. Un cocktail pirotecnico quanto l’Ulisse che riesce a far convivere con successo ingredienti apparentemente inconciliabili.
Ingredienti: 45 ml di whiskey irlandese, 22,5 ml di triple sec, 22,5 di vermouth rosso, 15 ml di succo di lime fresco
Preparazione: Mettere tutti gli ingredienti in uno shaker insieme al ghiaccio e agitare vigorosamente. Filtrare, servendo in una coppa Martini ghiacciata.
Per il prossimo Bloomsday, che si festeggia ogni anno il 16 giugno, giorno in cui si svolge il romanzo, l’ente del turismo propone inoltre, sulle stesse tematiche, una visita a Dublino nel segno dello scrittore, ripercorrendo i luoghi in cui è ambientato. Partendo dal MoLI, il nuovo Museum of Literature Ireland che ricorda, nel nome quello del suo personaggio femminile più conosciuto, Molly Bloom, ed espone la copia numero uno del romanzo, passando per la National Library menzionata anche ne “Un ritratto dell’artista da giovane”, fino all’incrocio tra Molesworth Street & Dawson Street dove un episodio del libro, l’incontro con il cieco, è ricordato da una targa, proseguendo per i locali del centro, da già citato pub Davy Byrnes al Bewley’s Oriental Cafè, alla Sweny’s Pharmacy (dove Leopold compra per Molly la saponetta al limone), oggi un centro culturale. Per concludere il giro nei borghi che si affacciano sulla baia di Dublino come Sandycove, dove sono ambientate le scene iniziali del libro e Dalkey, residenza, tra gli altri, di Bono, dove il Pub Finnegan’s offre atmosfere d’epoca e cucina a tema.
Ma il Bloomsday si celebra anche a Trieste dove il 10 ottobre 1993, al teatro Miela si svolse la prima lettura integrale italiana dell’Ulisse e quest’anno sono già partite da fine gennaio le visite guidate alla scoperta dei luoghi joyciani: si tengono ogni sabato alle 10.30 e alle 16 con partenza dall’infopoint di PromoTurismoFVG di Piazza Unità d’Italia 4/b. A giugno sono poi in programma una serie di eventi con concerti, mostre e sarà proposta anche la colazione preferita di Leopold Bloom. Senza dimenticare una tappa al mitteleuropeo Café James Joyce di piazza Ponterosso, ospitato nell’edificio dove abitò lo scrittore e a poca distanza dalla statua che lo ricorda. In realtà più di un bar, con insalate gourmet, aperitivi, birra, in una deliziosa atmosfera d’epoca.