Bilaterale per la de-escalationL’incontro tra Macron e Putin sulla crisi in Ucraina non ha prodotto grandi risultati

I presidenti di Francia e Russia hanno discusso per sei ore a Mosca, ma non sono stati fatti passi in avanti decisivi. Il capo dell’Eliseo ha parlato di una possibile convergenza su alcune proposte, mentre il portavoce del Cremlino ha definito la situazione «troppo complessa per aspettarsi risultati dopo un solo colloquio»

AP/Lapresse

«Abbiamo avuto una discussione che ha permesso di avviare una serie di proposte sulle quali credo di poter dire che ci sono termini di convergenza tra Russia e Francia». Dopo sei ore di colloquio, il presidente francese Emmanuel Macron riassume così il suo incontro con Vladimir Putin, che lo ha ricevuto al Cremlino per discutere della crisi in Ucraina.

Da mesi la Russia organizza movimenti di truppe al confine con Kiev, e minaccia di invadere il Paese se l’occidente non rispetterà le sue condizioni: «La non espansione della Nato, il non dispiegamento di sistemi di combattimento al confine con la Russia. Queste preoccupazioni centrali da parte nostra sono state ignorate nella risposta degli Stati Uniti e della Nato», ha riassunto Putin in conferenza stampa.

Difficile parlare di grandi passi in avanti, secondo Emmanuel Macron la sua visita è l’inizio «di un processo», a cui andranno aggiunti altri incontri: nessuno si aspettava una riunione risolutiva, ma secondo i francesi questo colloquio era necessario per costruire una cornice entro cui negoziare.

L’obiettivo, naturalmente, è evitare la guerra, un’eventualità che Parigi considera in ogni caso meno probabile rispetto agli alleati inglesi e americani. Insomma, Macron ha provato a sfruttare il rapporto personale che ha coltivato in questi anni con il presidente russo per tornare a Parigi con un’idea più chiara di cosa vuole ottenere davvero Vladimir Putin.

Tutto ciò, con un occhio alle elezioni presidenziali: il 10 aprile i francesi sceglieranno i due candidati che si sfideranno al ballottaggio il 24 aprile, Macron resta favorito ma una seria crisi internazionale potrebbe danneggiarlo. Prima di partire, Macron aveva concesso una lunga intervista al Journal du Dimanche per spiegare la posizione francese: «L’intensità del dialogo che abbiamo avuto con la Russia e questa visita a Mosca fanno capire che siamo in grado di evitare un conflitto», ha detto il presidente, precisando che l’incontro con Vladimir Putin servirà a discutere «i termini della de-escalation».

I due presidenti hanno discusso seduti alle estremità di un lunghissimo tavolo ovale di quattro metri senza l’aiuto dei rispettivi consiglieri, soltanto i due traduttori potevano assistere al colloquio, ma da due cabine separate dalla stanza. Questo formato, ha spiegato il corrispondente di Radio France a Mosca, Sylvain Tronchet, è stato scelto da Putin e Macron «per discutere a fondo delle cose».

Il tavolo sproporzionato è senz’altro parte di una messa in scena per destabilizzare l’interlocutore, ma è anche dovuto ai rigidissimi protocolli anticovid che il presidente russo fa osservare a chiunque entri in contatto con lui, compreso Viktor Orbàn, ricevuto allo stesso modo. O meglio, quasi a chiunque, visto il trattamento molto caloroso riservato pochi giorni fa al presidente argentino Alberto Fernández, che Putin ha addirittura abbracciato.

Emmanuel Macron ha dovuto presentare il risultato di un test negativo prima di cominciare il colloquio, e ai giornalisti presenti alla conferenza stampa è stato chiesto di esibire quattro tamponi negativi, di cui uno compiuto prima di entrare al Cremlino. Secondo i francesi, lo scenario privilegiato per provare a risolvere la crisi potrebbe essere la cosiddetta «finlandizzazione» dell’Ucraina, cioè uno stato di neutralità che consenta alla Russia di non sentirsi minacciata da un’eventuale adesione alla Nato e agli ucraini di governare il proprio paese senza sentirsi sotto ricatto da Mosca.

Il presidente francese, spesso criticato dai partner europei per le fughe in avanti solitarie sulla politica estera, ha preparato la visita nel modo più condiviso possibile. Nei 14 giorni precedenti alla visita ha parlato al telefono quasi tutti i capi di governo europei, in particolare con il primo ministro britannico Boris Johnson, con il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi (due volte). I contatti telefonici con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e con il presidente americano Joe Biden sono stati invece tre. Non solo, ha contattato anche i primi ministri dei tre stati baltici, Estonia, Lettonia e Lituania, e il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki.

Da parte russa, la visita francese è stata accolta con relativa soddisfazione, anche se il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha spiegato che «la situazione è troppo complessa per aspettarsi passi in avanti decisivi dopo un solo incontro», anticipando comunque la volontà russa di negoziare, come dimostra l’incontro già fissato per la settimana prossima tra Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. In conferenza stampa, il presidente russo ha giudicato «fattibili» alcune proposte francesi, dicendosi pronto «al compromesso», senza tuttavia annunciare alcun ritiro delle forze stanziate alla frontiera.

Martedì mattina Macron sarà a Kiev, per incontrare il presidente ucraino Vladimir Zelensky, poi volerà in Germania, dove parteciperà a un incontro trilaterale con il cancelliere Scholz e con il primo ministro polacco Morawiecki.