Un taglio delle bollette per tutte le famiglie. È l’ipotesi sul tavolo del governo, in vista del consiglio dei ministri di questa sera per l’approvazione del nuovo decreto per contrastare i rincari dell’energia e dei carburanti e la carenza di materie prime. Ieri sera la riunione per fare la quadra sulle soluzioni a Palazzo Chigi è andata avanti fino a tarda sera. Si riprende questa mattina, ma il problema restano le risorse, che sono poche. Il vincolo è agire senza ricorrere a uno scostamento di bilancio e quindi a nuovo debito. Mentre la tassazione sugli extraprofitti delle società elettriche sembrerebbe molto complicata dal punto di vista tecnico e giuridico.
Secondo le ipotesi che circolano, l’intervento potrebbe porre, in via provvisoria, un tetto al prezzo che le aziende possono praticare nella vendita ai privati di luce e gas. Nei mesi scorsi, lo ha già fatto il governo francese, mettendo a carico delle aziende e non dei clienti i continui rincari energetici. La misura è allo studio da giorni ed è ancora al vaglio, ma la prudenza è elevata.
Le risposte arriveranno dal consiglio dei ministri serale, che dovrebbe svolgersi a borse chiuse per evitare scossoni di mercato, anche perché l’esecutivo si prepara a rafforzare il golden power, a tutela del 5G e delle aziende strategiche da scalate straniere ostili.
Di sicuro, comunque, il provvedimento permetterà a famiglie e imprese di rateizzare le bollette fino a due anni. In alternativa al taglio delle bollette prodotto dalla riduzione del prezzo di vendita dell’energia, restano altre ipotesi, tra cui quella di tassare gli extraprofitti realizzati dalle aziende, non facile, anche perché non può essere retroattiva.
Sarebbe confermato intanto il taglio di 15 o 20 centesimi, per due o tre mesi, del costo di benzina e diesel, grazie a una riduzione delle accise finanziata dall’extragettito Iva. Ma il dubbio che ha preso forma a Palazzo Chigi ieri sera è fino a che punto ha senso procedere in autonomia, considerando che molte delle misure contro il caro energia potrebbero trovare una soluzione europea alla riunione del Consiglio Ue della prossima settimana.
Tra l’altro, oggi Draghi incontrerà il premier spagnolo Sánchez e quello portoghese Costa e, in video, il greco Mitsotakis, per fare fronte comune sul dossier energia a livello Ue, a cominciare dalla proposta di fissare un tetto al prezzo del gas.
Tra le altre misure previste nel decreto, potrebbe essere invece rinviato a fine mese il fondo da 800 milioni per i ristori alle aziende chiesto da Giancarlo Giorgetti. Dovrebbe esserci, ma si valuta in queste ore, la norma per bloccare l’export verso paesi extracomunitari di materie prime strategiche che siano particolarmente carenti.
«Stiamo lavorando a un consistente sconto in bolletta per cittadini e famiglie, con effetto immediato, mentre per le imprese la via che abbiamo individuato è la fornitura a prezzo calmierato di “pacchetti” di energia prodotta con le rinnovabili e col gas nazionale», spiega la ministra per il Sud Mara Carfagna a Repubblica. «È chiaro che la soluzione strutturale sarà l’aumento della produzione nazionale di energia, e su questo il Sud giocherà una partita decisiva. Anche la benzina sarà oggetto di provvedimenti: immaginiamo un taglio delle accise temporaneo, finanziato col maggior gettito Iva. Troveremo le risorse necessarie nel bilancio attuale, al momento non sono previsti scostamenti».
Ma sarà necessario ricalibrare anche il Pnrr? «È chiaro che la crisi delle materie prime e i rincari dell’energia rischiano di incidere sui tempi di attuazione del Piano, non solo da noi ma in tutta Europa», risponde. «La situazione è in rapida evoluzione, la stiamo monitorando. Per molti versi il nostro Piano di Ripresa è più in sintonia di altri con i nuovi scenari in materia energetica: una quota altissima, circa un terzo degli investimenti, è destinata alla transizione ecologica, e quindi all’incremento delle rinnovabili e all’efficientamento energetico. Personalmente sono convinta che serva un “energy deal” europeo, un nuovo strumento comune per incrementare gli investimenti energetici alternativi e ridurre la nostra dipendenza dalla Russia».