Milano è una città in movimento. Le piace cambiare vestito come a una bambina e non restare mai troppo uguale a se stessa: la cosa annoierebbe lei stessa e noi che ci abitiamo e tutto si può dire, ma dire che Milano sia una città noiosa e annoiata sarebbe una bugia troppo grossa.
Accanto ai tanti interventi ed eventi di slancio europeo e internazionale, gli ultimi anni sono stati protagonisti di un’attenzione nuova alla vita dei suoi 1.372.644 abitanti, oltre che della decina di milioni di persone che ogni anno vengono a farle visita. Ecco che una delle direzioni principali intraprese dal Comune è stata quella di riconsegnare ai cittadini spazi che per una ragione o per l’altra erano diventati, se non completamente off-limits, decisamente poco frequentabili.
Tra i tanti provvedimenti intrapresi spicca quello volto a rivalutare la destinazione di piazze e piazzali monumenti al dio parcheggio e la dea automobile (assai venerati a Milano). Sono tanti questi non-luoghi dove, malgrado lo spazio con immenso potenziale, negli anni si è favorita la viabilità o la sosta di veicoli e non quella di esseri umani. Ed è proprio con l’obiettivo di restituire i quartieri ai cittadini che li vivono, che sempre più piazze si stanno aprendo e colorando.
Il faro, punto di arrivo e riferimento, è Milano 2030, il Piano di governo del territorio che si propone di ridurre gli squilibri economici e sociali e di estendere sviluppo e maggiore vivibilità a tutti gli 88 quartieri di Milano. Negli ultimi anni tanti luoghi hanno già cambiato volto (Rimembranze di Lambrate, Piazza Sant’Agostino o Piazzale Archinto), nuovi centri sono sorti (si pensi a Piazza Olivetti presso Scalo Romana o Piazza Compasso d’Oro dietro Monumentale) e altri sono ancora in via di trasformazione (ad esempio Piazzale Lavater in zona Porta Venezia che sta ultimando la sua metamorfosi).
Di quegli spazi che hanno già cambiato aspetto, Piazzale Archinto può essere un ottimo esempio.
Siamo a Isola, quartiere che di quel movimento che tanto caratterizza la città è forse un vero e proprio emblema: gli ultimi anni le hanno costruito la nuova Porta Garibaldi accanto, con annessi Piazza Gae Aulenti e Parco Biblioteca degli Alberi. Tutt’intorno sono sorti molto velocemente nuovi negozi e locali, ed ecco che forse l’intervento in Piazzale Archinto, nel cuore dell’Isola, è interpretabile come espressione dell’esigenza di ritagliarsi un pezzetto di terra che rimanga di chi in quelle strade ci abita da sempre, da ben prima che alti grattacieli si ergessero a sovrastarne il cielo e piazze di forte sapore europeo catalizzassero l’attenzione di grandi flussi di visitatori.
Quando scendendo alla fermata Isola della metro lilla si sbuca in Via Sebenico la sensazione è sin da subito quella di trovarsi in un crocevia temporale, dove lo sviluppo futuristico si incontra – per ora – senza scontrarsi con l’anima popolare del quartiere. Si supera Piazza Tito Minniti (altro esempio di restyling urbano, spazio chiuso e colorato ormai accessibile esclusivamente a pedoni e ciclisti) ed ecco che la seconda strada a destra si apre su Piazzale Archinto.
Colpisce per prima la tonda area-gioco blu al centro della piazza, 180 metri quadrati di pavimentazione antitrauma dedicata ai più piccoli che uscendo dalla scuola primaria Confalonieri (dirimpetto in Via dal Verme) se la possono godere ogni giorno.
Il clima invernale non riesce a rappresentare un freno: i fruitori della piazza più piccoli si vedono saltellare su quelle montagnette blu fatte apposta per loro, incuranti del freddo pungente, mentre i più grandi bevono un caffè nei dehors, sostano sulle panchine con un libro o un amico o più semplicemente la attraversano come si attraversano tante piazze.
Ma questa non è «tante piazze»: tutt’intorno hai le panchine, gli alberi, aiuole che ricoprono 880 metri quadrati di verde, lampioni eleganti che illuminano la notte e l’inverno e i bar che si affacciano. Tutto partecipa a offrire ai passanti un momento di pausa, o anche solo di respiro, che in Piazzale Archinto sa di vera e propria rigenerazione.