Alla fine del XV secolo Ludovico Sforza detto il Moro, duca di Milano, dona a Leonardo da Vinci una vigna vicina alla basilica di Santa Maria delle Grazie, per ringraziarlo del suo ingegno, del suo lavoro e del suo capolavoro “L’Ultima cena”. Oggi, dove oltre cinquecento anni fa abitava, lavorava e passeggiava uno dei principali geni della storia, sorge il giardino sul retro del Palazzo delle Stelline, un’istituzione culturale milanese dalla lunghissima storia e dal 1986 sede dell’omonima Fondazione. Costituita da Regione Lombardia e dal Comune di Milano, promuove diverse iniziative sociali, culturali ed economiche per valorizzare la conservazione del palazzo e alimentare quella passione per l’innovazione culturale simbolo della vita e dell’opera di Da Vinci.
«Leonardo è la nostra icona culturale di riferimento, emblema di grande innovazione e contaminazione culturale», mi racconta PierCarla Delpiano, presidente della Fondazione, al terzo mandato, dal suo ufficio al primo piano del Palazzo Stelline. Affacciato sullo splendido chiostro della Magnolia, dall’albero secolare che svetta in centro, dietro il tetto dell’ala opposta alla nostra vedo molto vicina la cupola di Santa Maria delle Grazie.
«Abbiamo due anime principali, la parte congressuale e la parte artistica, mix vincente della nostra offerta. Mettiamo a disposizione spazi per workshop, convegni, corsi di formazione, a breve faremo un congresso di pediatria» – elenca la presidente – «poi organizziamo eventi, a marzo avremo Olio Officina, dedicato all’olio, ospitiamo mostre d’arte nella sala del collezionista (nell’ultima, finita il 6 febbraio, erano esposti degli scatti di Sandro Miller in cui John Malkovich ricreava delle foto storiche, mentre da marzo ne avranno una dedicata a Stefano Di Stasio, ndr). Ci sono presentazioni di libri, conferenze stampa, dibattiti politici, laboratori per bambini», ma anche un ristorante e un albergo, perché «questo è anche, a tutti gli effetti, un luogo di accoglienza nel cuore di Milano, soprattutto per i viaggiatori stranieri che vengono qui per vedere le meraviglie di Leonardo». In tutto, nel Centro congressi ci sono venti sale e meeting rooms, quattro delle quali hanno oltre 150 posti (la più grande 280).
Tutto questo fermento culturale e sociale avviene tra le mura del Palazzo delle Stelline, in corso Magenta, che oltre ha essere bellissimo a livello architettonico, ha una storia unica. Prende il nome dall’antico monastero delle suore benedettine di Santa Maria della Stella, trasformato da San Carlo Borromeo nel 1578, durante l’epidemia di peste, in ospedale e luogo di accoglienza per poveri e mendicanti. Dall’inizio del diciottesimo secolo, fino al 1972, è stato un importante orfanotrofio (in cui le bambine venivano chiamate stelline, dal nome del vecchio monastero), simbolo del cosiddetto welfare ambrosiano e centro di formazione per i piccoli. Dal 1986 è arrivata la Fondazione e lo ha trasformato in «un palazzo dove si fa cultura a 360 gradi». Un tempo finanziata dalla Regione e dal comune, dal risanamento del 2013 la Fondazione Stelline va «verso l’autonomia finanziaria», mi rivela PierCarla Delpiano, nonostante il Covid-19: «La pandemia ci ha rallentati, ma la strada ormai è tracciata. Dal 2013 al 2019 abbiamo visto un aumento del 70 per cento dei ricavi, e ora stiamo ripartendo: ci sono stati degli spostamenti di calendario, ma non abbiamo avuto disdette per i nostri eventi».
Nel 2015, in occasione dell’Expo, è nato il progetto Hub Leonardo, una serie di iniziative di contaminazione culturale e multimediale legate a Da Vinci, in un’ottica di marketing territoriale. Nel 2019, per i cinquecento anni dalla morte del genio, «abbiamo portato eventi a New York, a Berlino, a Londra, a Parigi, lanciando il brand delle Stelline e contribuendo al modello della Milano internazionale».
E ora, cosa vuole fare la Fondazione, mentre entra nel suo 36esimo anno di vita? «Oggi guardiamo con entusiasmo alla prossima primavera, siamo molto ottimisti: le grandi fiere stanno tornando, e noi vogliamo portare le nostre proposte di completamento alla grande offerta culturale della città e far lavorare bene le nostre due anime, quella congressuale e quella artistica». L’idea è che persone da Milano, dall’Italia e dal mondo possano vivere un’esperienza completa nel luogo, partecipando a un convegno, visitando il Cenacolo che si trova a due passi o una mostra organizzata nel palazzo, facendo un aperitivo nel chiostro, cenando al ristorante e dormendo nell’albergo. Al Palazzo delle Stelline si parla e si fa arte, politica, cultura, formazione, scienza, medicina, proprio come faceva il genius loci, Leonardo Da Vinci.