PutinomicsLa Russia non è un paese libero, neanche economicamente

Il settore finanziario è dominato da banche controllate dal Cremlino, gli imprenditori politicamente scomodi vivono con la paura di finire in prigione, e la maggioranza dei russi disapprova il sistema capitalistico. Inoltre il basso debito pubblico non porta chissà quali benefici, dato che le principali agenzie di rating lo hanno recentemente declassato a causa della guerra

LaPresse

Nell’Indice della libertà economica, realizzato dalla americana Heritage Foundation, la Russia è al 43° posto su 45 paesi europei.

A livello globale, la Russia è solo al 113° posto ed è collocata nella categoria che comprende i paesi per lo più non liberi. La Russia ottiene un punteggio particolarmente basso per gli indicatori “Diritti di proprietà”, “Efficacia della giustizia” e “Corruzione dello Stato”, così come per la “Libertà di investimento” e la “Libertà finanziaria”. Il punteggio più basso lo ottiene però nell’indicatore “Corruzione dello Stato”, dove persino Cuba fa meglio.

Per quanto riguarda il settore finanziario, gli analisti della Heritage Foundation affermano: «Il settore finanziario è dominato da banche controllate dallo Stato». E sotto la voce “Libertà d’investimento”, gli autori del rapporto commentano: «Il commercio e le attività di investimento del settore privato sono minate da vincoli strutturali e istituzionali causati dall’interferenza dello Stato nel mercato». 

L’aspetto più importante dell’analisi è che la Russia sarebbe in una posizione peggiore nella classifica se non avesse valutazioni superiori alla media negli indicatori riguardanti la “Pressione fiscale” e la “Solidità del bilancio”, dove ottiene 93,1 e 99,3 punti su 100. Questo è dovuto alle basse aliquote fiscali del paese e al livello molto basso del debito pubblico. Se l’analisi complessiva dovesse escludere la valutazione della “Solidità del bilancio”, la Russia otterrebbe solo 52,1 punti e sarebbe così classificata al 140° posto su 177 paesi, subito dietro l’Angola e appena davanti a Sierra Leone e Mozambico.

Il basso debito pubblico della Russia è ora di scarso beneficio, dato che le principali agenzie di rating hanno recentemente declassato la Russia. Moody’s ha tagliato il rating della Russia a Ca, il secondo gradino più basso della sua scala di rating, citando come causa i controlli sui capitali della banca centrale che probabilmente limiteranno i pagamenti sul debito estero del paese e porteranno al default. Moody’s ha detto che la sua decisione di tagliare il rating della Russia è stata «guidata da gravi preoccupazioni circa la volontà e la capacità della Russia di pagare i suoi obblighi debitori».

Anche se ci sono diritti formali di proprietà privata in Russia, questi diritti sono stati erosi in pratica, perché lo Stato esercita un controllo quasi totale sull’economia. Gli imprenditori politicamente scomodi vivono con la paura di finire in prigione o nei campi di lavoro, come è successo a Mikhail Khodorkovsky, l’ex uomo più ricco della Russia, che ha passato dieci anni in prigione e ora vive in esilio a Londra. La Russia ha ottenuto solo 36,8 punti su 100 possibili nell’indicatore “Diritti di proprietà”, finendo così alla pari con il Togo in Africa. Il punteggio della Cina di 43,7 è di sette punti migliore di quello della Russia in questo ambito.

Grigory Yavlinsky è uno dei riformatori economici russi che volevano trasformare il paese in senso capitalistico negli anni ’90. Nel 2015 ha spiegato in un’intervista perché questo tentativo è completamente fallito: «Le piccole imprese dipendono dai piccoli burocrati, le grandi imprese dai grandi burocrati. Nessuno può sfuggire all’influenza dello Stato in Russia. E tutti vivono nella paura che la loro proprietà gli venga tolta se resistono. Gli affari e il potere statale sono così interdipendenti in Russia in una misura che quasi nessuno in Occidente può davvero immaginare». 

Come risultato, la Russia è uno dei paesi meno capitalisti del mondo. Dopo la caduta del regime socialista, una manciata di oligarchi ha dirottato l’economia del paese e stabilito una cleptocrazia. Sono rentiers e vivono in gran parte del business del petrolio e del gas. La conseguenza è quella di avere determinato un sistema economico altamente inefficiente. Il PIL della Russia nel 2020 era di appena 1.500 miliardi di dollari, inferiore ai 1.900 miliardi di dollari dell’Italia. Eppure l’Italia ha una popolazione di poco meno di 60 milioni, rispetto ai 144 milioni della Russia.

A differenza della Polonia, dove la maggior parte delle persone è favorevole al capitalismo e afferma che la situazione economica del loro paese sia oggi migliore di quella vissuta sotto il comunismo, la maggioranza dei russi rifiuta tale sistema economico. In un sondaggio condotto dal Pew Research Center da maggio ad agosto 2019 in 17 paesi, ai cittadini dei paesi ex socialisti è stato chiesto se approvano il passaggio a un’economia di mercato. In Polonia, l’85% degli intervistati si è detto contento del passaggio al capitalismo e solo l’8% lo disapprova. In Russia, al contrario, solo il 38% è a favore di tale sistema economico e il 51% lo disapprova. 

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