Le acrobazie linguistiche che ha compiuto Matteo Salvini negli ultimi dieci giorni per non accusare Vladimir Putin dell’invasione dell’Ucraina, o per accusarlo solo indirettamente, meriterebbero uno studio filologico approfondito.
Intanto perché non lo nomina mai direttamente, o quasi, e poi perché fatica a distaccarsi del tutto da un passato che lo ha visto spesso dalla parte dell’autocrate russo.
Lo dimostra lo storico dei suoi post sui social, soprattutto su Twitter, dove con pochi caratteri riesce a esprimere tutto il suo apprezzamento per Putin e il suo modo di fare politica (ammesso che si possa definire politica).
Un docente universitario, Nicholas Whithorn, studioso di traduzione specializzato in linguaggio dell’antimafia italiana, ha raccolto ben 20 tweet pro-Putin di Salvini in un lungo thread che parte da ottobre 2014.
«Farei cambio tra Renzi e Putin domattina, altro che dittatore», twittava il leader della Lega il 18 ottobre 2014. Non c’è molto da interpretare qui. Però è da notare che Matteo Renzi, all’epoca presidente del Consiglio, è spesso usato come termine di paragone da Salvini.
«Europarlamento attacca Russia e Ungheria anziché pensare a problemi reali. Fra Renzi e Putin, scelgo PUTIN», con tanto di maiuscole. E poi, di nuovo a gennaio 2015, riprendeva ancora il confronto: «Fra Putin e Renzi scelgo Putin, senza dubbio. Non dobbiamo dipendere dalle scelte di Berlino e Bruxelles», twittava commentando una puntata di Che Tempo Che Fa.
Gli elementi visivi sono forse quelli di maggior impatto e scorrendo la home di Twitter le immagini si notano subito. Infatti il 9 maggio 2015 Salvini pubblicava due foto al fianco di Putin, con la didascalia più chiara possibile: «Io sto con lui». E si era capito.
Il calderone si allarga, e ci entrano anche altri malcapitati che non possono competere – nelle preferenze del leader del Carroccio – con il dittatore russo: «Sanzioni contro la Russia, follia dei cretini UE e di Renzi! Io sto con #PUTIN, via le sanzioni!»
Per Salvini, Putin è chiaramente il vincitore del testa a testa ideale con Renzi. Allora c’è bisogno di un nuovo confronto diretto, una rievocazione dello scontro tra grandi potenze: «Se devo scegliere tra Obama e Putin scelgo PUTIN tutta la vita: il terrorismo islamico va sradicato, con ogni mezzo necessario», twittava a settembre 2015.
L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca ha cambiato lo scenario, ha creato un polo di leader populisti e impresentabili: «Trump, Le Pen, Putin e altri leader potrebbero garantire la pace che non han garantito Obama e i suoi alleati».
In un tweet di gennaio 2017 Salvini posta un selfie direttamente da Mosca, con tanto di colbacco e occhiali da sole. «Se Parisi e Berlusconi scelgono Merkel dell’Euro dell’immigrazione, no problem! Io scelgo il coraggio di Putin, Trump e Le Pen. #Liberi».
La foto in cui Salvini stringe la mano a Putin ritorna spesso. A marzo 2018 la ripostava per augurarsi che «i russi rieleggano il presidente Putin, uno dei migliori uomini politici della nostra epoca, e che tutti rispettino il voto democratico dei cittadini».
L’ultimo tweet nel thread di Nicholas Whithorn è lo screenshot di un post di Salvini su Facebook, datato 25 novembre 2015, pochi giorni dopo gli attentati di Parigi: il leader della Lega si fa fotografare al Parlamento europeo di Strasburgo con una t-shirt con volto di Putin e didascalia: «Qui Strasburgo. È appena intervenuto Mattarella, che ha detto che chiudere e controllare le frontiere non serve. No, certo, facciamo entrare altri milioni di immigrati… Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!».
A thread of Salvini's tweets on Putin:
1. "I'd exchange Renzi for Putin tomorrow morning, anything but a dictator."
18 October 2014 pic.twitter.com/IFq8AlPpcH— Nicholas Whithorn (@NickWhithorn) March 3, 2022