Il turismo in bicicletta non è più un fenomeno di nicchia. Anzi, è diventato ormai la nuova avanguardia del viaggiare: non solo perché consente un rapporto col territorio e coi luoghi ben più viscerale di chi si limita a percorrerli in auto, ma soprattutto perché è sostenibile. Non produce emissioni, fortifica il legame con l’ambiente e lo esalta. Oltretutto, nell’ottica di una conversione green nel prossimo futuro, il cicloturismo potrebbe presto diffondersi, fino a rappresentare una cifra inedita per i viaggiatori di tutto il mondo.
L’11 aprile, alla Fiera BIT di Milano, si sono aperte le candidature al cosiddetto Oscar italiano del cicloturismo, la Italian Green Road Award 2022, che quest’anno festeggia la sua settima edizione: lo scopo è premiare le regioni italiane che hanno investito nelle piste ciclabili per valorizzare i percorsi naturali e le vie verdi presenti al loro interno, nella maggior parte dei casi poco conosciute.
L’obiettivo quindi è duplice: accrescere la visibilità del patrimonio nazionale e insistere su soluzioni ecologiche, in modo particolare se si tiene conto che il settore dei trasporti è responsabile del 30% delle emissioni di CO2 in Europa.
Un aspetto curioso, responsabile di avere reso il cicloturismo piuttosto popolare negli ultimi anni, è legato alla pandemia: l’ANCMA stima che nel 2020 sono state oltre 2 milioni le bici vendute, più del 17% rispetto all’anno precedente, in quanto le persone sono più propense a cercare aria aperta, itinerari solitari o in piccoli gruppi e tragitti che permettono il distanziamento sociale.
L’Italian Green Road Award è sostenuta da Banca Ifis più vari sponsor istituzionali. Il cicloturismo è una vera, nuova economia: dal 17 ottobre 2020, Trenitalia autorizza a caricare la propria bicicletta sui treni Intercity, di modo che i ciclisti possano spostarsi da una stazione all’altra – le richieste da parte degli amministratori locali di intensificare le reti ferroviarie sono dunque sempre più urgenti.
L’Umbria punta a trasformare il suo intero territorio in un comprensorio cliclistico, partendo dalla Spoleto Norcia Mountain Bike che ogni anno accoglie 2000 partecipanti. Per questo, dice Luca Ministrini, Consigliere del Comitato Regionale, è essenziale creare un apparato che accolga i ciclisti: aprire bike hotel, punti in cui noleggiare le biciclette, aree in cui ripararle, eccetera.
L’Emilia Romagna desidera rivalorizzare il suo entroterra e spostare l’attenzione del turista dalle solite mete balneari con il Gran Tour della Valle del Savio, 180 chilometri di percorso permanente, già mappato e realizzato da una rete di imprese del territorio. Una Carta dei servizi elenca le attività svolte e i ruoli di competenza del settore, perché ognuno contribuisca alla sostenibilità del territorio e delle risorse paesaggistiche.
Ma la regione più virtuosa, in questo senso, è la Basilicata, vincitrice dell’Oscar del 2021, oltre che depositaria della menzione speciale da parte di Legambiente per la sua ciclovia: Da Matera alle Dolomiti Lucane.
Le previsioni lasciano sperare in un futuro dove l’impatto dell’uomo sull’ambiente sarà il principio cardine delle scelte economiche di una nazione: Roberto De Vincenzo, presidente dell’Isnart, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, afferma che per il 2022 stima un +200% per il settore del cicloturismo. Secondo Legambiente, i cicloturisti spendono complessivamente circa 4,6 miliardi di euro, pari al 5,6% dell’intera spesa turistica nazionale, e Banca Ifis aggiunge che questa cifra potrebbe raggiungere i 20 miliardi.
Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia si è detto fiducioso: «Il cicloturismo vale 5 miliardi in Italia. Devono aumentare, perché abbiamo un patrimonio territoriale e gastronomico immenso. Attraverso una rapida organizzazione del mercato, possiamo pubblicizzarlo e portarlo sul digitale. Sul portale Italia.it diffonderemo gli eventi e le iniziative riguardanti il turismo di prossimità».
Dal 2 al 4 giugno, a Matera, si terrà l‘evento di premiazione della regione vincitrice di quest’anno.