Populismi d’oltralpeDobbiamo sconfiggere gli estremismi che propongono contro-verità e coltivano le paure, dice Macron

Per il presidente francese, che domenica si gioca la rielezione alle urne, i rivali Zemmour, Le Pen e Mélenchon propongono risposte semplicistiche a problemi complessi «e il loro rapporto con la nostra Repubblica e i suoi valori è un rapporto di marginalità»

AP/Lapresse

«Estrema destra ed estrema sinistra vengono da movimenti molto diversi. Ma, rispetto allo schieramento repubblicano, propongono risposte semplicistiche e contro-verità che coltivano le paure. Il loro rapporto con la nostra Repubblica e i suoi valori è un rapporto di marginalità». Il presidente francese uscente, Emmanuel Macron, domenica si gioca il secondo mandato alle urne, e si tiene alla larga dal bipopulismo francese.

In un’intervista concessa a Le Figaro e riportata da Repubblica, Macron vuole creare una linea di separazione netta tra sé e i tre candidati populisti Éric Zemmour, Marine Le Pen, Jean-Luc Mélenchon, espressione di una politica che il leader di En Marche ha sempre provato ad allontanare, fin dalla prima campagna elettorale del 2017.

Dopo 5 anni all’Eliseo, però, questi estremismi non sembrano sconfitti. Anzi. «Nel campo dell’immigrazione, i risultati sono insufficienti, ma abbiamo rafforzato la protezione delle frontiere e inasprito le condizioni per l’ingresso nel nostro territorio in un contesto in cui i flussi sono notevolmente aumentati in seguito al deterioramento del contesto internazionale. Su questo è nata un’ansia: non sono riuscito a calmarla e ha alimentato molto i partiti estremisti. Ma il nostro Paese non è sommerso, come alcuni sostengono, e “l’immigrazione zero” non è né realistica, né auspicabile», dice Macron.

Se gli estremismi hanno ancora grande consenso – fin troppo – tra i francesi, i partiti tradizionali, quelli più moderati, fanno fatica a stare in partita. Per Macron è un problema di definizione, nel senso che l’opposizione classica tra destra e sinistra non è più attuale: «Non corrisponde più alle aspettative dei francesi, che vogliono meno false divisioni e più risposte concrete. Ecco perché credo profondamente nel superamento delle divisioni e nell’unione. I due vecchi grandi partiti repubblicani sono diventati partiti di eletti locali. Quello che stiamo facendo dal 2017 è un raggruppamento della socialdemocrazia, dell’ecologia del progresso che rifiuta la decrescita, del centro politico, dei radicali, della destra orleanista e di una parte della destra liberale e bonapartista».

Una soluzione, alle nuove esigenze e alla nuova realtà presentata dal quadro politico francese, potrebbe essere quella di un sistema proporzionale che rompa lo schema classico del semipresidenzialismo. «Penso che la rappresentanza proporzionale abbia un vantaggio – spiega il Capo dell’Eliseo – permette di far emergere le tensioni che esistono nella società all’interno del Parlamento. Ma sono a favore a condizione che non paralizzi l’esecutivo».

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