Avere un’idea, porsi immediatamente un obbiettivo e lavorare per ottenerlo, con la stessa costanza e determinazione propria delle grandi case di moda. C’è chi riesce a farlo nel mondo dell’enologia, andando a studiare fin nei minimi dettagli ogni singola bottiglia, ogni singolo uvaggio, come presentarlo al pubblico, dove collocarlo. Tuttavia, è un approccio usato anche per nuovi prodotti del comparto gastronomico, che spesso e volentieri non portano in tavola una novità assoluta, un unicum, ma il messaggio di cui si fanno portatori – e il loro appeal – sono così forti da risultare vincenti. E se il mondo della ristorazione è un continuo proliferare di produttori, allevatori, nuove gamme e declinazioni di referenze, anche il settore dei distillati è fortemente in crescita. Anzi, il mondo degli spiriti sta vivendo un momento di enorme sviluppo, un vero e proprio boom di produzione, facilitato anche da tecnologie sempre più moderne e efficaci nonché da orizzonti sempre più ambiziosi in termini di sostenibilità e zero waste. Ed è stato proprio sommando questo fermento ad una non comune sensibilità per il settore, che Paolo Dalla Mora – ex direttore marketing di Moschino- ha creato la sua nuova e divertentissima etichetta di gin. Engine è un distilled gin, distillato e imbottigliato in Alta Langa, Piemonte. Molti lo conoscono come “il gin nella latta” e sì, in un certo senso è letteralmente così. L’immaginario sul quale l’intero brand si fonda – dal pack, alla grafica coordinata, alle attività connesse, al merchandising – gravita intorno all’universo dei motori. Gare automobilistiche, velocità, circuiti, carburanti, marmitte, che rendono la scelta di una latta di alluminio – riproduzione fedele dell’olio venduto dai benzinai – l’unico contenitore possibile per questo nuovo e roboante gin.
Uno dei primissimi prodotti in Italia a classificarsi come biologico e 100% italiano, realizzato con botaniche e oli essenziali naturali certificati e di filiera controllata. Un processo di distillazione che avviene sottovuoto, a temperature estremamente basse che favoriscono la naturale concentrazione degli aromi. Di che cosa saprà mai Engine? Trattandosi di un prodotto di origine piemontese, la formula si lega alla tradizione della liquoristica regionale e nella ricetta rende omaggio a rosoli, cordiali, liquori, tutti realizzati a base di salvia e limone. E proprio la salvia della Liguria così come le scorze dei limoni della Costiera, sono gli ingredienti caratterizzanti. Quelli che ne determinano in maniera preponderante le note gustative e olfattive. A queste sentori mediterranei si aggiungo il ginepro, radici di liquirizia, rosa damascena e l’acqua delle Alpi. Un prodotto che per arrivare sul mercato, al di là delle classiche strategie di marketing e posizionamento, ha avuto da subito un approccio particolarmente più di immagine, lifestyle, estetizzante. Perché inventarsi un nuovo distillato e limitarsi al mondo della miscelazione? Perché pensarlo esclusivamente per il pubblico di cocktail bar e bartenders quando c’è un intero settore food and beverage da coinvolgere? Perché non poter pensare di avere lo stesso status – all’interno di un ristorante gastronomico – di un’ottima bottiglia di Barolo? Andando a vedere nella (breve) storia del prodotto, sono diverse le occasioni in cui Engine si è fatto apripista, e in un certo senso ambassador del cocktail pairing nella cucina d’autore. Dallo stellato all’osteria contemporanea, il bere miscelato sta progressivamente guadagnando terreno, puntando ad un coinvolgimento sempre maggiore, a una grandissima versalità e divertimento nell’esperienza stessa. Engine sta lavorando per diventare la prima B-corp certificata nel mondo degli spiriti e questa è solo una delle tante B di quello che in azienda viene definito come fattore-B. Human Being, Be Human o addirittura Well Being.
Un esempio, quello di Paolo Dalla Mora e del suo “bambino”, di come è possibile trattare un distillato al pari dell’ultimo modello di grido di borsa firmata, trasformandolo in molto più che un semplice trade mark. Engine gin è forse il love-mark più accattivante e “rombante” cui la miscelazione italiana poteva ambire, e una volta che avrete individuato la loro lattina strisce rosse e blu nelle bottigliere dei vostri bar preferiti, avrete ufficialmente acceso i motori.