Vite perifericheCrescere nei sobborghi di Parigi, da straniero in casa propria

La seconda puntata di “Fermata Nanterre” racconta la storia di Ahmed Djamai, nato e cresciuto nei sobborghi della capitale francese: per tutta la gioventù si sente straniero, ma a diciotto anni viene chiamato a prestare servizio militare per il Paese. Un progetto di Sphera e Bulle Media, disponibile su tutte le piattaforme digitali, come Apple Podcast e Spotify

AP/Lapresse

Fermata Nanterre, il podcast reportage prodotto da Sphera e Bulle media, ha vinto il premio miglior podcast nella categoria Diversity agli Italian Podcast Awards.

Il secondo episodio di Fermata Nanterre racconta la storia di Ahmed Djamai, nato e cresciuto nelle bidonvilles che per anni hanno circondato la capitale francese. Suo padre lavora nei cantieri edili e fa parte del movimento per l’Algeria indipendente. Cresciuto nei sobborghi di Parigi, Ahmed si sente straniero, ma scopre di essere francese a diciotto anni quando viene chiamato a prestare servizio militare sotto il tricolore francese. All’inizio degli anni ’60, durante la guerra d’Algeria, il Fronte di Liberazione nazionale per l’indipendenza del Paese nordafricano si organizza anche nelle bidonvilles di Nanterre, dove le incursioni della polizia sono all’ordine del giorno. Solo allora lo Stato decide di farsi carico delle baraccopoli, che non costituiscono più solo un problema di emergenza abitativa, ma diventano una questione di sicurezza pubblica.

In Fermata Nanterre, Arianna Poletti racconta la storia di un comune della periferia parigina e dei suoi abitanti. La cittadina di Nanterre è stata costruita sulle macerie delle bidonvilles sorte nel dopoguerra dove vivevano gli operai di origine algerina e le loro famiglie.

Ripercorrendo la storia di chi ha vissuto in una baracca a pochi metri dalla Tour Eiffel, il podcast racconta generazione dopo generazione quali sono le origini della segregazione sociale e urbana che hanno portato alla stigmatizzazione delle periferie. In questo comune dove «tutti vengono da altrove ma tutti sono di Nanterre», come racconta un abitante, c’è chi prova a salvaguardare e valorizzare la memoria di un’epoca perché questa non venga dimenticata.

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