Sabato il RasenBallsport Lipsia, la principale società calcistica della zona di Lipsia, ha vinto la Coppa di Germania contro il Friburgo, in una partita terminata ai rigori. È la prima volta dalla riunificazione che una squadra dell’ex Germania est vince un trofeo calcistico nazionale, e la finale è sembrata per molti versi uno scontro tra due mondi, per i diversi modi di intendere il calcio, per quello che le due diverse società rappresentano, per i territori da cui provengono.
Da una parte c’era il Friburgo, squadra della Foresta Nera con un monte ingaggi basso per la Bundesliga e una storia lunga ma non particolarmente ricca di successi (era la prima volta che arrivava in finale), proveniente da una città verde e giovane, con una tifoseria molto progressista e un allenatore iconico e famoso per le sue dichiarazioni a volte dissacranti, a volte socialmente impegnate, spesso pronunciate con un marcato accento svevo.
Dall’altra, il Lipsia: una squadra che discende da una piccola società acquistata nel 2009 dal colosso austriaco Red Bull, e che in pochi anni, partendo dalla quinta divisione, con investimenti strategici è divenuta protagonista del calco tedesco, a prezzo però di una completa cesura con la sua storia e la sua identità (Red Bull ha cambiato nome, maglia, colori e logo, uniformandoli a quelli di tutte le altre squadre possedute dall’azienda). Proprio questa cesura l’ha resa invisa: il Lipsia viene contestato spessissimo dalle tifoserie avversarie durante le partite, e nel 2020 la rivista 11Freunde ha deciso di non dedicare spazio alla vittoria sull’Atletico Madrid in Europa League.
Le differenze tra le due squadre possono sembrare chiare e nette, ma tutto si capovolge se guardiamo ai contesti da cui vengono le due squadre: Friburgo è una città ricca dell’Ovest, situata nel Baden-Württemberg, terzo Land tedesco per Pil (536 miliardi di euro: da solo vale circa un quarto dell’Italia), mentre Lipsia, una città di mezzo milione di abitanti, è l’unica città dell’est (ad esclusione di Berlino) ad avere squadre nel calcio che conta, espressione di un Land, la Sassonia, non particolarmente ricco.
In effetti, il caso del RB Lipsia è in qualche modo rivelatorio di una serie di differenze ancora presenti tra Ovest e Est. La riunificazione tedesca ha rappresentato sicuramente una fase di grande espansione della prima economia europea, ma questa non è stata uniforme e, nonostante i molti sforzi del governo federale, ancora oggi permangono diseguaglianze. In media, la Germania ha investito circa 70 miliardi di euro l’anno per parificare le due aree (circa il 5% del Pil), ma ad oggi le differenze rimangono significative.
Nei Länder orientali ad esempio, sono presenti meno imprese, e spesso con minor fatturato e occupazione, rispetto all’Ovest (dei grandi gruppi che possono venire in mente quando si pensa alla Germania, pochi hanno sede all’est). La disoccupazione è di quasi due punti percentuali più alta nelle zone ex Ddr (6,7% contro 4,9% nel 2022), e salari e pensioni sono più bassi all’est (lo stipendio medio lordo nel 2020 è di 3320 euro contro 2850), con effetti immaginabili in termini di migrazione interna, soprattutto giovanile, che hanno ulteriori ricadute sulle prospettive delle zone orientali.
È chiaro che queste cifre vanno viste in un contesto in miglioramento: la situazione attuale, seppur con le sue criticità, è comunque meno drammatica di quella che si presentava nei primi anni della riunificazione.
Gli interventi dello Stato sono stati spesso corposi e utili, anche se le differenze tra le due Germanie permangono e producono i loro effetti nella vita economica, sociale e politica del Paese. Al tempo stesso, non vanno dimenticati quegli aspetti in cui è l’est ad andar meglio dell’ovest: anche a causa del funzionamento dei servizi locali nella Ddr, ad esempio, il numero di bambini che trovano posto in un asilo pubblico è quasi il doppio nei Länder orientali rispetto a quelli occidentali, mentre numerosi studi mostrano come l’occupazione femminile in Germania sia cresciuta dopo la riunificazione anche grazie al ruolo di stimolo svolto per le donne dell’ovest da quelle dell’est, molto più integrate nel mercato del lavoro.
L’unificazione fu vissuta da molte persone dell’est come una sorta di inglobamento ex abrupto nell’ovest, e di, converso, fu vista da molti tedeschi occidentali come un processo i cui costi economici furono significativi, e demandati solo ai lavoratori dell’ovest. La situazione fece nascere anche alcuni pregiudizi sui cittadini dell’ex Ddr, giudicati da alcuni come culturalmente ed economicamente inferiori (è in questi anni che si diffonde il termine Ossi, spregiativo per chi abita ad est).
Anche a causa di queste dinamiche, negli anni si è diffuso un sentimento di nostalgia per la vita nella Germania est, detta Ostalgie, un fenomeno la cui conoscenza è necessaria per capire alcuni aspetti della cultura e della storia tedesca.
È significativo, comunque, che la prima vittoria di una squadra dell’ex Ddr sia arrivata grazie agli investimenti di un gruppo straniero, e non per lo sviluppo di un squadra locale espressione di un ceto imprenditoriale orientale. Ma le differenze Est-Ovest, oltre a essere fondamentali per capire la Germania di oggi, aggiungono un livello di complessità alla finale di sabato.
Se da una parte è facile attribuire al Friburgo il ruolo di rappresentante del “calcio popolare” (espressione quanto mai abusata) e al Lipsia quello di emanazione dei “poteri forti”, dall’altra è difficile non vedere anche un confronto tra due aree molto diverse, dove il RB Lipsia è senza dubbio il rappresentante di un contesto sfavorito. Diventa così, per certi versi, difficile leggere il risultato finale: è stata la vittoria della squadra più ricca, o è stata la prima rivincita degli Ossi?