Lezione classicaLe meraviglie della nuova stagione del Teatro greco di Siracusa

Si riparte il 17 maggio con l’Agamennone di Eschilo, per la regia di Davide Livermore. Seguiranno, a rotazione, l’Edipo Re e poi tutta l’Orestea. Oltre ai grandi nomi l’Inda dà spazio anche a giovani, come Jacopo Gassman e la sua Ifigenia in Tauride

Teatro greco di Siracusa

Il manifesto ufficiale della nuova stagione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico è un dipinto di Arnold Schönberg datato 1910. Lo sguardo (La muraglia cinese) esprime in maniera potente il disorientamento dell’essere umano di fronte all’ineluttabilità del destino.

Non si tratta ovviamente di una scelta casuale. Le tre nuove produzioni e gli eventi collaterali che vanno in scena nel superbo spazio del Teatro greco di Siracusa parlano (anche) di questo. La straordinaria “porosità” dei testi classici (in questo caso di Eschilo, Sofocle ed Euripide) è quello che li rende eterni e aperti alle letture degli accadimenti più attuali.

Ad aprire il prossimo 17 maggio sarà l’Agamennone di Eschilo, per la regia di Davide Livermore con Laura Marinoni nel ruolo di Clitemnestra. La tragedia in cui incorre Agamennone che prova ad ingannare a qualsiasi costo il destino è l’archetipo ideale delle altre tragedie che seguiranno.

Il giorno successivo, con una rotazione che è caratteristica delle stagioni dell’Inda, esordisce la messa in scena dell’Edipo re di Sofocle ad opera del regista canadese Robert Carsen, un gigante del teatro contemporaneo. Carsen l’ha letta come una lezione sulla necessità di accettare il proprio destino anche se sommamente ingiusto, senza per questo rinunciare a combatterlo. C’è la peste nell’Edipo re e il riferimento alla pandemia che ci ha afflitto pare immancabile. Il cast comprende 10 attori (tra gli altri Giuseppe Sartori-Edipo, Graziano Piazza-Tiresia e Maddalena Crippa-Giocasta) mentre il coro dei Tebani dello spettacolo è costituito da 80 elementi.

Il gigantismo pare una caratteristica di una stagione articolata come questa: il 9 luglio è persino prevista una maratona dove Livermore ri-mette in scena la trilogia completa dell’Orestea di Eschilo: uno dopo l’altra, Agamennone, Coefore, Eumenidi.

La sfida raccolta dal Consigliere delegato Marina Valensise non è cosa da poco. Il Teatro greco, dopo le limitazioni imposte dalla pandemia, torna dopo due anni alla sua piena capienza. L’Inda è l’unico ente pubblico italiano a sostenersi per il 70% con i ricavi ottenuti dalla biglietteria, libri e merchandising. E il pareggio per questa stagione corrisponde a una media di 3.500 biglietti sera. Ce la farà in questa impresa? A venti giorni dal debutto i biglietti venduti sono oltre 50.000.

Nonostante le difficoltà del momento, che riguardano tutto il mondo dello spettacolo, l’Inda sta comunque dando prova di non adagiarsi solo su nomi “sicuri“, come quello di Livermore o Casten. Al suo esordio arriva infatti la messa in scena del giovane Jacopo Gassmann, che il 17 giugno debutta con Ifigenia in Tauride di Euripide. Qui Ifigenia (interpretata da Anna della Rosa) si rivela essere la figlia di Agamennone sfuggita al sacrificio e rifugiatasi oltre il “Mar Nero” in una terra inospitale ed ambigua.

La stagione si chiuderà il 26 luglio con la prima nazionale di Après les Troyennes, del coreografo brasiliano Claudio Bernardo. Una riflessione sulla perdita di identità che tutte le guerre infliggono agli esseri umani, e alle donne in particolare: alle troiane millenni fa, alle ucraine oggi. Ecuba, Cassandra, Andromaca, Elena saranno interpretate ciascuna da una attrice e una danzatrice di nazionalità differente.

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