L’ultima volta in cui era apparso in tv come attore, non era finita bene. Accadde durante la versione ucraina del festival di Sanremo. Serhiy Prytula era entrato in scena per fare le sue solite battute ma quando ha visto arrivare sul palco l’artista Khayat – una specie di Tiziano Ferro di Kirovhorad aggredito pochi giorni prima nella metro di Kiev – Serhiy è uscito dal copione: «Certo che se ti vesti in quel modo, poi non lamentarti se ti prendono a schiaffi nei mezzi pubblici». Apriti cielo.
Per l’ormai ex comico Serhiy Prytula si è scatenata una tempesta di critiche e attacchi sui social. Razzista e omofobo, gli aggettivi più indulgenti. Così Serhiy è dovuto sparire dalla circolazione per un po’. Quando è riaffiorato era di nuovo tutto pimpante e pronto a lanciare la sua candidatura a sindaco di Kiev. «Se c’è l’ha fatta Zelensky, posso avere successo anch’io». Non è andata così.
La guerra riadatta le sceneggiature, specie quelle di bassa qualità. Quella di Serhiy Prytula, mancato sindaco di Kiev (solo il 7.2% delle preferenze, quinto e ultimo nella corsa vinta da Vitali Klitschko) prevede un secondo atto piuttosto originale. Sotto le bombe a Kiev le sue battute hanno smesso di far rider e dunque Serhiy oggi fa l’importatore di SUV rigorosamente inglesi. Di seconda mano
Se ne vedono in giro sfrecciare per le strade del Paese, da Kherkiv fino a Mykolaiyv. Saltano agli occhi. Le tipiche targhe gialle, la guida a destra, un equipaggio sempre composto da uomini. Armati.
Sono i mezzi ideali per compiere rapide ed efficaci operazioni da parte dei corpi speciali. Alla base di tutto ci sono i buoni contatti che Prytula ha stabilito da anni nel Regno Unito.
Diplomatosi in scienze economiche a tempo record, a soli vent’anni Serhy infatti era stato spedito a Londra per studiare come dio comanda. Ma chi lo ha conosciuto attorno alla City lo ricorda principalmente per le sue notti instancabili dentro ai comedy club oppure al ristorante dove lavorava come cameriere. Ma ha fatto anche il muratore per mantenersi e pare che proprio in quell’ambiente abbia coltivato le conoscenze giuste per avviare oggi questo interessante business di import.
Nelle prime settimane del conflitto ha fatto arrivare una trentina di mezzi, i trasporti vengono definiti scherzosamente “Hell Rides”. Oggi però i SUV sarebbero più di cento. Li acquista usando criptovalute (costano circa seimila euro se in buono stato, perché in Europa non esiste certo molta richiesta di mezzi usati con guida a destra), li fa caricare su un camion e dopo circa una settimana quelli raggiungono il fronte del conflitto in cui c’è più richiesta. I soldati ucraini che sanno guidare a destra sono parecchi, molti dei quali addestrati negli anni dentro le basi del Regno Unito.
La storia dei SUV è iniziata un po’ per gioco, ma oggi Prytula occupa un grande ufficio a Kiev. Assieme alle automobili fa arrivare nel Paese giubbotti anti-proiettile, binocoli, visori notturni ma anche droni di alta qualità. Che Serhiy sia oggi uno dei più grandi sostenitori del presidente Zelensky, per qualcuno è quantomeno bizzarro. Dopo aver perso rovinosamente la corsa al municipio di Kiev alla quale si era presentato col partito di opposizione Holos (Voce), Prytula aveva annunciato la formazione di un suo partito in netto contrasto con l’attuale leader. Aveva nominato il movimento “24 agosto”, ispirandosi alla data dell’indipendenza ucraina del 1991, quella dall’Unione Sovietica ormai in dissolvenza.
«Doveva essere un partito di opposizione patriottica – spiega oggi Serhiy – il mio obiettivo era quello di delegittimare Zelensky che ha fallito totalmente rispetto all’Europa e alla Nato. Lo conosco da vent’anni, abbiamo anche lavorato assieme, ha avuto un approccio troppo morbido in politica estera. Avremmo dovuto perseguire il nostro ingresso nel Patto Atlantico con maggiore energia».
Con il suo centro di raccolta umanitaria (così lo chiama, ma distribuisce attrezzature quasi totalmente all’esercito e alle brigate di volontari della difesa territoriale) in poche settimane ha accumulato 7 milioni di euro, parte dei quali sono stati destinati ai SUV appunto.
«La mia avventura politica appartiene alla mia vita precedente – ci tiene a sottolineare Prytula – dal 24 febbraio io sono il primo sostenitore del mio presidente e farò qualsiasi cosa in mio potere per aiutare lui e il mio paese a vincere questa guerra». Il sentimento è diffuso. Nel mese di marzo nel suo ufficio sono arrivare 40.000 richieste di ingresso nelle forze volontarie di difesa territoriale.
Pare poi che la storia dei SUV made in United Kingdom costituisca un successo pregevole. Le richieste aumentano da tutti i fronti: «Siamo indietro con le consegne, se potessimo ne importeremmo cinquanta al giorno». Questi mezzi potenti, maneggevoli e veloci rispetto ai classici veicoli militari, hanno suggerito all’esercito la creazione di piccole unità di guastatori, soldati di esperienza che penetrano oltre le linee russe. Le prove del successo di queste missioni si stanno accumulando nell’ufficio di Prytula.
«Alcuni soldati mi hanno portato un pezzo di jet russo in segno di riconoscenza. Lo hanno distrutto non so dove, i SUV li aiutano a compiere azioni chirurgiche». La collezione privata e vagamente sinistra, comprende anche frammenti di missili Kalibr, radio trasmettitori di fabbricazione addirittura sovietica, pezzi di carro armato e uniformi di soldati morti. Ce ne sarebbe una tutta insanguinata che Serhiy conserva con un orgoglio particolare. La carriera di comico è sepolta definitivamente.