Masha e OrsiniAnche i finlandesi criticano la propaganda russa nella tv italiana

Un articolo del giornale Yle denuncia la presenza di commentatori, giornalisti e politici del Cremlino nei nostri talk show. I discorsi di Lavrov, la condiscendenza dei presentatori e i legami di certi leader di partito con Mosca mostrano ancora una volta l’inadeguatezza di certi salotti televisivi

AP/Lapresse

«Commentatori filoputiniani e giornalisti e politici russi sono apparsi nei programmi tv del Paese, anche sui canali dell’emittente dello Stato». Il Paese in questione è l’Italia, ovviamente. E l’accusa stavolta arriva dalla Finlandia.

Si allunga l’elenco di Paesi che denuncia la presenza di figure filorusse nei talk show televisivi e nei telegiornali italiani. A inizio settimana il sito della tv finlandese Yleisradio Oy, abbreviata in Yle, ha pubblicato un articolo – firmato dalla giornalista Jenna Vehviläinen – che riprende alcuni dei casi più eclatanti in cui la propaganda del Cremlino è stata trasmessa in diretta tv nazionale in Italia.

Il punto di partenza è ancora una volta quella prima domenica di maggio, quando su Rete 4, a Zona Bianca, è andata in onda un’intervista al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Quarantadue minuti di discorso con traduzione simultanea che giustificava e legittimava l’invasione dell’Ucraina. Lavrov è arrivato a dire: «Potrei sbagliarmi, ma anche Hitler aveva origini ebraiche». E nemmeno l’ombra di un contraddittorio. Anzi, alla fine dell’intervento il presentatore Giuseppe Brindisi ha salutato il ministro di Putin: «Buon lavoro, ministro». Quanto meno fuori luogo.

Lavrov non è l’unico ospite filorusso apparso nei talk, spiega Yle: «I giornalisti che lavorano per l’agenzia di stampa statale russa Sputnik, ad esempio, sono apparsi sulle tv private, e all’inizio del conflitto la Rai mandava in diretta i commenti molto comprensivi di Marc Innaro, suo corrispondente da Mosca».

Non è un caso, insomma, che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), l’organo del Parlamento che esercita il controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti, abbia avviato a inizio maggio un’indagine per scovare eventuali legami tra gli ospiti di certi programmi televisivi e i vertici russi.

L’emittente finlandese Yle ha intervistato la direttrice dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), Nathalie Tocci, che ha rifiutato di partecipare a un programma perché uno degli ospiti era un funzionario dal ministero della Difesa russo e ha scelto di stare lontana dai salotti tv. «L’Italia tradizionalmente non ha competenze di politica estera molto solide. È forse la prima volta in decenni che ogni giorno i media hanno bisogno di competenze di politica estera», spiega Tocci.

Ma la mancanza di know how non è l’unica motivazione, non basta a spiegare tutta questa propaganda russa nella televisione italiana. «I rapporti storicamente solidi tra Italia e Russia contribuiscono a creare questo clima: le relazioni culturali e sociali, e gli stretti legami economici, hanno tenuto vicini i due Paesi», dice la numero uno dello Iai.

La conferma arriva anche da un sondaggio del Pew Research Center del 2021: gli italiani tendono ad apprezzare Vladimir Putin, in Europa solo i greci hanno un indice di gradimento superiore.

Se durante la Guerra Fredda era soprattutto il Partito Comunista Italiano ad avere legami con l’Unione Sovietica, nel XXI secolo è la destra ad avere i rapporti più saldi con la Russia putiniana. Da Forza Italia di Silvio Berlusconi alla Lega di Matteo Salvini, i leader populisti hanno sempre mostrato simpatia per la Russia e il suo presidente.

«Durante la guerra – scrive Jenna Vehviläinen su Yle – il primo ministro Mario Draghi ha preso una posizione netta a favore dell’Ucraina. Quando ha incontrato il primo ministro Sanna Marin a Roma a metà maggio ha anche promesso di sostenere la domanda di adesione della Finlandia alla Nato. Salvini, dal canto suo, si è opposto all’invio in Ucraina di armi e aiuti a Kiev, e anche all’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Di recente ha persino pianificato un viaggio in Russia, ma poi ha rinunciato di fronte alle critiche di molti politici della maggioranza».

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