A quanto pare, sono morto.
Se state leggendo queste righe, infatti, è probabile che la mia anima sia già in volo tra i satelliti, al di là della stratosfera.
Prima o poi doveva succedere: d’altro canto, sulla mia ultima torta di compleanno c’erano candele a sufficienza da illuminare a giorno una pista d’atterraggio. Il passo successivo doveva per forza essere il decollo.
Siccome non sono mai stato bravo con i finali, ho deciso di occuparmene per tempo: ho pensato infatti di lasciarvi un po’ di riflessioni sparse accumulate negli ultimi tempi e piccole valutazioni su ciascuno di voi. E visto che ormai mi trovo a distanza di sicurezza, posso permettermi di essere finalmente schietto, più di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita.
Lo so, non ho mai avuto il dono della sintesi, ma stavolta, ve lo prometto, sarò breve. Non vi aspetta nessuna polemica. Solo memorie e un’adeguata divisione dei miei beni.
Scrivere questo testamento non è stato facile: mi ci sono voluti cinque mesi per stendere la prima bozza e altri sei per la versione definitiva.
Ogni riga che state per leggere contiene tra l’altro forti tracce di avvocato, per cui questo documento, per chiarezza e completezza, è da considerarsi inoppugnabile.
Scusate la precisazione. So di rivolgermi a persone perbene. Contrariamente ad altre famiglie benestanti, composte perlopiù da gente specializzata in raggiri assortiti e pronta a litigarsi l’intarsio d’oro in bocca al caro estinto, voi siete diversi.
Se però vi dovesse mai venire in mente di recriminare qualcosa, c’è uno stuolo di legali pronto ad accogliere ogni lamentela.
Non mi dilungo oltre.
Non vorrei passare per il solito pignolo, puntiglioso
e logorroico.
Anche perché, come ben sapete, non sono né pignolo né puntiglioso.
Mettetevi comodi: per un’ultima volta staremo tutti insieme.
Sarà bello, sarà intenso e sarà, temo, definitivo.
In fede
Ennio Rovere
“Sarò Breve”, di Francesco Muzzopappa, Fazi Editore, pp.200, 17,00 euro