Intesa vicinaDraghi insiste sul tetto al prezzo del gas, il G7 apre sull’energia

Le delegazioni dei leader mondiali riuniti in Baviera avrebbero trovato l’accordo per dare mandato «con urgenza» ai ministri di studiare l’applicazione del “price cap”. Si parla di «un passo in avanti rispetto al Consiglio di Bruxelles di fine giugno, che aveva dato come riferimento il mese di ottobre»

(La Presse)

Sono ore di intenso negoziato al G7 in Baviera. Sulle sanzioni all’oro russo i leader hanno trovato l’intesa. I punti ancora da discutere riguardano invece se e come introdurre un tetto al prezzo di petrolio e gas. Le delegazioni dei leader mondiali avrebbero trovato l’accordo per dare mandato «con urgenza» ai ministri dell’Energia di studiare l’applicazione del price cap sull’energia russa. Si parla di «un passo in avanti rispetto al Consiglio di Bruxelles di fine giugno, che aveva dato come riferimento il mese di ottobre».

Sul petrolio la strada è apparentemente in discesa, come spiega La Stampa. L’amministrazione americana si è mostrata subito d’accordo. La guerra ha fatto schizzare il costo del barile su tutti i mercati. Per evitare l’aggiramento del tetto, si è discusso un meccanismo grazie al quale costringere le società di trasporto e assicurative occidentali a non accettare l’acquisto di greggio a un prezzo superiore a quello predeterminato. A complicare la trattativa, però, hanno contribuito i francesi, insistendo perché il bando venga esteso a tutto il petrolio in circolazione. Una richiesta implausibile, che è sembrata fatta apposta per far saltare il banco.

Draghi, dal canto suo, ha deciso di andare fino in fondo nella battaglia per introdurre il tetto al prezzo del gas. Il premier italiano ha il pieno sostegno di Macron e della Commissione europea. La commissaria all’Energia Kadri Simson ha spiegato di temere «un peggioramento della situazione delle forniture» per via  – questa la ragione ufficiale addotta dai russi – di un intervento di manutenzione a una delle turbine del gasdotto Nord Stream.

Ma la paura di una ritorsione russa sulle forniture è la ragione che fa tentennare il governo di Berlino. Nonostante il sostegno del ministro verde dell’Economia Robert Habeck, le resistenze di Olaf Scholz e dell’industria tedesca non sono vinte. Soprattutto perché Scholz non può contare – come l’Italia – su tre gasdotti alternativi a quelli russi.

L’impegno che Draghi riesce a strappare è il mandato ai ministri dell’Energia del G7 «di studiare con urgenza l’applicazione di un price cap» sui prodotti energetici. L’urgenza serve al premier per tenere sotto pressione i Ventisette europei, decisi invece a rimandare tutto a ottobre.

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