Abbiamo già discusso, proprio qui, del pregiudizio balordo secondo cui gli aiuti dovrebbero essere misurati sul merito del popolo che, aggredito, li richiede e li riceve.
È dal primo giorno dell’operazione speciale, dalla prima strage di civili, dal primo stupro, dal primo rastrellamento, dalla prima deportazione, e cioè da subito, perché l’iniziativa di denazificazione si è sviluppata immediatamente lungo quel corso di delizie, per quanto qui da noi qualche buontempone si esercitasse a spiegare che «Putin sta puntando sui propri obiettivi, e nel frattempo cerca di non spaventare la popolazione».
È insomma dall’inizio che quella balordaggine pretende di accreditarsi, e suona pressappoco così: ma vogliono mettersi in testa sì o no, questi ucraini, che noi, siccome gli diamo le armi, abbiamo il diritto di fargli l’audit morale a La7 e Raitre?
Dice: ok, vi mandiamo i fucili, visto che purtroppo non c’è Giuseppe Conte a impedire lo scempio e disgraziatamente l’Italia è in mano al vile affarista, ma voi dimostrate di aver capito che le carte tutte in regola mica ce le avete, a cominciare dalla villa del vostro presidente e dall’intollerabile negazionismo con cui tentate di coprire le verità sotto gli occhi di tutti, vale a dire che a Mariupol c’erano tante case abusive e a Bucha il traffico era insopportabile.
E poi, siccome queste sanzioni ci pregiudicano, e qui c’è finalmente concordia tra il pacifista comunista sindacalista collaborazionista, da una parte, e Capitan Nutella, dall’altra, sul fatto che prima vengono gli italiani, voi ucraini ce lo volete dire quando avete intenzione di far finire questa guerra?
Perché facciamo a capirci: a noi questa guera ce sta a rovinà, e a questo punto ci vuole un segno da parte vostra, dovete venirci in aiuto, voi a noi, belli nostri, perché altrimenti vuol dire che voi e i russi pari siete e anzi almeno quelli ci davano il gas economico invece che quello usuraio che vogliono rifilarci i vostri amici americani.
Insomma, come dice la meglio rappresentanza del nostro giornalismo democratico, «abbiamo il diritto di sapere che cosa gli ucraini pensano di questo conflitto», e in primo luogo se pensano che la guerra è colpa della Nato, che la guerra è colpa di Joe Biden, che la guerra è colpa di Boris Johnson, che la guerra è colpa di Mario Draghi, che il loro presidente è ebreo come Hitler e che nelle televisioni ucraine non si dà voce all’Anpi e all’Associazione nazionale magistrati. Vogliono il nostro aiuto? Devono esserne degni.