Banco frigoI gelati confezionati che mangeremo questa estate

Viviamo tempi difficili, ma almeno una piccola certezza ce l’abbiamo: anche quest’anno creme e sorbetti ci faranno dimenticare i brutti pensieri, addolcendo le nostre pause e facendoci ritornare un po’ bambini

Ci sono certezze che si sgretolano come castelli di sabbia al sole, e la nostra estate italiana non fa che cambiare ed evolvere (o involvere?) senza che riusciamo ad averne il controllo. La signora che da trent’anni sta alla cassa del nostro stabilimento balneare di fiducia potrebbe non essere più lì, per via delle concessioni balneari di cui nessuno capisce nulla; e le angurie? Ci saranno o a causa delle poche piogge ci troveremo a passare il Ferragosto mangiando mele? Una cosa però è certa: il gelato non ci abbandonerà neanche questa estate. Carapine, pozzetti e reparti refrigerati straripano di creme e sorbetti su cui possiamo sfogare le nostre incertezze.

Non è un caso, infatti, che nei confronti del gelato abbiamo tutti voglia di sapori rassicuranti, che ci ricordano i gusti dell’infanzia. Ce lo conferma l’indagine sul consumo del gelato condotta da Doxa per Froneri, che indica come i consumatori (per il 37%) scelgano i sapori della tradizione e dell’infanzia, ma si aspettino variazioni e innovazione di gusto (36%).

Insomma, vogliamo le cose di sempre ma con il piacere della sorpresa. E a giudicare da come è cresciuto il mercato del gelato confezionato (si parla di numeri a doppia cifra), pare che l’industria abbia capito cosa andiamo cercando. Noi, invece, vogliamo capire se lo ha fatto bene.

Abbiamo già parlato e dato i voti ai gelati confezionati del supermercato, compresi i gelati in vaschetta e i ghiaccioli. È il momento di un piccolo rinfresco con le novità di questa estate 2022, e di vedere quanto c’è di buono tra i gelati non artigianali.

Coppa del Nonno Caramello macchiata al caramello – Don’t touch my nonno
Prima di tutto, facciamo una riflessione sull’impatto che i nonni hanno nel marketing dell’industria alimentare italiana. Questo è un Paese per vecchi, ma brandizzati. Lo stracchino di Nonno Nanni, ma anche i volti iconici di Giovanni Rana e Francesco Amadori che ci parlavano in TV come fossero i nostri parenti più saggi. Per non parlare delle Conserve della Nonna e di lei, iconica tazza di gelato dal gusto inconfondibile: la Coppa del nonno. Il contenitore monoporzione in plastica marrone che ricordava la tazzina, per una ricetta diversa, e molto, da tutti i gelati al caffè.

Spinti dallo storico successo, Nestlé Motta lancia una edizione speciale di Coppa del Nonno macchiata al caramello. Un gelato alla panna e crema gelato al caffè con variegatura al caramello e decorato con pezzi di caramello salato e cioccolato fondente. Confezioni più sostenibili, scompare la coppa marrone per lasciare spazio a una versione trasparente, prodotta con il 50% di plastica da fonti rinnovabili.

Questo gelato è stato sempre lo stesso fin dal 1955, dovreste provare la versione al caramello per convincervi che la Coppa del Nonno classica è troppo buona e perfetta per accettare variazioni sul tema. Prezzo: 3,89 euro per la confezione da 4.

Magnum Michelangelo – C’è del genio in questo stecco!
Le Limited Edition di Magnum in estate sono come il fritto di pesce al ristorante sul mare: non è d’obbligo ma te lo aspetti. Abbiamo iniziato nel 2003 con i sette vizi capitali – sette versioni di magnum tutte differenti – e da lì non ci siamo più ripresi: siamo diventati schiavi collezionatori di gelato su stecco, che neanche le figurine Panini hanno saputo fare di meglio.
Ricette spesso azzardate, variegature matte al punto di sembrare prodotte dagli unicorni ma, per un motivo misterioso, risultano spesso azzeccate.

Nato Magnum negli anni Ottanta, oggi è un po’ mignon, in linea con tutti i gelati dell’industria che hanno ridotto notevolmente le dimensioni. La novità di quest’anno è un tributo all’artista Michelangelo e al Rinascimento. Un gelato cocco e cacao, cioccolato bianco e cristalli di lampone e zucchero.

Tutto questo mix ci mette un po’ in guardia perché il rischio porcheria sembra vicino. Ma dovremo ricrederci all’assaggio. Magnum Michelangelo ha messo in piedi una ricetta in cui bellezza e piacere vivono in equilibrio e, un po’ come scritto in confezione, c’è del genio in questo stecco.

Il gusto del cocco spinge forte come l’anziana in coda al supermercato, ma il cacao frena e porta ordine come il separatore di cassa. La copertura è croccante solo come Magnum sa fare e i cristalli di zucchero e lampone riempiono l’esperienza. In confezione da 3 gelati, alla cifra di 4,69 euro. È questo il prezzo di un’opera d’arte prodotta in catena di montaggio? Ditecelo voi.

Cono Kinder Bueno – Forse è meglio quando è sciolto
Kinder, ormai lanciatissima sul gelato. Ci immaginiamo che tocchi l’apice quando si presenterà con una coppetta gusto Nutella. Dai, tutti pensano che ci stiano lavorando…

Intanto ci accontentiamo del cono ispirato da uno degli snack Kinder più amati, che torna con una nuova ricetta. Non una novità assoluta per questo gelato che, diciamolo subito, pecca per dimensione – 62g – ma anche per una tabella nutrizionale che lo mette tra i più grassi e calorici tra quelli assaggiati. Certo, direte voi, è ispirato a uno snack al cioccolato mica al beverone Herbalife. Fatto sta che ci colpisce come il rapporto dimensione/caloria sia così squilibrato: piccolo non vuol dire light, ok?

All’assaggio, l’esperienza Kinder Bueno è piuttosto fedele nel sapore ma non nella consistenza: una delle caratteristiche dello snack è la cremosità del ripieno alla nocciola, rappresentato nel cono da un gelato troppo duro, che limita la sensazione di voluttuosità che avremmo voluto. Scioglierlo potrebbe essere una soluzione per migliorarlo. Siamo soddisfatti? No, perché non moriamo dalla voglia di mangiarne un secondo. Prezzo: 3,99 euro per la confezione da 4 coni, disponibile anche nella versione white.

Extrême Cookie Cono – 63 anni dopo il primo cono
Facciamo un piccolo ripasso di storia: il cono per il gelato fu brevettato nel 1903 da Italo Marchioni, un italiano residente e New York, che si inventò questo originale modo per servire il gelato. Senza saperlo, Marchioni diede origine a uno dei risultati di food design italiano più importanti del mondo. Un successo così grande che presto divenne di interesse anche per l’industria. Ma la cialda congelata si inumidiva e diventava molle. A risolvere questa annosa questione ci pensò Spica, un produttore di gelato di Napoli che, nel 1959, rivestì la cialda di olio, zucchero e cioccolato, rendendola così impermeabile. Fu un successo così grande che nacque la storia del Cornetto Algida e l’industria del gelato decollò.

Dal 1959 ai giorni nostri, nessuno ebbe più in mente di rivedere la ricetta del cono fino a Froneri, azienda nata nel 2016 da una joint venture tra Nestlé e R&R. È lei, quest’anno, a modificare il suo cono Extrême, cambiando la cialda in un biscotto cookie con pezzi di cioccolato. Boom!

E così ci siamo lanciati nell’assaggio di questa super innovazione. Extrême è presente in quattro versioni: panna, nocciola, vaniglia e caramello, pistacchio.

Noi scegliamo un classico gusto panna e, da un primo sguardo, il cono potrebbe sembrare estraneo e molto spesso, ma non fatevi influenzare dall’abitudine di aver visto sempre e solo lo stesso cono. Ci adoperiamo con denti e lingua per arrivare al morso del cono. È una sensazione piena, piacevole e per niente ingombrante. Il cono-cookie funziona e offre un’esperienza un po’ diversa da quella di servizio che ha sempre offerto la classica cialda. Qui c’è la volontà di voler piacere. Finalmente una novità vera! Prezzo, non economico: 4,99 euro per la confezione da 4.

Pocket Coffee Ferrero – Un pettegolezzo sulle dimensioni
Eccoli qui, anche d’estate. I cioccolatini dell’Italia al supermercato si stanno tutti evolvendo in gelato. Prima Ferrero Rocher e Raffaello, la scorsa estate, ora è il turno di Pocket Coffee, che arriva con la sua confezione fedele e ferma ai tempi in cui i nostri nonni non avevano ancora le rughe.

Afferriamo la confezione da quattro che dichiara l’uso di caffè 100% arabica e non ci preoccupiamo d’altro fino all’apertura, che si rivelerà una delusione. Un gelato grande poco più del cioccolatino originario. 41 grammi di stecco, che non è quello che pensiamo quando ci viene voglia di gelato. Ma scavalchiamo questo disagio, perché sappiamo che le dimensioni non contano e infatti abbiamo ragione. Al gusto lo stecco Pocket Coffee è fedele alle sue origini. Buon gelato al caffè variegato al caffè, ma stupisce la croccantezza della copertura al cioccolato con pepite di caffè, goduriosa. Prezzo piuttosto importante per una confezione da 4 piccoli gelati: 3,99 euro.


Cono Pan di Stelle – Di stelle, proprio poche
Pan di Stelle è un brand con un entusiasmo quasi estenuante. Dopo i biscotti, si sono messi a fare la variante torta, merendina, crema e ora anche il cono gelato. Non ci stupiremmo se iniziassero anche a produrre il dentifricio Pan di Stelle. Un marchio di successo incentrato sul cacao e sulle stelline che entra nel reparto dei surgelati posizionando un biscotto alla sommità del cono: lo proviamo!

In confezione si dichiara l’utilizzo di soli latte e panna italiani (sarà contenta la coalizione di centro destra) e cacao proveniente dal mercato solidale (esulta anche il PD). Il primo morso cade sul biscotto Pan di Stelle: primo grande fail. Il biscotto è morbido come quando lasci il pacco aperto dopo la colazione e ti rimetti a letto per sei mesi. Male! La cialda, al cacao, è molto croccante e il centro del cono ha una barra di cioccolato che non ci ricorda in nulla il Pan di Stelle. In effetti è un cono stellato, ma non in quel senso. Prezzo: 4,99 per la confezione da 4.

Baiocchi – Un esempio di fedeltà
Ci troviamo in una situazione molto confortevole, perché ritroviamo, nel reparto surgelati, una confezione identica a quella dei mitici biscotti del Mulino Bianco, capaci di asfaltare anche i Nutella Biscuits (ne parlavamo qui). I Baiocchi sono poetiche combinazioni di due biscotti con in mezzo una crema di nocciola, inventati nel 1983. E nel 2022 diventano biscotto gelato con gelato nocciola e cacao. Anche qui dicono di usare nocciole italiane e latte di qualità (quindi se non dite che un ingrediente è di qualità, significa che è scadente, giusto?). Fedele allo stile baiocchi, si tratta di confezioni da due pezzi con l’aspetto di Baiocchi giganti, un sogno. L’assaggio è perfetto, molto fedele alle origini e decisamente godurioso. In certi casi anche un solo biscotto dei due potrebbe soddisfare. Prezzo: 4,49 per 4 porzioni da 2 biscotti.

Sammontana Latte e biscotti – Il broncio
Piccola deviazione su un cestello che ha attirato la nostra attenzione: fiordilatte e biscotti by Sammontana, un gusto tanto semplice quanto raro. Solo a vederlo ci sembra già di godercelo. Portiamo il cestello a casa, togliamo il coperchio con già il cucchiaio in mano, ma l’assaggio ci delude un po’. Gusto piatto e poco goloso, non si percepisce abbastanza la consistenza dei biscotti, che ricordano il fondo della tazza di latte dopo l’inzuppo.

Il broncio si disegna sui nostri volti, che peccato. Prezzo: 2,15 euro.

Ci teniamo a segnalare altre importanti novità che riguardano tutte l’azienda Sammontana. Come il barattolo Specialità S’Oru, con ricotta di Sardegna, variegatura al miele millefiori e granella di biscotti. Una evoluzione gourmet è fatta dalla mitica Coppa Oro, che quest’anno presenta tre novità: una al cioccolato Domori, una con le amarene Fabbri e una con caffè Segafredo. Ultima, ma non meno importante, la collaborazione tra Sammontana e Loacker, l’azienda altoatesina dei wafer. Tre versioni di gelato biscotto che sembrano golose. Per tutti questi non ci siamo lanciati nell’assaggio solo perché anche la redazione si sottopone alla prova costume. Sappiamo anche di averla già fallita, ma cerchiamo almeno di salvare le apparenze.

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