Pubblichiamo una preghiera di Andriy Andrushkiv, sergente minore delle forze armate ucraine, laureato in teologia all’Università Cattolica di Ucraina, e direttore esecutivo del Centro per l’azione congiunta, per Papa Francesco.
Io ho 37 anni.
Il 1 marzo sono diventato un militare affinché, facendo parte delle Forze Armate d’Ucraina, potessi difendere il mio Paese e il mio popolo. Così hanno fatto anche centinaia di migliaia di miei connazionali. Per me, come per tutti i cristiani, questa è una delle più grandi manifestazioni di amore e il compimento di uno dei comandamenti di Gesù Cristo (espresso nel Vangelo secondo Giovanni): «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici». (Giovanni 15: 12-13)
Alcuni mesi fa, la mia unità lavorava nel nord della regione di Kyiv. Eravamo in uno dei villaggi che le nostre truppe avevano liberato il giorno precedente. Durante una breve pausa di ristoro ci siamo fermati sulla strada principale del villaggio in rovina. Mi si avvicinò una donna che all’apparenza aveva gli stessi anni di mia madre. Era magra ed emaciata perché da quaranta giorni viveva di stenti nel deserto provocato dall’occupazione russa. Nel suo villaggio i russi avevano confiscato il cibo, la legna da ardere, e avevano fucilato gli uomini. Ci siamo incrociati con lo sguardo e lei mi ha chiesto: «Posso abbracciarti?». Io ho annuito. Abbracciandomi per alcuni lunghi secondi mi ha detto: «Io prego per voi e per tutti i nostri soldati, perché voi uccidendo i russi possiate liberare i nostri villaggi e dare alla gente la possibilità di sopravvivere. Se voi non ci sarete, i russi ci uccideranno. Ci avete liberato e libererete anche tutti gli altri. Pregherò affinché tutti voi sopravviviate».
Alcuni giorni dopo, nel corso di una missione militare, mi trovavo in una posizione che è stata individuata dall’intelligence russa. Nell’oscurità della notte le nostre postazioni sono state improvvisamente illuminate dal bagliore di un razzo segnaletico. Pochi secondi dopo l’artiglieria russa ha inizato a colpirci pesantemente. Mentre cercavo di ripararmi con gli altri militari, ascoltavo il rumore dei missili lanciati dai cannoni russi che cadevano proprio accanto a noi. E nelle pause tra le esplosioni, mi tornava in mente che da qualche parte, lì nel villaggio, questa stessa donna stava pregando per noi.
Alla vigilia di Pasqua, quando il Vaticano ha annunciato che quest’anno, in una delle stazioni della Via Crucis, la croce sarebbe stata portata da due donne, una ucraina e una russa, mi ha telefonato un caro amico. Sapeva che ho la laurea magistrale in teologia ed è per questo che cercava delle spiegazioni chiedendomi: «Come possono mettere accanto una vittima e un carnefice, il quale non si è nemmeno pentito? I terroristi di Al-Qaeda e i parenti dei lavoratori del World Trade Center hanno forse portato insieme la croce nel 2002? Gli ebrei e i tedeschi hanno forse portato insieme la croce nel 1944? Perché il vostro Papa si permette di fare una cosa del genere adesso? Cosa intendi fare tu, un cristiano cattolico, davanti a questo fatto ignobile e vergognoso?».
Ho risposto: «Sai, la nostra Chiesa Greco-Cattolica ucraina ogni volta durante la liturgia prega tutta insieme. Preghiamo per i soldati ucraini, per il popolo ucraino. Preghiamo anche per il Papa Francesco. Non posso assistere ora alla liturgia ma pregherò per il Santo Padre nelle mie preghiere personali».
In questi giorni, in cui la mia Chiesa celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, prego per il Santo Padre con un’intenzione speciale. Chiedo allo Spirito Santo di omaggiarlo con i Suoi doni.
Prego affinché lo Spirito Santo dia al Papa Francesco i doni della saggezza e della ragione.
Come Gesù, a Suo tempo, sulla via di Emmaus ha rivelato ai discepoli la saggezza e la ragione perché potessero finalmente comprendere le Sacre Scritture, prego affinché esse possano manifestarsi anche al cospetto del Santo Padre e affinché i fedeli della Chiesa cattolica le possano vedere e riconoscere nei Suoi gesti e nelle Sue parole. Poiché attualmente purtroppo, leggendo il Suo Twitter o ascoltando i Suoi discorsi, si hanno ben altre, strane impressioni. Il Papa richiama alla pace, esprime il cordoglio per i morti, ma neanche con una parola proferita ad alta voce parla di chi ha iniziato questa guerra, di chi ha ucciso e continua ad uccidere gli ucraini, di chi violenta le donne ucraine e getta le bombe sulle teste dei bambini ucraini. Il governo e le autorità russe hanno intrapreso una guerra contro l’Ucraina che ormai dura da più di otto anni. I soldati russi stanno uccidendo i miei connazionali per ordine dei loro comandanti. I piloti russi lanciano i missili e le bombe sui bambini ucraini. I russi violentano le donne ucraine.
La pace arriverà solo quando il popolo russo smetterà di compiere il genocidio del popolo ucraino e quando l’ultimo soldato russo sarà scomparso dalla Mia Terra.
Prego affinché lo Spirito Santo dia al Papa Francesco il dono del coraggio.
Nel giorno della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli noi ricordiamo i primi giorni della nascita della Chiesa. Leggiamo come gli Apostoli abbiano ricevuto non solo il dono di parlare le lingue diverse, ma anche il coraggio di testimoniare. Non avevano paura di predicare la storia di Gesù, che è risorto dai morti. Per fare questo, però, dovevano raccontare la storia della Sua vita non con frasi generiche, ma con fatti specifici. Gli Apostoli, e con loro centinaia e migliaia dei primi predicatori, ebbero il coraggio di dire ad alta voce che, sia i sommi sacerdoti Caifa e Anna, sia il re Erode, sia il prefetto Ponzio Pilato furono complici del supplizio e dell’assassinio di Gesù. Pertanto, mi aspetto che l’attuale autorità della Chiesa cattolica sia pronta a testimoniare la verità che il governo russo, e in particolare il presidente Putin, hanno avviato il genocidio del popolo ucraino, che gli ufficiali dell’esercito russo, obbedendo prontamente ai comandi, stanno attuando questo genocidio, e che il popolo russo sostiene tutto questo. Tutti hanno visto le immagini terribili di Bucha, Irpin, Borodyanka. Io stesso sono stato in queste città proprio pochi giorni dopo la liberazione e ricorderò l’orrore al quale ho assistito lì per il resto della mia vita. Ricorderò anche chi ha sparato dal carro armato su quella casa nel cui cancello vi era scritto “QUI VIVE UN DISABILE!”. Ricorderò anche da dove il comando di sparare è stato lanciato.
Prego affinché lo Spirito Santo dia al Papa Francesco il dono del consiglio.
Gesù ha promesso che questo dono sarebbe stato dato a coloro che credono in Lui, poiché «quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati ed alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire» (Luca 12, 11-12).
Il Papa dice e scrive spesso che «il conflitto in Ucraina causerà carestia e morti ancora maggiori», perché il nostro grano, la soia ed i girasoli sono fonte di cibo per decine di milioni di persone nei più svariati Paesi del mondo, compresi quelli più poveri dell’Africa. Tuttavia, non siamo davanti a un “conflitto” indefinito che provocherà fame e morte. Sono la Russia, il governo russo, l’esercito russo e i diplomatici russi che costituiranno la causa di tante vittime in tutto il mondo. Sono proprio le navi russe che hanno bloccato i nostri porti. Sono proprio gli aerei russi che stanno bombardando i nostri granai. E sono proprio i soldati russi che stanno rubando il nostro grano, che gli agricoltori ucraini hanno coltivato con il loro duro lavoro, il sudore ed il sangue. Ecco perché prego affinché lo Spirito Santo aiuti finalmente il capo della Chiesa cattolica a dire alla comunità mondiale chi e come sta dando il via alla nuova ondata della fame nel mondo.
Prego affinché lo Spirito Santo dia al Papa Francesco il dono della conoscenza.
Il Santo Padre dice di essere con l’Ucraina e con il popolo ucraino in questi giorni difficili. Con il popolo ucraino però ci sono anche i militari, che stanno difendendo l’Ucraina dagli invasori russi. Secondo quanto sostenuto dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy, ogni giorno nel difendere l’Ucraina muoiono dai 60 ai 100 militari ucraini. Questo è il sacrificio quotidiano che il popolo ucraino paga nella lotta contro il nemico che vuole distruggerci. Quante persone esattamente sono “dai 60 ai 100”? Per comprendere questo è sufficiente camminare pochi minuti dalla Piazza di San Pietro alla Piazza del Risorgimento. Una volta giunti lì, bisogna aspettare che un tram affollato arrivi alla fermata, e poi immaginare come esso esploda con tutte le persone al suo interno. È proprio così che, ogni giorno, gli ucraini che vorrebbero soltanto proteggere il loro popolo dal genocidio muoiono a causa dei proiettili, dei missili, dei razzi e delle bombe russe.
Prego affinché lo Spirito Santo dia al Papa Francesco i doni della pietà e del timore di Dio.
Sono questi i doni che aiutano le persone ad essere dei bravi cittadini ed insegnano ai governanti come comportarsi per amministrare in maniera giusta ed equa le loro comunità. Avendo studiato la storia della Chiesa, tramite lezioni e libri, so bene come la diplomazia vaticana, ricercando i punti di contatto con la Russia e con la Chiesa ortodossa russa, abbia attuato da anni “l’ostpolitik”. I tentativi di costruire una comunicazione ecumenica con la Chiesa ortodossa russa hanno impedito al Vaticano per decenni di condannare pubblicamente e ad alta voce i crimini commessi dalla Federazione Russa. Le conseguenze dell’ “ostpolitik” sono molto eloquenti: nessuna condanna dei russi e della Russia per la guerra in Georgia; il silenzio durante lo sterminio del popolo tartaro di Crimea commesso dai russi per anni; il chiudere gli occhi sul fatto che sono stati proprio gli aerei russi ad aver bombardato gli obiettivi civili ad Aleppo; il non riconoscere che sono stati proprio i russi ad aver ucciso l’equipaggio e diverse centinaia di passeggeri del Boeing MH17. Nel mondo moderno non mancano i diplomatici che lavorano nell’interesse esclusivo dei loro Paesi e ragionano soltanto in termini di “do ut des”. La Chiesa però ha un compito molto più importante dell’intavolare semplici relazioni internazionali, ed è quello di testimoniare la Verità.
Prego quindi, quotidianamente, affinché i vertici della Chiesa cattolica conoscano questa Verità, che li renderà liberi di testimoniare il Vero, in modo chiaro e diretto, senza silenzi diplomatici che non portano alla pace ma, al contrario, alimentano solo la tirannia, che da anni affligge le nostre terre.
Il mondo può aiutare l’Ucraina a sconfiggere la Russia e Putin, che ogni giorno distruggono il mio Paese ed il mio popolo. Chiediamo pertanto al mondo di aiutarci a rendere più vicina la nostra vittoria sul nemico. Il Vaticano non può inviarci i carri armati, i missili o le pistole. Il Vaticano ed il Santo Padre però possono usare un’arma molto più potente: la parola di Verità.