Domani e il 19 giugno si terranno i due turni delle elezioni legislative francesi, i cittadini eleggeranno i 577 deputati della camera bassa, l’Assemblea Nazionale. Tra i candidati c’è Rachel Keke, donna delle pulizie in un hotel di Parigi. Non passa inosservata: simbolo di una lotta sindacale contro lo sfruttamento sul lavoro, la sua elezione potrebbe rendere un po’ più rappresentativo l’emiciclo francese e dare voce a chi non ne ha.
Su un palcoscenico allestito in mezzo al verde, in un parco della città di Fresnes, a sud di Parigi, Rachel Keke indossa un appariscente vestito blu e arancione e il suo più bel sorriso. È il giorno del suo quarantottesimo compleanno, ma anche quello del suo secondo comizio politico in quanto candidata alle elezioni legislative francesi.
Nella settima circoscrizione del dipartimento del Val-de-Marne, Rachel Keke si presenta sotto i colori arcobaleno della Nupes, la Nuova Unione popolare ecologica e sociale nata a maggio, dopo le elezioni presidenziali che hanno rieletto Emmanuel Macron all’Eliseo. Formata da partiti di sinistra, come La France insoumise (LFI) e il Partito Socialista (PS), la nuova coalizione vorrebbe strappare la maggioranza parlamentare a Macron e vedere Jean-Luc Mélenchon primo ministro.
Simbolo di una lotta vittoriosa
Oggi aspirante deputata all’Assemblea Nazionale, Rachel Keke ha solamente messo tra parentesi il suo mestiere principale, quello di cameriera dell’Hotel Ibis Clichy-Batignolles, nel nord di Parigi. Prima ancora di lanciarsi in politica, questa donna franco-ivoriana si è fatta conoscere da tutta la Francia per aver condotto, insieme a un’altra ventina di donne delle pulizie, la battaglia sindacale più lunga nel settore alberghiero in Francia. Una battaglia cominciata il 17 luglio 2019 e durata ventidue mesi, di cui otto di sciopero, contro l’hotel Ibis e la società alberghiera Accor che possiede la catena. Rachel e le altre donne erano sottoposte a ritmi inumani: 3,5 camere da preparare ogni ora, ossia una camera ogni diciassette minuti. Ed erano pagate a camera.
Una lotta lunghissima, fatta di manifestazioni e azioni di protesta in diversi hotel, che alla fine ha portato i suoi frutti: il 25 maggio 2021 le scioperanti hanno firmato un accordo che prevedeva un aumento degli stipendi e migliori condizioni lavorative, tra cui una pausa di circa trenta minuti.
Una vittoria storica di cui Rachel Keke è stata portavoce e che non è stata dimenticata: «Rachel non è solo un’operaia, è una persona con una legittimità particolare in quanto militante che ha diretto una battaglia vittoriosa. Tutte le televisioni ne hanno parlato, la loro lotta è rimasta impressa», spiega Frédéric, abitante di Fresnes venuto ad assistere al comizio. «È anche un simbolo del lavoro delle donne, del lavoro precario. Per me sarebbe bellissimo se Rachel ci rappresentasse all’Assemblea Nazionale», prosegue la sua compagna Joséphine.
I complimenti per Rachel piovono da tutte le parti: «È una donna che ama difendere tutti coloro che vivono nella precarietà. Quello che mi piace di lei è la sua onestà, non ha peli sulla lingua. Abbiamo bisogno di persone concrete, che fanno azioni concrete come lei», dice Sylvie, donna delle pulizie dell’hotel Ibis che ha vissuto lo sciopero con Rachel. «Ha combattuto, ora prosegue il suo cammino, e se può difendere altre persone, perché non farlo all’Assemblea Nazionale», conclude, poco prima di andare ad abbracciare Rachel.
Gli essenziali
«Niente legislative senza gli essenziali! Andiamo a rompere le barriere dell’Assemblea Nazionale!», grida Rachel Keke dal palco, sotto ad uno striscione che dice: «Vogliamo un’Assemblea che ci somigli». Gli “essenziali”, sono «quei mestieri di cui abbiamo capito l’importanza durante la pandemia. È il momento che siano rivalorizzati, perché siamo noi che facciamo andare avanti la Francia, altrimenti il paese si fermerebbe», spiega Rachel, che propone, tra l’altro, di aumentare gli stipendi degli insegnanti e i finanziamenti alla sanità, due settori che soffrono da anni di importanti deficit di risorse umane ed economiche.
A sostenerla ci sono alcune personalità politiche, tra cui François Ruffin, deputato uscente del partito La France insoumise. «La candidatura di Rachel è la continuazione della mia battaglia per gli “essenziali”. Una battaglia con un triplice significato: femminista, perché questi mestieri sono soprattutto svolti dalle donne; sociale, perché si tratta di centinaia di migliaia di lavoratori che possiamo salvare dalla povertà; ed ecologico, poiché l’ecologia è la condizione per il progresso», chiarisce il deputato.
A maggio del 2020, François Ruffin aveva proposto all’Assemblea Nazionale tre articoli da introdurre nel Codice del lavoro per mettere fine al «maltrattamento delle donne delle pulizie». Ma aveva finito per votare contro la sua stessa proposta poiché «snaturata», a suo avviso, dalla maggioranza che ne aveva modificato il testo.
Un episodio che ha contribuito alla candidatura di Rachel Keke: «Mi sono detta che, visto che lui non fa questo lavoro, non lo hanno preso sul serio. Ma poiché io rappresento questo mestiere, forse i deputati capiranno la mia battaglia. Quando eravamo in sciopero, diversi politici sono venuti a trovarci e questo mi ha fatto capire che la nostra storia era anche politica. Allora mi sono detta: perché non portare all’Assemblea la voce dei “senza voce” e far vedere ciò che viviamo».
«Un’Assemblea che ci somigli»
Definita da François Ruffin «monocroma e monoclasse», la camera bassa francese è composta, secondo i dati ufficiali, solo per lo 0,4% da operai e per il 4% da impiegati, nonché da circa trenta deputati neri su 577.
«L’obiettivo è far entrare il popolo in questa non-rappresentanza nazionale. Rachel non deve essere un’anomalia ma l’inizio di qualcosa», conclude il deputato.
Tra il pubblico, molti sono d’accordo: «Rachel è consapevole di molte cose che riguardano la maggior parte dei francesi, e che sono poco rappresentate all’Assemblea Nazionale. Vi devono essere persone di ogni condizione per capire di cosa ha bisogno la gente», conferma David, consigliere comunale di una città vicina che ha fiducia nella Nupes, coalizione che, a suo avviso, «suscita molta speranza tra gli elettori di sinistra».
Nel suo programma, Rachel riprende infatti i grandi pilastri di quello della Nupes, come l’aumento del salario minimo e il blocco dei prezzi dei prodotti di prima necessità.
Secondo alcuni sondaggi la Nupes potrebbe dare del filo da torcere a Ensemble, la coalizione della maggioranza presidenziale, ma bisognerà aspettare il 19 giugno per commentare i risultati delle elezioni legislative, spesso caratterizzate da un forte astensionismo, il 57,36% al secondo turno del 2017.
Per Rachel Keke, la sfida sarà quella di battere Roxana Maracineanu, ex ministra dello sport. Ma, alla domanda: «Ha timore della sua avversaria?», Rachel risponde ridendo: «Io sono una guerriera, le guerriere non hanno paura».