La legge elettorale prende forma. Partito democratico e Lega sono al lavoro su una bozza per un proporzionale corretto: un testo che prevede la possibilità per ciascun partito di correre con le proprie insegne, un proporzionale quindi, che restituisca però, con un premio, la stabilità per governare. Un premio piccolo, per evitare l’incostituzionalità della Consulta sull’assegnazione dei seggi.
«Roberto Calderoli, su input di Matteo Salvini ed Enrico Letta, ha lavorato gomito a gomito con Dario Parrini, il presidente dem della commissione Affari costituzionali del Senato, per portare a casa il risultato. Che poi sia quello buono è tutto da verificare», scrive Giovanna Casadio su Repubblica.
Quanto meno c’è un dialogo tra le parti per una nuova riforma elettorale, anche se potrebbe volerci del tempo per trovare la formula giusta da qui a qualche settimana.
Con questo nuovo sistema, la coalizione, se c’è, è resa evidente agli elettori con la sottoscrizione di un programma comune da parte delle diverse forze politiche.
«Letta per la verità, già da mesi faceva pressing per una legge proporzionale, fosse il “Brescellum” (la proposta ferma in commissione Affari costituzionali della Camera e cara ai 5Stelle) o qualsiasi altra soluzione. Aprire un cantiere di riforma elettorale è diventata una necessità, che però ha dovuto fare i conti con il muro alzato dal centrodestra, convinto di vincere facile insieme. Così dicono anche le simulazioni in mano ai leghisti», si legge su Repubblica.
Qualche dubbio in più resta in merito ai collegi uninominali: con l’attuale Rosatellum si ha un mix di maggioritario e proporzionale. Ma le convivenze interne in entrambi gli schieramenti – tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, tra dem e Cinquestelle – creerebbero forse qualche disaccordo. A destra si rischia la paralisi e lo scontro, a sinistra bisognerebbe contarsi e capire quanti elettori dem sarebbero disposti a votare, in un dato collegio, i più improbabili candidati grillini (e viceversa).
Rispetto alla nuova bozza di riforma, «Fratelli d’Italia potrebbe essere d’accordo, nonostante l’avversione per il proporzionale, convinta dal premio di maggioranza e dalla possibilità di correre da soli ma poi di ritrovarsi insieme nel centrodestra», scrive Repubblica.« I 5Stelle – aggiunge Casadio nel suo articolo – hanno sempre voluto una legge proporzionale. Come Articolo Uno e Sinistra italiana. Anche un futuro polo centrista ne trarrebbe vantaggio. In verità tra i dem ci sono alcune perplessità. Il responsabile riforme Andrea Giorgis frena. Però i lavori sono ormai in corso».