La famiglia Ceretto allarga il suo raggio d’azione. Dal Piemonte fino a Doha, ci sono molte novità. La prima è Alba by Enrico Crippa, un format realizzato in collaborazione con la catena alberghiera Raffles. Ma i nuovi progetti continuano anche in patria.
Una nuova Alba per Enrico Crippa
Alba by Enrico Crippa debutterà in autunno, a Doha. Il progetto prenderà vita all’interno del Raffles Doha, recentemente terminato nelle Katara Towers, affacciate sul lungomare del Lusail District e già oggetto iconico nello skyline della città. Se chef come Niko Romito hanno trovato il proprio spazio a Dubai, Enrico Crippa esordirà nel mondo arabo a Doha. Non si è trattata di una scelta volontaria, bensì della voglia di cogliere un’opportunità lanciata oltre il Mediterraneo dal gruppo Raffles. «Per noi – sottolinea lo chef – Doha è distante quanto Dubai per cultura e abitudini ma, vista la concomitanza dei mondiali di calcio, ci è apparsa una destinazione interessante».
L’idea alla base di questo format è quella di portare la visione di cucina – fuori dagli schemi, chirurgica, artistica e fortemente rispettosa delle tradizioni locali – in un altrove geografico, ma soprattutto culturale. L’obiettivo è quello di rappresentare tutti i sapori d’Italia in un contesto nuovo e ricco di ispirazioni fondate su spezie e profumi che parlano d’Oriente. In cucina ci saranno Antonino D’Alessio, a lungo nello staff di cucina di Piazza Duomo (qui sarà l’executive chef) coadiuvato in sala da Vincenzo Donatiello, direttore e sommelier per 9 anni nel ristorante albese. Mentre oggi, a fare le sue veci ad Alba c’è il pugliese Davide Franco, Donatiello fungerà da trait d’union tra Doha e la filosofia di Piazza Duomo.
Piatti che attingono dalla ricca e variegata cucina regionale italiana, saranno rivisitati nelle cucine di Doha. Ci saranno paste secche e fresche, carne e pesce, ma anche tanto vegetale, tema ormai caro allo chef Crippa. La sua attenzione alla materia prima, controllata in modo assoluto e continuativo anche attraverso l’orto installato nelle terre Ceretto, ad Alba, sono noti. Ma replicare lo stesso processo così lontano dall’ecosistema “controllato” delle Langhe non è l’obiettivo. «Il nuovo ristorante ha un’idea di cucina che non vuole replicare Piazza Duomo. Vogliamo che sia rappresentativa delle tradizioni culinarie del nostro paese, da Nord a Sud. Certo, per me l’orto e il mondo vegetale sono fondamentali e fonte di grande ispirazione, ma non saranno al centro del progetto di Doha. Qui però con Antonino D’Alessio stiamo facendo una ricerca di fornitori locali di vegetali che possano essere coinvolti e fornirci prodotti freschi».
Le altre novità in Piemonte
La famiglia Ceretto ha grandi progetti anche “in casa”. Fra questi, come riporta Pambianco, l’apertura di un ristorante con enoteca nel vigneto di Brunate, intorno alla Cappella. Siamo nel cuore del Barolo e questo progetto andrà a valorizzare una struttura già esistente. Il focus sarà tutto sui grandi vitigni e vini del territorio. Una carta snella, pochi fronzoli, ma molta prospettiva per offrire un assaggio concreto di Langhe a chiunque desideri una esperienza esaustiva seppur rapida del territorio.
In più, ci sarà un altro recupero, quello del torrione di Vezza, recentemente acquisito assieme a otto ettari di terreno. In questo progetto sono stati coinvolti artisti e l’architetto paesaggista Louis Benech. Obiettivo: armonizzare le opere umane al paesaggio. In più, è stata data nuova vita al bosco e ripristinata la strada che porta alla sommità della collina.
C’è anche voglia di aprire all’ospitalità. I Ceretto hanno acquisito la Biria a Diano d’Alba, una struttura che potrebbe diventare un piccolo albergo con quattro camere. Ma questa storia è ancora tutta da scrivere.