«Per me, che arrivavo da anni di studio e lavoro in Europa e lunghi viaggi attorno al mondo, oltre che da alcuni anni trascorsi in India, il Marocco è stata una scoperta». Comincia così il racconto di Valerie Barkowski, versatile designer e art director “nata a Bruxelles con l’animo della globetrotter” (come ama definirsi). Il suo ultimo progetto? Il libro in edizione limitata “54+1 PORTRAITS”, una surreale galleria di facce e personaggi realizzati con insignificanti frammenti di quotidianità (petali, frutta, un chiodo arrugginito, piccoli utensili) scovati nei cassetti o rubati dalla cucina durante il lockdown trascorso in Belgio e trasformati dalla visionaria Valerie in una serie di ritratti dal sapore surrealista.
«Sono arrivata a Marrakech nel 1996 e, a sorpresa, ho messo subito radici: mi sono innamorata di un vecchio riad abbandonato nel cuore della Medina, un edificio fatiscente costruito nel XVII secolo, e ho deciso di comprarlo. Riportarlo all’antico splendore ha richiesto tre anni di lavoro insieme all’architetto belga Quentin Wilbaux e alle maestranze locali, che hanno lavorato il legno di cedro per le finestre e le porte o utilizzato le tipiche piastrelle marocchine in cemento e le zelliges (piastrelle in argilla smaltata fatta a mano)», ci racconta l’artista.
«Nel frattempo, ho continuato a spostarmi per il Paese, soprattutto a Nord, tra Chefchaouen, Tangeri e Asilah, luoghi magici dove ho incontrato artisti, galleristi e artigiani, scoprendo il raffinato craftsmanship marocchino. Parlando con le ricamatrici che tengono viva l’antica tradizione dei corredi cuciti a mano, è nata poi l’ispirazione per la prima collezione di tessili “valerie barkowski”: biancheria da bagno e lenzuola decorate con pompon colorati fatti a mano e, quindi, mai identici: un successo, tanto che negli anni quella con i pompon è diventata la linea iconica della mia produzione».
Oggi le sue collezioni di lenzuola, cuscini, tovaglie e spugne (insieme ai cuscini e ai plaid linea NO-MAD) arredano le tre suite e la matrimoniale del suo Dar Kawa, hotel nel cuore della Medina dove storia e tradizione convivono con pezzi di arte contemporanea e mobili di design occidentale che fanno capolino tra gli aranci e il gelsomino del patio o sulla terrazza che la sera, illuminata dalle lanterne marocchine, si trasforma in una sala da pranzo en plein air.
Alla prima collezione ne sono seguite così altre, caratterizzate da decorazioni differenti: ricami minimal, nappe, coloratissimi inserti all’uncinetto e rifiniture a mano che rendono unico ogni pezzo. Da scovare in una boutique ricavata nel riad ma anche online (www.valeriebarkowski.com).