Potrebbe sembrare strano chiedersi perché agiamo, dal momento che il mondo delle imprese è per l’appunto focalizzato sull’azione. Ma ci sono diversi modi in cui possiamo pensare di agire o di far collidere le idee con il mondo. Come abbiamo visto nel caso di LEGO Group, la giusta mentalità può fare la differenza tra un’idea che non realizza mai il proprio potenziale e un viaggio immaginativo lungo un percorso unico verso la crescita.
Ci sono due diverse impostazioni mentali che possiamo portare all’azione. La prima consiste nel cercare la convalida di un’idea rendendola reale o testandola in qualche modo. Di solito procediamo in questo modo quando disponiamo di un portfolio di idee, come nel caso della gamma di Kiddicraft che comprendeva mattoncini autobloccanti, uova di plastica, mosaici, perline da infilare e generi alimentari in miniatura. Questo approccio all’azione è un po’ come quello di un albero che disperde molti semi al vento: la speranza è che alcuni semi trovino il terreno giusto in cui germogliare. Cerchiamo una risposta di base dal mondo: l’idea ha funzionato (ovvero: il seme è germogliato) o no?
L’altra impostazione mentale consiste nel cercare la sorpresa. Con questa mentalità, invece di richiedere una risposta binaria al mondo – l’idea ha funzionato o no? – ci aspettiamo che il mondo sconvolga il nostro modo di pensare. È un’impostazione mentale che la complessità del mondo rende preziosa; spesso dimentichiamo quanto poco sappiamo e quanto il mondo ha da insegnarci (si veda il box «Filosofia dell’azione»).
Le due impostazioni mentali non si escludono a vicenda. Dovremmo cercare di trovare conferme e al tempo stesso evolvere. Il pericolo arriva quando dimentichiamo di mantenerci aperti alla sorpresa mentre agiamo nel mondo e cadiamo nell’abitudine di limitarci a cercare conferme. Quando siamo aperti alla sorpresa, creiamo un ciclo di reimmaginazione in cui l’azione innesca sorpresa, ripensamento e ulteriore azione: un’interazione continua tra mente e mondo capace di imprimere un’accelerazione all’immaginazione
Se avete un modello mentale in evoluzione, che tipo di azioni potete intraprendere per farlo collidere con il mondo, così da generare a sua volta sorpresa e stimolare ulteriormente la vostra immaginazione?
RIFOCALIZZARE
Una strategia sottile quanto potente per portare il vostro modello mentale ancora in evoluzione a contatto con il mondo prevede di spostare la vostra attenzione, di cambiare volutamente il fulcro delle vostre percezioni e dei vostri filtri mentali.
Essere monomaniacali
Una tecnica fondamentale per rimettere a fuoco le cose è quella di utilizzare il vostro modello mentale come una lente attraverso la quale vedere tutto ciò in cui vi imbattete. Possiamo definirla come «monomania», ovvero la tendenza proficuamente ossessiva a vedere il mondo attraverso il vostro nuovo modello mentale. Come accennato nel Capitolo 3, l’ispirazione da cui ha preso le mosse l’azienda di car sharing Turo è arrivata perché il fondatore, Shelby Clark, ha scovato un’analogia con il servizio di prestito peer-to-peer Kiva.org.
Questo è successo perché Clark era ossessionato dal modello peer-to-peer: «Kiva è stato uno dei primi posti in cui ho po- tuto vedere il passaggio [nei servizi online] al mondo offline.
A colpirmi era soprattutto l’idea di mettere in connessione le persone online e offline. Perciò mi sono chiesto attivamente: “In quali altri ambiti potrebbe trovare applicazione questo comportamento così interessante?”. Prendete per esempio il settore dell’edilizia abitativa. Era uno di quelli a cui stavo pensando in modo particolare». Clark era monomaniacale: «Pensavo a qualsiasi cosa in un’ottica peer-to-peer». Rifocalizzare l’attenzione in questo modo lo ha indirizzato infine verso una sorpresa che ha portato a un nuovo modello mentale controfattuale: un business peer-to-peer per la condivisione di auto private.
Poniamo il caso che stiate ripensando il concetto di ospedale. Per praticare un po’ di utile monomania, potreste leggere una notizia su una compagnia aerea impegnata a costruire un rapporto di fiducia con i clienti, il che potrebbe spingervi a pensare di costruire un rapporto di fiducia con i clienti intorno a un nuovo tipo di business a metà tra palestra e ospedale. Op- pure potreste chiacchierare di vacanze con un collega e questo potrebbe spingervi a pensare a come il vostro nuovo tipo di azienda sanitaria potrebbe lavorare con le persone in vacanza. Oppure, ancora, potreste leggere un libro sull’impero bizantino e ciò potrebbe indurvi a pensare a quello che non funziona nelle burocrazie ospedaliere e così via. Usare il vostro nuovo modello come lente attraverso cui osservare ogni cosa genererà nuove sorprese che guideranno ulteriormente l’evoluzione del modello nella vostra immaginazione.
CREARE UN PERCORSO DI APPRENDIMENTO
Un altro modo per far collidere un’idea emergente con il mondo è organizzare sistematicamente l’apporto delle informazioni che vengono messe a fuoco. È qualcosa che tendiamo a fare in modo naturale. Spinti dall’entusiasmo per un’idea, potremmo magari ordinare dei libri o discuterne con i colleghi. Ma potete farlo in modo più sistematico, creando un «percorso di apprendimento» basato sul vostro modello mentale in via di sviluppo.
Costruitevi un piano di studi che vi aiuti a conoscere più a fondo le aree principali del vostro modello mentale e che vi metta in condizione di incontrare più sorprese che stimolano l’immaginazione. Per prima cosa identificate alcuni temi centrali del vostro modello mentale in via di sviluppo. Quindi pensate alle aree chiave della conoscenza che toccano questi temi.
Immaginate di essere il capo di LEGO Group nei giorni successivi all’invenzione del mattoncino con perni e fori. Il vostro modello mentale emergente della futura impresa potrebbe contenere alcuni di questi temi: il gioco, la plastica, la ricombinazione e la continuità (tutti i prodotti LEGO sono compatibili nel tempo). Su questa base potreste scegliere di immergervi in determinate aree della conoscenza come per esempio la psicologia del gioco, la chimica della plastica o le aziende che hanno costruito sistemi di prodotti intercompatibili e di lunga durata. Potreste anche spingervi a pensare in modo più ampio. Potreste identificare un precedente storico che si collega in qualche modo alla vostra idea, per esempio «giocattoli nell’antica Cina».
Potreste trovare alcune creazioni di fantasia (arte, film, poesie, romanzi) che riguardano la vostra idea in via di sviluppo, per esempio storie per bambini o un romanzo su un inventore. Potreste guardare ad aree di conoscenza ancora più lontane dal vostro modello, dove magari trovare fruttuose analogie: l’ingegneria dei ponti, la scienza del colore o la ricombinazione nell’evoluzione. Quando vi rifocalizzate su queste aree, l’obiettivo non è quello di trovare una conoscenza immediatamente applicabile. È quello di impostare flussi di informazioni che collidano con il vostro modello, al fine di innescare nuovi cicli di sorpresa e ripensamento.
da “La macchina dell’immaginazione”, Martin Reeves e Jack Fuller, traduzione di Giuseppe Maugeri, Egea, 208 pagine, 28 euro