«Salentu lu sule lu mare lu jentu», dicono da queste parti. Penisola nella penisola e terra tra due mari, il Salento è una delle destinazioni preferite dal popolo dei vacanzieri, con mete mainstream, buon cibo, bandiere blu a gogo ma, anche, borghi lontani dai luoghi comuni, sparsi (o spersi?) tra le campagne disseminate di ulivi centenari.
In questo Salento fuori rotta c’è Spongano: vicino a tutto (il mare di Castro, di Marina di Marittima, di Otranto, di Leuca, della Spiaggia dei Laghi Alimini è ad una manciata di minuti) ma lontano da tutto (anche nelle date più calde Spongano è miracolosamente vivibile). È qui che, all’ombra della chiesa barocca più antica del paese, si trova i Tre Bacili, elegante dimora di charme, ricavato in un gruppo di abitazioni affacciate su piccoli cortili, minuscoli orti conclusi, pergolati segreti.
«Il suo nome» – racconta Filippo Bacile di Castiglione, uno dei proprietari della struttura – «ricorda il blasone della mia famiglia che vede tre piccoli bacili d’oro inseriti in una fascia rossa e, questa, tra due blu».
Per diventare luogo di ospitalità eccellente, questa tipica dimora salentina, costruita tra ‘700 e ‘800, è stata sottoposta ad un sapiente e completo restauro: a dirigere i lavori, Bacile ha chiamato Marco Mantovano, l’architetto che ha progettato Farmacia Balboa – il cocktail bar di proprietà di Helen Mirren e del marito, il regista Taylor Hackford – e il ristorante La Taverna a Tricase. Lavori filologicamente corretti, questi, che hanno sfruttato l’esistente accostandolo, coraggiosamente, a nuove soluzioni.
Nelle stanze, nelle suite o sulle terrazze, infatti, ferri post industriali si alternano al cocciopesto, pietra e calce convivono con luci dal design raffinato, arredi dal minimalismo contemporaneo si combinano con architetture antiche (scale in pietra, volte a stella e a botte, muri d’antan) e col riutilizzo creativo degli spazi e di materiali eco compatibili.
Nella dimora, poi, non si è mai perso di vista l’impatto sull’ambiente: Tre Bacili è del tutto plastic free, l’acqua calda è prodotta da pannelli solari termici, per l’illuminazione si sono scelte lampade a LED, gli amenities nei bagni sono realizzati con olive del territorio e disponibili in dispenser ricaricabili di ceramica.
Solo sei (tra camere e suite) gli spazi destinati agli ospiti: le stanze per la maggior parte (Barone, Monsignore, Presidente, Notaio, Vicario) sono dedicate a componenti della dinastia Bacile – per secoli una delle famiglie più in vista del Salento – una (Cavaliere), invece, ricorda Piero Ginocchi, l’inventore del Crodino. In ogni stanza rivivono le caratteristiche di una architettura di interni attenta all’ambiente e alle tradizioni locali.
Ampi spazi, grandi letti, armadi a vista, un angolo caffè (le ceramiche sono state create appositamente per Tre Bacili da Kiasmo e Colì), linee e arredi essenziali scelti per sottrazione, bagni come piccole spa, lampade di design del brand Servomuto.
Non è tutto. Bacile è collezionista e grande amante dell’arte e Tre Bacili lo conferma perché la dimora è una piccola galleria d’arte contemporanea: all’ingresso si è accolti da una scultura di Domenico Borrelli (Arianna – No entry) e in ogni stanza è appesa un’opera (affreschi, disegni e oli) che viene periodicamente cambiata (e/o venduta a chi se ne innamora): dagli interventi site specific di Vincenzo D’Alba all’acrilico su tela di Antonello Matarazzo (Prevt), dagli studi di Bruno d’Arcevia ai decori della piscina dove un raffinatissimo total black (le piastrelle di pareti e fondo sono in ceramica nera) è interrotto dai disegni di Vincenzo D’Alba ispirati ai graffiti neolitici della Grotta dei Cervi di Porto Badisco.