Laid back luxuryLo stile 7Pines Resort arriva in Sardegna con i riflettori puntati

Per una fuga d’autunno che profuma ancora d’estate, c’è la nuovissima apertura di Baja Sardinia: come si articola il resort, come si sviluppa la proposta enogastronomica e quali servizi si ritrovano all’insegna di una nuova idea di lusso sobrio e informale

Le nuove aperture suscitano sempre curiosità. Tanto nel panorama della ristorazione quanto nel settore alberghiero. Pensate quando queste due combinazioni si fondono insieme in una sola realtà che tipo che interesse mediatico si può generare! Se si somma il fatto che i protagonisti della notizia sono colossi dell’hotellerie internazionale, a questa atmosfera di hype generalizzata si aggiunge un genuino desiderio di informazioni dettagliate, fotografie, nomi, anteprime.

È il caso del 7 Pines Sardinia, nuovissima apertura tra i Destination by Hyatt, che ha aperto le sue porte in piena estate. Questa tipologia di hotel del gruppo hanno la caratteristica di essere fortemente connotati nel design e negli arredi mostrando una stretta relazione con lo spirito del luogo in cui nascono. Offrono esperienze coinvolgenti, un lusso che loro stessi amano definire rilassato (laid back luxury), un design autentico e un servizio caloroso e accogliente. Aperto il primo agosto 2022, con un numero ancora ristretto di camere e di capienza complessiva, l’hotel è stato da subito la prima scelta di tanti ospiti internazionali in cerca di comfort, mare accessibile e servizi.

La struttura ricorda una sorta di villaggio diffuso, dove le singole aree sono particolarmente dislocate, protette e riservate tra loro ma allo stesso tempo in prossimità l’una dall’altra, così da non risultare scomode da raggiungere. Questa nuova apertura del gruppo, sotto il cappello 7Pines, si differenzia dalle altre europee per una visione totalmente nuova e di rottura nei confronti dell’esclusività e del lusso canonici. Maggiore rispetto del territorio – anche naturale – in cui si è ospitati e l’intenzione di operare in dialogo con il circostante. A partire dalla matericità delle superfici, dalla presenza tangibile ma pur sempre discreta di un’anima sarda, dal verde della vegetazione ai cromatismi che richiamano quelli dell’isola di mare e di terra. Il concept non vuole spiccare per essere la quinta essenza dell’esclusività quanto puntare su un’idea più pervasiva di relax, benessere, grande accoglienza e varietà di servizi. A differenza di tante strutture di eguale categoria, questo hotel affaccia sul mare con una spiaggia di piccole dimensioni ma abbastanza riparata in caso di maestrale e qualche caletta non attrezzata. I sentieri in questo caso sono volutamente senza insegna, per lasciare libera da indicazioni quella piccolissima sfera di wilderness che possono regalare questi spicchi di sabbia lontani dal resto degli ospiti.

Per le famiglie, per chi ama nuotare e per coloro che preferiscono la comodità su tutto, c’è una grande piscina al centro della struttura, su cui affaccia a vetrate l’area fitness e un bistrot – ristorante con servizio all day long. A farvi sentire un po’ a Las Vegas ci pensa il pool bar, un vero e proprio bar per metà a contatto con l’acqua e posizionato sul bordo laterale della piscina. Qui, oltre a sentirsi come Sex and The City versione estate, potete sorseggiare drink seduti nell’acqua senza rischiare di avere mai troppo caldo. Poco distante si sviluppa la zona della laguna. Il nome è fuorviante: in realtà si tratta di un’area più defilata del resort e adults only. Un’altra piscina, più elegante e se vogliamo meno votata al nuoto, su cui si affacciano 15 esclusive suites con veranda, patio e piccolo giardino privato. Le stanze sono strutturate quasi come appartamenti, in cui è rinchiuso il non plus ultra del comfort concepito secondo 7Pines. Ogni suite è dotata di un set di bottiglie degne di un cocktail bar d’autore, bicchieri professionali, utensili per realizzare cocktail ad hoc completi di garnish e ghiaccio, un frigo bar particolarmente ricco di etichette alcoliche e analcoliche e una selezione di snack divertenti. I bagni sono ampi e spaziosi: lo spazio è stato razionalizzato in ogni ambiente senza lesinare sui metri quadri. Per chi sceglie di trascorrervi più giorni, fino a una settimana, sono in assoluto le soluzioni più interessanti di vacanza in totale relax.

E per chi sceglie di vivere l’hotel anche al calar del sole, oltre al ristorante smart casual vista piscina, le possibilità sono due. Il Cone Club, un vero e proprio club appoggiato sul mare, con affaccio sull’arcipelago della Maddalena e si ritrova il sole a picco scendere sotto la linea dell’orizzonte. Una struttura che potrebbe senza problemi appartenere a Ibiza o a qualche lunga spiaggia californiana perché realizzata in legno, particolarmente irregolare e aerodinamica. Una grande consolle per dj set domina la scena – infatti qui si tira fino a tardi dopo l’aperitivo – insieme al colpo d’occhio dato dalle ampie vele mobili che abbracciano l’instancabile vento della costa. Volendo si può mangiare qualche tapas seduti su giganti puff-cuscino che guardano il mare, sorseggiando drink o stappando bottiglie di vino ghiacciato. Il Cone Club è aperto anche ad ospiti esterni all’hotel.

Se siete degli amanti della buona cucina e non vi spaventano i menu degustazione, allora il ristorante principale del 7Pines, Capogiro, è quella tappa che non dovete mancare nella vostra vacanza. Pasquale D’Ambrosio, l’executive chef che sembra un vero padrone di casa, vi saprà guidare con grande entusiasmo e divertimento in un percorso gastronomico da veri intenditori. «Non è stato facile pensare a quale progetto di cucina potesse funzionare meglio in un contesto come questo. Tuttavia, consapevole delle difficoltà, ho scelto di offrire un’esperienza che non fosse la solita mediterranea contemporanea ma puntasse a qualcosa di più. Tanto per gli stranieri quanto per quegli italiani che in vacanza o dalle vicinanze ci vengono a trovare» ci racconta lo chef.  «Non mi era possibile ignorare il territorio, non avendo mai lavorato sull’isola mi sono ritrovato a dovermi costruire ogni relazione dall’inizio, andando a scovare progressivamente i migliori fornitori di questo o quel prodotto».

E tutta questa ricerca la si ritrova nel menu degustazione che spazia dalla carne al pesce, lavorando di semplicità, gusto e stagionalità. Il classico uovo poché è riletto in chiave marittima, puntando su una decisa sapidità e un umami distinto grazie ai ricci di mare, al lardo di rombo e al caviale – che lo chef usa in maniera estensiva nel menu. La triglia di scoglio, a pochi mesi dall’apertura del ristorante, è già un signature. Avvolta in una crosta di filindeu viene servita con un pesto di mandorle e melanzane , pomodoro fresco e maionese di lentisco. La fettuccina di grano grezzo è fatta in casa – molto bene – e proposta con una crema di zucchine di Oristano alla menta, ostrica marinata al carasau e caviale. Assolutamente strepitosa. Le tiene una buona compagnia un altro piatto particolarmente riuscito: il bottone ripieno di catalana di pescatrice servito con brodetto di scampi e lumachine di mare allo spiedo.  Per la zuppa di pesce D’Ambrosio ha scelto di affidarsi alla natura ed è per questo che il piatto si chiama Come vuole il mare in quanto la tipologia di pesci presenti dipende dalla disponibilità giornaliera di frutti di mare e crostacei. Altra voce che segna la contemporaneità di visione e allo stesso tempo il rispetto dell’anima sarda da parte dello chef è il maialino (tonnato). Cotto quasi cento ore, questi piccoli maialini rigorosamente di razza sarda vengono serviti con un filetto crudo di tonno rosso, limone affumicato, mele annurca e foglie di cappero. Una menzione speciale va al servizio del pane, ricco, colorato, saporito, moderno.
Al ristorante Capogiro vale la pena concedersi una cena anche se non siete in vacanza presso il resort. Vi stupirete di quanto si possa rilanciare la tradizione senza perdere di vista la chiarezza complessiva di una proposta gastronomica grintosa, fresca, tecnicamente pressochè perfetta. Segnare in agenda!

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