Paese che vai, “Bike to Work” che trovi. Le iniziative che premiano la mobilità sostenibile, nel caso specifico quella in bicicletta, si stanno diffondendo in tutta Italia.
Ormai da anni il Paese sta vedendo un’importante crescita di progetti volti a ricompensare i cittadini che adoperino le due ruote – classiche o a pedalata assistita – nel tragitto verso il proprio posto di lavoro: una forma di incentivo all’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale e all’attività fisica, con obiettivi che spaziano dalla decongestione del traffico alla riduzione delle emissioni, e ricompense di tipo monetario o in forma di buoni spesa. La costituzione indipendente di tali progetti, circoscritti alle singole amministrazioni comunali, a gruppi di città o aziende, rende tuttavia evidente come manchi una strategia nazionale che renda il “bike to work” un sistema strutturale.
Comuni in prima fila
A Milano, ad esempio, il “Bike to Work” viene promosso con la Milano Bike Challenge, competizione gratuita tra aziende che, con almeno tre dei loro dipendenti, possono vincere una sfida della durata di un mese e mezzo. La sesta edizione, tornata dopo due anni di sospensione, comprende tre classifiche con altrettanti vincitori: l’azienda che saprà mettere in sella la più alta percentuale di lavoratori sul totale; l’azienda con più CO2 risparmiata percorrendo più chilometri; la persona che risparmierà singolarmente più CO2 percorrendo più chilometri. Il movimento viene registrato attraverso l’app Cycle2Work, che includerà nella challenge anche l’attività effettuata nel tempo libero.
Vi sono poi diverse realtà comunali che incentivano i comportamenti virtuosi assieme alle aziende. A Parma, le precedenti edizioni del progetto Bike to work hanno visto la partecipazione di 15 imprese nel 2020 e di ben 25 nel 2021. Circa 280mila km percorsi complessivamente, con l’assegnazione di ricompense per un massimo di 20 centesimi a Km e 50 euro mensili per ogni persona che abbia completato il tragitto casa-lavoro con mezzi sostenibili come, appunto, la bici. La manifestazione di interesse per l’edizione 2022 terminerà il 31 luglio 2023, con l’amministrazione comunale che si dice certa di poter superare i numeri degli anni precedenti. Progetto replicato anche a Ferrara, che ha messo a disposizione un budget di 40mila euro.
Qualcosa di molto simile avviene nella città di Modena, che nel 2021 ha premiato i propri abitanti con 60mila euro: 500 i cittadini iscritti al progetto, che hanno potuto beneficiare di una ricompensa di 15 centesimi a Km percorso in bici o in monopattino all’interno del territorio comunale, lungo il tragitto casa-lavoro. Il risultato è stato un risparmio di 75 tonnellate di anidride carbonica, con l’erogazione in media di 41 euro a trimestre per ogni partecipante.
Il Pin Bike
Sono inoltre 16 le città che in Italia, dalla sua nascita nel 2018, hanno già adottato Pin Bike, il dispositivo che, montato sulla bicicletta, certifica i chilometri percorsi in ambito urbano, per esempio da casa al lavoro o a scuola, dando crediti in denaro spendibili nei negozi della propria città, promuovendo così anche il commercio di prossimità.
I cittadini delle città coinvolte riceveranno un incentivo pari a 25 centesimi di euro al chilometro nelle tratte casa-scuola o casa-lavoro e 7 centesimi al chilometro nelle tratte effettuate nel tempo libero, all’interno del perimetro urbano. I crediti guadagnati, fino a 30 euro al mese a utente, verranno gestiti nel sistema Pin Bike, tramite dei codici/voucher da poter spendere in qualsiasi negozio della città.
Negli scorsi quattro anni, sono stati 1,6 milioni i Km pedalati, pari a 235mila Kg di anidride carbonica risparmiati e 150mila euro di premi erogati.
Da giugno 2022 il sistema è stato installato anche sui mezzi a due ruote dei cittadini di Tallinn, in Estonia, Istanbul, in Turchia, e Braga, in Portogallo, centri urbani in cui è stato esportato grazie a un finanziamento dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia nell’ambito del progetto Bicification.
L’impegno delle aziende
Infine ci sono le iniziative autonome delle aziende, che incentivano e premiano la condivisione dell’auto dei dipendenti con i colleghi o l’uso della bicicletta per recarsi sul luogo di lavoro. A Treviso, Breton Spa permetterà di accumulare tramite cashback crediti di 50 centesimi per ogni tratta, utilizzabili per acquistare buoni regalo. Electrolux ha messo a disposizione, per i dipendenti del sito di Porcia, un servizio di e-bike sharing prenotabile con un’app dedicata e gratuita e con diverse opzioni di noleggio: giornaliero; casa-lavoro; settimanale; fine-settimana. Ai dipendenti che arriveranno in e-bike al lavoro, Fantic Motor farà arrivare invece direttamente in busta paga 25 centesimi per ogni chilometro percorso: su oltre 100 persone, infatti, quasi la metà risiede a meno di 10 Km dalla sede dell’azienda.
A Treviso inoltre qualche mese fa è stato varato un progetto di “Bike to Work” che ha coinvolto 18 Comuni della provincia, oltre ad associazioni di categoria come Ascom, Cna, Confartigianato e Coldiretti, con il supporto della Camera di Commercio di Treviso e Belluno. Ma come riporta Nordesteconomia, si tratta di un progetto mai decollato «a causa di un problema fiscale: il dubbio, non ancora chiarito, è se il premio-incentivo per il lavoratore che sceglie la bicicletta sia o meno da considerarsi un “fringe benefit”, circostanza che ne determina la tassazione». C’è ancora bisogno di qualche ritocco formale per far decollare queste iniziative.