Fari puntati sull’ItaliaDal Fmi avvertono Meloni: attenzione alle spese in deficit e aiuti solo ai deboli

«Invece di dare sussidi per i prezzi della benzina, che toccano chi guida una Panda o una Ferrari alla stessa maniera, bisogna fare in modo che gli aiuti raggiungano chi guida la Panda», dice Domenico Fanizza, direttore del Fondo monetario internazionale per Roma. E bisogna «continuare politiche fiscali coerenti con quella monetaria»

Olivier DOULIERY / AFP

«Bisogna stare attenti, le politiche devono adeguarsi alla situazione che cambia». Serve una «politica fiscale molto prudente, e migliorare l’efficacia del sostegno ai ceti meno abbienti». Sono i consigli al futuro governo italiano che arrivano da Domenico Fanizza, direttore del Fondo monetario internazionale per l’Italia.

«L’incertezza maggiore viene dalla guerra e l’impatto sulla Germania. A questo si aggiungono le politiche fiscali molto espansive di Berlino, con il recente annuncio di misure per 200 miliardi, che avrà un effetto avverso sull’inflazione perché non è coerente con la politica monetaria europea. Complicherà la vita e può avere risultati sfavorevoli per la competitività delle industrie italiane. Noi dovremo avere una politica fiscale che non va contro quella monetaria, è fondamentale per limitare i danni», spiega a Repubblica. «Se la politica fiscale diventa espansiva, complica il compito di quella monetaria. I tassi andranno molto più in alto di quanto sarebbero dovuti andare, in assenza dell’espansione fiscale».

Come deve reagire l’Italia? «Rimanere negli obiettivi di bilancio e consolidamento fiscale identificati, ma cercando di sostenere le porzioni della popolazione che ne hanno più bisogno. In particolare sull’energia, dobbiamo muoverci dal sostegno generalizzato a quello mirato».

Cosa consiglia al prossimo governo? «Continuare politiche fiscali coerenti con quella monetaria. Non possiamo avere una politica monetaria credibile contro l’inflazione, e usare la politica fiscale come leva espansionista. Sarebbe la ricetta per mandare tutto all’aria. Ma questo non vuol dire non sostenere la gente che ne ha bisogno».

In che modo? «Invece di dare sussidi per i prezzi della benzina, che toccano chi guida una Panda o una Ferrari alla stessa maniera, bisogna fare in modo che gli aiuti raggiungano chi guida la Panda. Esistono tecnologie per i trasferimenti mirati». Quindi, «bisogna evitare spese che non hanno impatto sulle persone bisognose».

La flat tax? «I governi decidono sulla base delle preferenze politiche. Però tutto deve essere fatto all’interno di un quadro di coerenza macroeconomica. Se uno vuole fare quello perché ci crede, poi deve tagliare da qualche altra parte. L’esperienza di queste settimane nel Regno Unito dimostra che bisogna andarci molto, molto cauti», risponde.

Il Pnrr, invece, «è fondamentale proseguire e accelerare la messa in opera. È l’opportunità per migliorare debolezze strutturali dell’economia italiana, in particolare i bassi livelli di investimento pubblico che si trascinano da anni».

Ma senza modifiche: «Se iniziamo a ridiscutere tutto, magari anche con ragione, si rallenta il processo. Il perfetto è nemico del buono».

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