La pace non può passare da una resa o da un riconoscimento dei confini imposti dal Paese invasore. Sarebbe l’esatto contrario delle norme del diritto internazionale. Ma non c’è bisogno di aprire i manuali per capire che dal 24 febbraio scorso in Europa si sta compiendo un’aggressione deliberata e insensata da parte di uno Stato autoritario ai danni di uno Stato autonomo e indipendente, suo vicino.
«La pace non deve passare dall’accettazione del fatto che chi ha occupato possa continuare a farlo in virtù di un semplice cessate il fuoco», dice a Linkiesta Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa e Piano Quartieri del Comune di Milano. Il prossimo 5 novembre – mentre a Roma si svolgerà la manifestazione per chiedere l’avvio di un negoziato – Maran sarà in piazza nella sua città, a ricordare che chi invade un Paese deve esser respinto anche perché non accada di nuovo.
La manifestazione è stata annunciata mercoledì dal Terzo Polo (Azione e Italia Viva), che ha organizzato l’evento proprio per ribadire il sostegno all’Ucraina. Cioè l’unica posizione veramente pacifista sull’argomento.
In un post sui suoi profili social Carlo Calenda, leader di Azione, ha chiesto la partecipazione di tutte le forze democratiche del Paese: «Sarà una manifestazione senza bandiere di partito. Invitiamo Partito Democratico, Più Europa, Beppe Sala e tutte le associazioni e le personalità politiche interessate, a partecipare e organizzare con noi», ha scritto Calenda.
È su questa linea che si è inserito Maran. «Mi pare che lo spirito con cui l’hanno lanciata – dice l’assessore – sia il modo giusto per mettersi a disposizione ad allargare la platea, un modo per esprimere tutto lo spirito di vicinanza all’Ucraina».
La pace non può essere resa e riconoscimento dei confini imposti dagli invasori.
Il 5 novembre a #Milano saremo in piazza, senza simboli di partito, a ricordare che chi invade un Paese deve esser respinto anche perché non accada di nuovo. Grazie a @CarloCalenda per l'iniziativa. pic.twitter.com/oy1nzncaxZ— Pierfrancesco Maran (@PierMaran) October 19, 2022
L’idea, però, non è mai stata quella di una contro-manifestazione da opporre a quella organizzata lo stesso giorno a Roma, a cui parteciperà Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle da giorni parla di pace, cessate il fuoco, «tacciano le armi» e altri slogan non adeguati al contesto, a quel che sta accadendo in Ucraina.
«Non starei sul tema della contrapposizione di due manifestazioni», spiega Maran. «L’importante qui è mettere in evidenza la natura di questa guerra: qui non si può invocare la pace con equidistanza, non è una guerra tra due Stati. È la strategia a lungo termine della Russia, dalla Crimea alle operazioni del Donbas di qualche anno fa: creare conflitti, allargarsi, spegnerli in attesa di un momento più proficuo».
Quella di Maran non è non è un’adesione estemporanea. È dall’inizio del conflitto che è in prima linea per aiutare la popolazione ucraina. A fine maggio l’assessore aveva parlato da piazza del Duomo in rappresentanza dell’amministrazione milanese nel giorno del 1,540 anniversario dalla nascita di Kyjiv, durante il corteo di un centinaio di ucraini: «Conosciamo il vostro dolore attraverso i sentimenti dei cinquemila ucraini che ospitiamo a Milano», aveva detto. «La nostra città e l’Italia sono a fianco dell’Ucraina».