Come abbiamo potuto imparare rapidamente sin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, uno degli elementi caratterizzanti dei conflitti di questo secolo è la presenza sempre più importante di una nuova arena di combattimento: lo spazio. In aggiunta ai “tradizionali” campi di battaglia terrestri e aerei, i satelliti sono ormai parte integrante degli strumenti strategici delle parti belligeranti, la cui efficacia nella corsa alle informazioni può determinare una vittoria decisiva o, allo stesso modo, una tragica disfatta.
Il fronte spaziale della guerra in Ucraina ha visto protagonista, fra gli altri, il filantropo Elon Musk e il suo sistema di internet satellitare Starlink. Nelle scorse settimane le fila della resistenza in orbita si sono ulteriormente arricchite: grazie al fundraising organizzato dalla Serhiy Prytula Charity Foundation, che è riuscita a raccogliere donazioni per 17 milioni di dollari, il 18 agosto Kyjiv è riuscita ad acquistare uno dei satelliti del produttore finlandese Iceye.
In base all’accordo, inoltre, Iceye fornirà alle forze armate del Paese l’accesso per un anno a tutte i satelliti a tecnologia Synthetic aperture radar (Sar) della compagnia. I fondi erano inizialmente destinati a una fornitura di droni d’attacco prodotti dalla compagnia turca Baykar, che però ha rifiutato i soldi offrendo gratuitamente tre velivoli all’Ucraina e, di conseguenza, liberando i fondi per altri scopi.
Il potere dei satelliti nel determinare le tattiche militari a terra e il loro esito è stato evidente nel corso dei mesi: le truppe ammassate al confine ucraino prima dell’offensiva su larga scala; le file di veicoli militari russi lunghe decine di chilometri; i crimini delle forze di invasione a Bucha e delle fosse comuni sorte dopo la ritirata dei soldati di Mosca. Niente di tutto questo sarebbe arrivato agli occhi del mondo senza il loro fondamentale sguardo dall’alto, che rende possibile analizzare i movimenti delle truppe nemiche nel corso del tempo.
L’acquisto del satellite Iceye marca un punto di svolta nella corsa allo spazio del Paese. Fino a quel momento, l’Ucraina non disponeva di un satellite su cui poter vantare una proprietà esclusiva (a gennaio il Paese aveva lanciato il suo satellite utilizzando il razzo Falcon 9 di SpaceX, ma dopo un mese aveva registrato malfunzionamenti, interrompendo la sua attività a luglio): i dati necessari venivano forniti da Stati Uniti, Unione Europea e Russia, con l’importante contributo fotografico di compagnie come Maxar Technologies, Planet e BlackSky giunto dopo l’inizio della guerra come parte dei pacchetti di aiuti militari.
Ciò che differenzia questo tipo di strumenti con i satelliti Iceye è la tecnologia. L’attrezzatura ottica utilizzata dalle compagnie statunitensi può funzionare soltanto durante il giorno, e non può penetrare attraverso le nuvole. Considerato che in Ucraina durante l’anno solo il 5% delle giornate può vantare un cielo sgombro da nubi, era necessario per le forze armate poter disporre di qualcosa di più avanzato.
È qui che si inseriscono i satelliti Iceye: tutti i componenti della costellazione in orbita, che conta 21 elementi, possono fare affidamento su radar in grado di osservare la superficie della Terra in ogni condizione meteorologica, attraverso le nuvole e anche in assenza di luce solare, ovvero di notte.
L’efficacia strategica di tale acquisto è presto detta. Venerdì 29 settembre il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, in un comunicato su Facebook, ha scritto di come durante i primi due giorni di attività del satellite siano state individuate più di 60 unità di equipaggiamento militare russo grazie alla tecnologia Sar: «Queste attrezzature sarebbero state molto difficili o impossibili da rilevare con i mezzi dei satelliti ottici» ha affermato, descrivendo come le forze ucraine siano state in grado di colpire gli obiettivi nelle are di Khreshchenivka e Ukrainka, nella regione di Kherson, e vicino a Novoselivka, nella regione di Donetsk: «solo in questi due giorni, il nemico ha perso mezzi militari per un valore superiore al costo dell’intero “progetto satellite”».
Un satellite Iceye pesa 120 chili, e si muove intorno alla Terra a un’altitudine di 570 chilometri. Può sorvolare l’Ucraina due volte al giorno, coprendo un’area di 225 chilometri quadrati e acquisendo immagini con una risoluzione compresa tra 50 centimetri e un metro. Il valore commerciale di una fotografia satellitare varia da 2500 a 5mila dollari. Le immagini scattate vengono inviate nel giro di poche ore all’esercito ucraino, che ne diventa l’unico proprietario.
«Quando mi hanno detto “compriamo un satellite” ho pensato fossero alieni» ha dichiarato Serhiy Prytula, ex comico ucraino oggi attivo in politica, a capo della fondazione che ha effettuato l’acquisto. «Se non vi fidate di ciò che dice il nostro ministero della Difesa» ha affermato Prytula durante una conferenza sulla tecnologia nella città di Leopoli, «non so di chi altro potete fidarvi».
Al contrario dell’Ucraina, la Russia ha sempre potuto fare affidamento sui propri satelliti. Secondo alcuni osservatori, Mosca può contare su una decina di satelliti civili e militari, che però non si aspettava di utilizzare in quella che avrebbe dovuto essere una “guerra lampo”. Ad agosto, un razzo russo ha lanciato in orbita un satellite iraniano, testimoniando la crescente cooperazione tra i due Paesi, entrambi soggetti a sanzioni occidentali.