Quando beviamo qualcosa di meno lavorato, e che ha al suo interno meno ingredienti, abbiamo l’impressione di bere più sano. Una delle doti che si dà al vino naturale è la sua migliore tollerabilità per il nostro corpo: rispetto a quello convenzionale si pensa spesso che il vino naturale non dia mal di testa e ci conceda postumi di una sbornia meno gravi; nessuna disidratazione e in generale una migliore salute intestinale. Un recente articolo sul New York Times ha cercato di capire se queste affermazioni sono vere e soprattutto se a parte uno storytelling ben condotto, dietro a queste credenze ci sia anche una verità scientifica. E partendo da quanto afferma Anita Oberholster, esperta del settore del vino presso l’Università della California «non ci sono prove chiare».
Su che cosa sia davvero il vino naturale abbiamo scritto più volte, ma facciamo una sintesi: a differenza dei prodotti biologici certificati, che devono aderire a una serie chiara e regolamentata di requisiti, il vino naturale è nel migliore dei casi il risultato di un insieme di principi di produzione volontari e di buone intenzioni personali. L’idea di base è il non interventismo, né in vigna né in cantina. Come sottolinea il NYT, nel peggiore dei casi la dizione “vino naturale” è una parola d’ordine del marketing, che sfrutta una tendenza estremamente popolare. Continua Oberholster: «Siccome il termine non è regolamentato, se un’azienda ti dice che ti sta vendendo vino naturale, è impossibile sapere cosa sta effettivamente affermando».
L’analisi procede per ciascuno degli assunti che rendono il vino naturale così affascinante. Iniziando dal non uso di pesticidi in vigna. Il livello di pesticidi consentito dalla legge è infinitesimale, e al momento non siamo in grado di dimostrare che questo livello così basso sia dannoso per la salute. Prosegue la professoressa: «I livelli di pesticidi consentiti nel vino sono a malapena rilevabili. Non saremmo nemmeno in grado di misurarli senza strumenti molto avanzati. I livelli sono molto al di sotto di qualsiasi cosa che possa avere un impatto sulla salute umana». È vero che potrebbero agire in accumulo, ma al momento non abbiamo prove scientifiche che questo avvenga.
I postumi di una sbornia sono meno gravi se bevi naturale
C’è la sensazione tra gli appassionati che il vino naturale sia meno duro o dannoso per la tua costituzione generale – gentile con il proprio sistema, come ha detto Simon Woolf, giornalista ed esperto di vino, in un’intervista del 2020 con Wine Scholar Guild.
Alice Feiring, una celebre scrittrice di vini di New York City, ha detto: «Non voglio sembrare un fanatico, ma il vino naturale mi fa sentire davvero meglio», ma questa non è un’affermazione scientificamente fondata. Ma veniamo alla capacità del vino naturale di farsi “reggere” meglio. Avendo di solito un livello di alcol in volume (ABV) inferiore rispetto ai vini convenzionali, alcuni dicono che sia più facile da elaborare il giorno dopo. Andrew Waterhouse, professore emerito e direttore del Robert Mondavi Institute of Wine and Food Science presso l’Università della California, ha affermato che il vino naturale non ha purtroppo questa dote: «Non c’è assolutamente alcuna prova che la sbornia con vino naturale sarà meno grave. Non c’è nessun trucco magico per evitare gli effetti dell’alcol. Tra l’altro, non è assolutamente vero che i vini naturali abbiano ABV più bassi, basta guardare le etichette».
Di sicuro se bevi naturale in bottiglia ci sono meno solfiti
Un’altra affermazione prevalente è che sia i solfiti aggiunti che quelli naturali nei vini convenzionali sono dannosi per la salute umana. È vero che un’eccessiva esposizione al solfito può causare una serie di problemi, tra cui lievi mal di testa e disidratazione e grave distress respiratorio.
Negli anni ’80, è stato ampiamente dimostrato che alti livelli di solfiti spruzzati sulle verdure delle insalate per impedirne l’appassimento o l’imbrunimento stavano facendo ammalare molte persone. Il vino convenzionale può contenere legalmente in Italia 200 parti per milione di solfiti (per i bianchi) e 150 per i rossi. Il vino naturale generalmente limita i livelli di solfiti a 100 parti per milione, ma in genere tutti i vini ben fatti – convenzionali compresi – ne contengono molto meno. Amarat Simonne, professore di sicurezza alimentare presso l’Università della Florida che ha studiato gli effetti dei solfiti sulla salute umana sostiene che, a meno tu non sia tra il 2 e il 3 percento delle persone che soffrono di intolleranza ai solfiti, l’esposizione ai livelli di solfiti legalmente consentiti negli alimenti e nelle bevande non influirà negativamente sulla tua salute. «Ma non si sa mai», ha aggiunto. «La tolleranza delle persone ai solfiti può variare nel tempo». Quelli con vere intolleranze al solfito, specialmente se hanno l’asma, potrebbero potenzialmente affrontare complicazioni respiratorie dovute all’esposizione alle sostanze chimiche nel vino convenzionale. Più probabilmente, gli intolleranti ai solfiti possono ritrovarsi particolarmente disidratati e con mal di testa dopo aver bevuto vino non naturale, sintomi che corrispondono a una sbornia tradizionale. E se proprio vogliamo parlare di solforosa, ci sono livelli molto più alti nella frutta secca… Ma la conclusione del dottor Waterhouse è determinante: «Non sono a conoscenza di dati che indichino che il vino con l’aggiunta di solfiti abbia esiti negativi sulla salute per la maggior parte delle persone».
I vini naturali non fanno male all’intestino e anzi aiutano le sue funzioni
È la tesi di tanti appassionati: poiché il vino naturale è ricco di batteri buoni, che non vengono filtrati o minimizzati durante il processo di vinificazione, il vino naturale può migliorare il benessere dell’intestino.
L’evidenza: diversi studi hanno indicato (con cautela) che il vino rosso potrebbe avere benefici digestivi, ma sono necessarie ulteriori ricerche. E nessuno di questi studi ha differenziato tra vini naturali e convenzionali. David Mills, biologo molecolare e illustre professore nei dipartimenti di scienza e tecnologia alimentare e viticoltura ed enologia presso l’Università della California, pensa che anche con ricerche approfondite la differenza non dovrebbe esserci: «Non ci sarebbe alcuna differenza significativa nel contenuto microbico, indipendentemente dal fatto che si tratti del cosiddetto vino naturale o meno», scettico sui significativi benefici per la salute dell’intestino derivanti dal consumo di qualsiasi tipo di vino. Possono esserci batteri lattici di diverse famiglie e lieviti quiescenti, ma quelli ci faranno al massimo brontolare la pancia… «L’alcol ucciderà comunque la maggior parte dei batteri benefici, quindi non è che il vino si avvicinerà mai al livello del kimchi o dello yogurt». Peccato!
Come ormai diciamo spesso su queste pagine: se amiamo i vini naturali, o alcuni vini naturali, semplicemente beviamoli, senza ammantarli però di virtù che non possono avere.