La manovra economica è stata promossa a Bruxelles dal punto di vista degli obiettivi di bilancio, ma con diversi rilievi: sulle riforme in sospeso, le pensioni, l’uso del contante, il limite a 60 euro per l’obbligo del Pos e la lotta all’evasione fiscale. «La proposta del documento Programmatico di bilancio rispetta le raccomandazioni del Consiglio Europeo del mese di luglio», ha spiegato il commissario per l’Economia Paolo Gentiloni, «ovvero di tenere sotto controllo la spesa corrente, in un contesto attuale caratterizzato da alta inflazione e dalla stretta della politica monetaria».
Il governo non nasconde la soddisfazione: «Una valutazione positiva che conferma la bontà del lavoro del governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta», afferma la premier Giorgia Meloni. «Abbiamo smentito i gufi nazionali», commenta il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E ai giornalisti che gli chiedono conto delle osservazioni della Ue, replica: «Voi guardate il pelo nell’uovo. Ci sono dieci Paesi che sono in linea. Noi giochiamo in Champions League, poi ce ne sono dieci che giocano in Europa League. Adesso venite qui a contestarci che giochiamo in Champions League? Magari non la vinciamo, però è una bella soddisfazione».
In dettaglio, la Commissione Europea sprona l’Italia a proseguire sulla via delle riforme, e in particolare su quella fiscale, compreso il taglio del cuneo, «per ridurre le imposte sul lavoro». E inoltre, boccia come «misure non coerenti con le raccomandazioni» le nuove norme sulle pensioni, che comunque permettono ancora in diversi casi l’uscita anticipata, sia pure a condizioni più restrittive rispetto a quelle in vigore in precedenza, e quelle che potrebbero favorire l’evasione fiscale. Si tratta dell’innalzamento a 60 euro del limite per rifiutare i pagamenti col Pos senza incorrere in sanzioni, del nuovo tetto al contante, che passa dagli attuali 2mila a 5mila euro, e della cancellazione dei debiti fiscali inferiori a 1.000 euro per i 15 anni tra il 2000 e il 2015, che viene bollata come una misura «equivalente a un condono». Misure che, fa notare Gentiloni, potrebbero anche «contraddire, capovolgere» alcuni importanti obiettivi del Pnrr.
Quello che Giorgetti minimizza come «il pelo nell’uovo» costituiscono invece una questione politica di prima grandezza. Perché è proprio sui punti critici indicati da Bruxelles, dalla flat tax ai prepensionamenti facili, che il governo ha costruito la sua narrazione identitaria della manovra. E la bocciatura europea – fa notare Repubblica – cade in particolare su tutte le bandiere politiche della Lega di Salvini.
Se il governo ha messo l’accento sul giudizio positivo piuttosto che sulle critiche, i rilievi non sono passati inosservati dai mercati: i rendimenti dei Btp decennali sono risaliti di dodici punti base, al 3,906%, quando è stato diffuso il documento di Bruxelles sulla manovra, mentre lo spread con il Bund tedesco si è allargato di sei punti base a 192,7. La reazione poi è un po’ rientrata: in chiusura i rendimenti dei Btp decennali hanno ripiegato al 3,85% e lo spread a 192 punti.
Tra le norme criticate, ce n’è però sicuramente una che potrebbe cambiare nella direzione indicata dalla Ue: secondo il Corriere, in Parlamento la maggioranza punta a far scendere la soglia per i pagamenti digitali che l’esercente non può rifiutarsi di accettare da 60 a 30 euro.