Fideuram Asset Management SGR, la società di asset management della divisione Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking è stata la prima SGR italiana – insieme alle altre società attive nell’asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo – ad aderire e annunciare gli impegni stabiliti dalla Net Zero Asset Managers Initiative per raggiungere entro il 2050 zero emissioni nette di gas serra. In occasione della VII° edizione del Salone SRI 2022, tenutosi il 14 e il 15 novembre presso Palazzo delle Stelline, a Milano, Linkiesta ha discusso di questa iniziativa e dell’impegno di Fideuram Asset Management SGR in ambito ESG e sostenibilità con Simone Chelini, Head of Esg & Strategic Activism della società.
Chelini, in cosa consiste l’iniziativa Net-Zero Asset Managers Initiative?
L’iniziativa prevede degli obiettivi finalizzati a raggiungere, entro il 2050, la neutralità delle emissioni nette di gas serra dei patrimoni gestiti da Fideuram Asset Management SGR. È un’attività che guarda al futuro del nostro pianeta, una sfida epocale.
Come si traduce, concretamente, questa iniziativa?
Nell’intraprendere un dialogo costruttivo tra Fideuram Asset Management SGR e le società partecipate per valutare, discutere e abilitare i rispettivi percorsi e le strategie di decarbonizzazione, da qui al 2050. Un’attività di engagement con le aziende per illustrare loro quanto è importante adottare strategie di decarbonizzazione.
Perché è così importante coinvolgere le aziende?
Perché mai come ora ogni azienda ha una responsabilità sociale nei confronti di tutta la società civile. Occorre dunque sempre più puntare a uno sviluppo economico che guardi benessere generale, integrando la dimensione sociale e ambientale. Siamo di fronte a una transizione necessaria, urgente e in grado di generare enormi opportunità finanziare e d’investimento.
Quali sono i target per raggiungere l’obiettivo di neutralità delle emissioni, poi tradotti nella Net-Zero Asset Managers Initiative?
Gli impegni assunti con l’adesione alla NZAMI si articolano in quattro diversi ambiti di azione; si parte con l’identificare la percentuale del perimetro degli asset gestiti e soggetti all’iniziativa Net-Zero per poi mappare – in un secondo step – gli emittenti nei quali si investe, in sei cluster di allineamento alla Net-Zero. Il terzo obiettivo è quello dell’engagement, il cuore dell’iniziativa: un’interazione continua con le società partecipate per incentivarle ad attuare percorsi di decarbonizzazione. Nel quarto (e ultimo ambito di azione) le società formalizzano – attraverso le climate solutions – il loro impegno ad aumentare gli investimenti in attività ecosostenibili.
Qual è l’impegno finale per gli asset manager che aderiscono a questa iniziativa?
L’obiettivo è raggiungere, entro il 2050, la neutralità delle emissioni nette di gas serra di tutti i patrimoni gestiti, attraverso target intermedi molto sfidanti.
Quali sono questi target intermedi?
L’iniziativa Net-Zero Asset Managers Initiative prevede una roadmap ben definita. Entro i prossimi sette anni (2030), ad esempio, gli aderenti dovranno impegnarsi a dimezzare le emissioni di gas serra dei portafogli “in scope” calcolati in base a dei modelli scientifici predefiniti. Nel 2040, poi, tutte le aziende presenti nei portafogli dovranno essere ricomprese nei primi due clusters, Achieving NZ o Aligned to NZ, quindi aver già raggiunto la neutralità carbonica o essere su una traiettoria che permette loro di raggiungerla nei successivi 10 anni o prima. Un percorso che non prevede scorciatoie, le aziende che non adotteranno questi cambiamenti dovranno necessariamente uscire dai nostri portafogli.
Come si declina l’impegno degli asset manager nei confronti della sostenibilità?
Il compito degli asset manager è valorizzare, nel tempo, i risparmi dei nostri clienti. Tradurre in parametri finanziari le metriche di sostenibilità, è dunque un obiettivo primario della nostra industria. L’efficienza di un portafoglio va letta dunque in tre dimensioni; al binomio rischio e rendimento finanziario, vanno integrati anche i fattori ESG. Ormai è risaputo che l’integrazione dei parametri ESG nella gestione dell’investimento porta, a parità di rischio, a migliori performance e viceversa.
Quali iniziative avete realizzato per promuovere con la clientela soluzioni d’investimento sostenibili?
La sostenibilità è un argomento complesso, passato recentemente dall’essere di nicchia a mainstream. Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking ha avviato un ambizioso Programma ESG di Divisione che ha, tra i principali obiettivi, anche quello d’includere i fattori e i rischi di sostenibilità sia nel processo d’investimento sia nell’attività di consulenza finanziaria. È fondamentale inoltre il programma d’ingaggio e formazione della rete sviluppato dalla Divisione che alla fine del percorso, nel 2023, avrà erogato circa 132.000 ore si aula ai nostri consulenti finanziari. Si tratta di un progetto intrapreso con grande coerenza, in linea con l’attenzione dimostrata dall’amministratore delegato di Fideuram – ISPB, Tommaso Corcos che ha posto da tempo il tema della sostenibilità come uno dei pilastri delle strategie di sviluppo della Divisione Private.