Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina lo scorso 24 febbraio c’è stato un grande dispiegamento di sistemi da guerra tecnologici, innovativi, alcuni imprevisti e imprevedibili, altri destinati forse a cambiare anche le guerre del futuro.
È stato fatto un grande uso di droni militari, strumenti utilissimi e molto versatili, che permettono una gran varietà di operazioni. Ne sono stati usati già decine di migliaia, per osservare le posizioni del nemico o per guidare attacchi verso obiettivi mirati. L’ultima trovata, la più sorprendente e la più insolita, è degli ucraini: i droni possono essere usati per guidare i soldati russi verso la resa.
Questo genere di operazioni sono iniziate intorno alla fine di novembre. Un video diffuso in quei giorni dall’esercito ucraino mostrava un soldato russo mentre getta a terra la sua arma, alza le mani e segue la strada tracciata da un drone che sorvola la sua testa e lo conduce ai soldati di Kyjiv.
«È troppo presto per sapere se quest’uso particolare di droni attirerà un numero significativo di disertori russi, ma è un’arma in più nelle mani degli ucraini per trovare soldati nemici, e se non altro potrebbe contribuire a fiaccare ulteriormente il morale russo sul campo di battaglia», scrive Marc Santora sul New York Times (il nome italian sounding del giornalista è proprio l’originale, non è la traduzione di Google Translate).
La nuova strategia fa parte di un programma più ampio dell’esercito ucraino, chiamato “Voglio vivere” (ХОЧУ ЖИТЬ, in ucraino), pensato proprio per convincere i soldati russi ad arrendersi. Tra i vari strumenti del programma c’è una linea telefonica ad hoc, un sito web e un canale Telegram, tutto dedicato alla comunicazione con i soldati russi e le loro famiglie.
Il canale Telegram è in russo e al momento ha più di quarantamila iscritti, quasi tutti localizzati in Russia o nei territori ucraini controllati dalle truppe di Mosca. Mentre gli operatori della linea telefonica sono attivi quasi ventiquattro ore al giorno, e ognuno di loro risponde fino a cento chiamate al giorno, secondo le fonti dell’esercito ucraino citate dal New York Times.
«Lo stato maggiore ucraino – si legge nell’articolo – ha prodotto un video con le istruzioni su come i soldati russi possono arrendersi a un drone, era pronto all’inizio di dicembre. Il primo passo è chiamare la linea telefonica del progetto “Voglio vivere” e ricevere indicazioni e coordinate. Se la batteria del drone si guasta, il soldato deve attendere l’arrivo di un nuovo drone per continuare a muoversi». È il primo programma progettato per utilizzare i droni su larga scala come parte di un’operazione che incoraggia la resa dei soldati del fronte opposto.
I risultati di “Voglio vivere”, al momento, sembrano al di sopra delle aspettative. Petro Yatsenko, portavoce del quartier generale ucraino di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra, ha detto che l’Ucraina ha ricevuto più di quattromila richieste dirette di informazioni su come arrendersi.
L’articolo del New York Times cita l’occasione di sfruttare «il morale basso» delle truppe al servizio del Cremlino. Non è una frase di circostanza. Le sconfitte in serie dell’esercito russo, in particolare quelle successive alla mobilitazione dello scorso settembre, hanno costretto i quadri militari di Mosca a mandare avanti reclute poco addestrate e con scarsi rifornimenti, quindi anche con scarse motivazioni. Non a caso la maggior parte delle richieste di resa da parte dei russi arrivano da «persone che stanno valutando la possibilità di salvarsi da questa guerra sanguinosa e ingiusta».
L’idea di indurre le truppe avversarie alla resa non è poi così rara. Si usa spesso in conflitti sul terreno di questo tipo, e generalmente lo fanno gli eserciti che si sentono in vantaggio per evitare ulteriori spargimenti di sangue e spreco di munizioni.
«In primavera i russi usavano i droni per inviare inviando messaggi, via sms, agli abbonati di telefonia mobile ucraini dicendo loro di deporre le armi», spiega il New York Times. «Ma non ci sono prove che i droni russi “text-to-arrender” abbiano avuto alcun impatto». L’Ucraina invece aveva già usato i razzi Vampire per far piovere millecinquecento volantini per volta tra le truppe russe. Un modo low-tech per fare la stessa operazione quando manca la connessione internet. Generalmente, quando l’Ucraina cattura i soldati russi li manda nei campi di prigionia, di cui il più grande si trova nel nord-ovest del Paese, vicino Leopoli.