È quasi giunto il momento di festeggiare il Capodanno cinese del 2023 che, come sappiamo, segue ritmi, schemi e simbologie ben diverse dalle nostre. Oltre a essere celebrato con quasi un mese di ritardo rispetto alla notte di San Silvestro, le danze, i balli, le luci, i cortei e le parate proseguono per almeno quarantotto ore di fila, coinvolgendo di fatto le capitali di tutto il mondo: si sa, le comunità cinesi coabitano ormai all’interno di tutte le realtà urbane, piccole o grandi, delle geografie occidentali. Siamo talmente affezionati alla loro cultura, alle loro tradizioni e alla loro estetica, da averle inevitabilmente inglobate. Le abbiamo fatte nostre. Ne siamo affascinati, incuriositi e, oltre alla smania dei viaggi in Asia e all’incetta di film e fumetti manga, attendiamo l’ingresso nell’anno nuovo con emozione.
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Secondo il calendario cinese, infatti, uscire da un’annata per incedere in quella successiva coincide con i moti dello zodiaco. Fin qui nulla di nuovo. Anche noi, durante la settimana di pigra attesa tra il Natale e il Capodanno, sfogliamo le pagine di Astra o ascoltiamo distrattamente i pronostici relativi al nostro segno, che abbondano su tutti i social network in una sorta di terno al lotto: a chi andrà lo scettro? Chi sarà il più fortunato? A chi toccherà Saturno contro e la sua dannata opposizione, o peggio, la sua quadratura?
In Cina, però, il proprio segno – l’animale sotto il quale si è nati – assume una patina di sacralità in grado di intervenire non solo sugli accidenti personali, ma sull’intero corso della storia. Innanzitutto, non ha a che vedere con i cieli né con i pianeti. Riguarda l’anno in cui si è venuti al mondo, che sancisce di fatto un’appartenenza, uno status, caratteristiche precise, e si ripete ogni dodici. Strano ma vero, in Oriente in questo caso sono più “storicisti” di noi, tutti tesi a interpretare le rotazioni astrali.
Così, saluteremo l’anno della Tigre, con cui si conclude il 2022, distinta da irruenza, impulsività, competizione e coraggio. E accoglieremo il Coniglio, la sua placidità, la sua responsabilità, la sua logica. Da una parte, il tripudio: apparentemente niente catastrofi, niente smottamenti, niente crisi telluriche. E però, anche maggiore incetta di risorse. Dedizione, spirito di sacrificio. Meno turbini, più operosità.
Comunque sia, a Chinatown si rullano i tamburi. E le iniziative traboccano, a cominciare dal mondo della moda che da mesi ha sancito una serie di pezzi ad hoc: dagli orologi di Dior con il coniglio raffigurato nel quadrante, ai piccoli accessori di Louis Vuitton, alla campagna di Miu Miu con la brand ambassador Qiu Tian. La scelta non è casuale, considerando che la Cina si contende con gli Stati Uniti il primato per il mercato del lusso e che la riapertura dei confini nazionali dopo ben due anni di restrizioni da Covid-19 potrebbe coincidere con un rialzo improvviso delle azioni.
L’interpretazione di Acne Studios verte sul simbolismo positivo e presenta una capsule nata dalla collaborazione con l’artista Apollinaria Broche. Longevità, pace, prosperità, gentilezza. Ecco i tratti di personalità del coniglio, o almeno, quelli che si spera si riveleranno prevalenti. L’artista franco-russa è famosa per le sue sculture in ceramica ispirate agli animali, o meglio, ai ninnoli dietro le vetrinette nelle vecchie case di una volta.
Da qui è nato un vero e proprio personaggio, già presentato in occasione della fashion week autunnale e che pare uscito da un racconto di favole per bambini: Bun Bun. Grazie agli elementi della tradizione che lo vedono portatore di serenità e ricchezza, è stato subito ammantato di una ventata di buon auspicio, e ribattezzato “coniglio portafortuna”. Spunta nell‘oggettistica domestica, in una serie di sculture smaltate in edizione limitata, tra i gioielli – come singolo gioiello a cerchio d’argento o come pendente da una collana a catena. Addirittura fa capolino dall‘iconica borsa Masubi ed è disegnato su una grande coperta lavorata a maglia color rosa, della stessa tonalità delle grandi orecchie e del muso di Bun Bun.
Nonostante sia fieramente e indiscutibilmente giapponese, anche Hayao Miyazaki ha rilasciato la sua benedizione al Capodanno cinese: uno sketch disegnato appositamente e condiviso dai canali di comunicazione dello Studio Ghibli, in cui, oltre al suo celebre personaggio Totoro, protagonista del film di animazione Il mio vicino Totoro del 1988, e a due spiritelli della fuliggine, o “nerini del buio” (in giapponese susuwatari), si affaccia il coniglio U-chan, creato per l’occasione. Chissà, magari lo ritroveremo nel prossimo anime dell’artista, il quale dichiara da almeno una decina d’anni di avere definitivamente concluso la carriera, e invece siamo in attesa del suo nuovo capolavoro, dal titolo How do you live e previsto nel luglio del 2023.
あけましておめでとうございます。
宮﨑さんが描いた兎。
名前は、うーちゃん。
ふーちゃんという双子がいるそうです。本年も宜しくお願い申し上げます。 pic.twitter.com/W86BmQhmxe
— スタジオジブリ STUDIO GHIBLI (@JP_GHIBLI) December 31, 2022
Infine, come non citare gli storici pezzi di design di Stefano Giovannoni, il quale in tempi non sospetti affermava che il coniglio è sinonimo di amore, fortuna e fertilità. Per questo le sue lampade e le sue sedie, in cui la forma dell’animale è stilizzata e se ne accennano giusto i contorni, erano adatte a un pubblico trasversale, composto di adulti, ma anche di bambini.
Se siete in cerca di un dettaglio interior da regalare a qualcuno, ecco la futurista poltrona d’avanguardia. Le orecchie rappresentano lo schienale e il dorso diventa una comoda, dritta, lunga seduta. Un finesettimana condito di ravioli gyoza, ramen e bao, ed ecco completa la celebrazione di questo «gentle, lovable, shy animal» secondo la definizione del brand Qeeboo, lanciato da Giovannoni nel 2016. Che era l’anno della Scimmia. Le cui caratteristiche sono, non a caso, arguzia, intelligenza, curiosità.