Il discorso di VarsaviaBasta una parola di Putin per far finire la guerra, dice Biden

Un anno dopo l’aggressione del Cremlino, le democrazie sono unite e non si stancheranno mai di sostenere Kyjiv. Il presidente americano ricorda l’articolo 5 della Nato: «Un attacco contro uno è un attacco contro tutti»

Foto: YouTube/White House

«Stati Uniti ed Europa non vogliono distruggere la Russia, non vogliamo attaccarla, come Putin ha detto oggi. Questa guerra non è mai stata una necessità, è una tragedia. Ogni giorno in cui continua è una scelta di Putin, potrebbe concluderla con una parola, se smettesse di attaccare. Se l’Ucraina smettesse di difendersi, invece, sarebbe la fine dell’Ucraina». Il presidente americano si rivolge (anche) al popolo della Federazione nel suo discorso dal castello di Varsavia: lo stesso luogo dove, a marzo dell’anno scorso, aveva declinato nel campo dei valori la battaglia di lungo periodo davanti all’Occidente.

Ha ricordato il suo intervento di quasi un anno fa, «a poche settimane dall’assalto assassino di Putin all’Ucraina». Soprattutto, ha ricordato come il mondo libero fosse pronto alla caduta di Kyjiv, al punto da averla quasi accettata, e come invece il coraggio del popolo ucraino l’abbia smentita. La capitale ha resistito «forte, orgogliosa e libera», ma è cominciato «un test per America, Nato, tutte le democrazie, non solo l’Ucraina». Invece di «finlandizzare» la Nato, scherza il presidente con un gioco di parole, si sono «natizzate» Finlandia e Svezia.

Le domande di allora erano semplici. «Un anno dopo conosciamo le risposte, il mondo non si è girato dall’altra parte». Biden racconta l’onore della visita di lunedì a Volodymyr Zelensky, perché «combattiamo per le stesse cose». L’Alleanza atlantica è «più forte che mai», a differenza dei tiranni del mondo, non si dividerà né si stancherà di sostenere l’Ucraina. Sarà l’amore di quel popolo coraggioso a prevalere. «Oggi, domani e per sempre». Il principio dell’Articolo 5 del Trattato non si tocca: «Un attacco contro uno è un attacco contro tutti, è il patto sacro di difendere ogni palmo di territorio Nato».

In gioco c’è la libertà. Le scelte che «prenderemo nei prossimi cinque anni avranno conseguenze sui prossimi decenni». All’appetito degli autocrati non si deve rispondere con l’appeasement, ma con l’opposizione (in inglese un altro gioco di parole: «appeased» / «opposed»), bisogna replicar loro a suon di «No», unica parola che capiscono, e dovranno pagare i loro crimini. Infine, «l’Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia. Mai».