Tempo di un bacio, a San ValentinoGli acquerelli che ritraggono il gesto più inclusivo e rivoluzionario della storia

Sono tutti opera di Severino Salvemini, economista ma anche artista. La mostra rimarrà aperta fino al 18 marzo alla galleria Nuages di Milano. Attraverso le immagini iconiche del nostro tempo, ecco un tributo all’amore nel giorno degli innamorati

Quali sono i baci più famosi della storia? Il protagonista di Nuovo cinema Paradiso rientra nella piccola, fatiscente sala cinematografica della sua infanzia e della sua adolescenza, siede su una delle poltroncine basse e assiste, in qualità di unico spettatore, a un breve cortometraggio che aveva montato quando era giovane: sequenze di baci appassionati tra i personaggi delle pellicole del cinema muto. A cinquant’anni di distanza, quella visione gli procura una struggente, beata commozione.

Perché? Perché rappresenta il miraggio di un passato non più recuperabile? Perché consiste nella prima, autentica opera della sua successiva carriera di regista? Oppure perché il bacio, a prescindere da tutto e sempre nella storia dell’immagine, contiene un incanto speciale?

courtesy of BMW

Proprio il giorno di San Valentino Mini inaugura la mostra di Severino Salvemini alla galleria Nuages di Milano. Tutti acquerelli, tutti dedicati ai baci. Incontro di bocche, legami sentimentali, di amicizia, storici, iconici o casuali. Quello tra John Lennon e Yoko Ono, quello tra Eva Kant e Diabolik, tra Marylin Monroe e Joe Di Maggio. Quello tra la principessa e il suo ranocchio.

Baci tra i passanti attraverso le strade di Parigi o di New York, dentro i caffè o sulle spiagge. I baci sono anche espressione di trattati, di tregue, di accordi, di complicità strategiche. Come quello tra Leonid Breznev e Erich Honecker, raffigurato sui celebri murales a Berlino, in mezzo ai resti del muro.

courtesy of BMW

Perfino due Mini si scambiano un tenero bacio e configurano un simbolo, che non solo celebra uno dei quattro marchi del gruppo BMW – insieme a BMW, Rolls-Royce e Bmw Motorrad – ma è oggetto di una nuova e inedita corrente, identitaria e relazionale: la progressiva scomparsa di limiti, di confini, di territori fissamente stabiliti entro i quali muoversi corrisponde certamente al grande mutamenti della nostra epoca.

Mini lo chiama BIG LOVE. In maiuscolo. Una sorta di appello, di imperativo all’inclusione, anzi, alla passione, declinata in tutte le sue forme. Nonostante dunque si tratti di automobili, che per antonomasia sono la raffigurazione di un universo meccanicistico, artificioso, oggi causa di numerosi attriti in merito ambientale, lo scopo sembra essere unico e universale: il tentativo di inserirsi, anche forzatamente, entro un percorso collettivo, nel flusso della storia che procede innanzi. Non restare indietro.

courtesy of BMW

L’autore dei dipinti, in questo senso, è il perfetto corrispondente: nato e svezzato dai comparti aziendali, economista e professore emerito all’università Bocconi di Milano, editorialista del Corriere della sera, si dedica all’arte per puro diletto, per puro “sconfinamento” dai paradigmi di partenza, come sottolinea lo stesso compart BMW.

E di sconfinamento si parla anche in materia di macchine, laddove investono il campo astratto e sospeso dell’amore. I ritratti sono in tutto centocinquantadue e sono raccolti in un volume dal titolo Baci. Come racconta lo stesso autore, gli è bastato cercare la parola, solo quella, su un qualsiasi canale di ricerca nel web. Centinaia di migliaia di contributi, di immagini, di riferimenti, di frame provenienti dal mondo dell’arte, della musica, del cinema, dei cartoni animati. Proprio come in quella famosa scena del film di Giuseppe Tornatore.

E allora il gesto è necessario raccoglierlo, registrarlo, dargli un nome, anche se non è essenziale, anche se permangono problemi più urgenti. Non è l’amore tutto, del resto, la più frivola delle attività e pure, da millenni, quella a cui attribuiamo «la sala del trono» del nostro cuore, come scriveva Flaubert?

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