«When we were young, oh, oh, we did enough, when it got cold, we bundled up. I can’t be told, it can’t be done». Leggere questa frase senza canticchiare Stubborn Love, capolavoro dei Lumineers risalente ormai a undici anni fa, è un’impresa ardua. O, almeno, lo è per chi ama quel folk rock/indie folk anglosassone dal mood al contempo allegro e malinconico, quelle canzoni in grado di sprigionare emozioni contrastanti, che si ascolterebbero all’infinito nonostante quella lacrima che scorre lentamente sul viso.
Il co-fondatore della band statunitense, il polistrumentista, cantautore e compositore Jeremiah Fraites, sarà presente nella cornice di OGR Torino sabato 11 marzo dalle ore 21:00. Non per suonare il piano, la batteria o uno strumento a percussione accompagnato dall’inconfondibile voce di Wesley Keith Schultz, ma per presentare – in un live finora esclusivo – il suo primo lavoro da solista: «Non riesco quasi a crederci! Entrambi gli spettacoli sono andati sold out in meno di un minuto! Grazie, grazie mille a tutti i fan che hanno prenotato», ha scritto, incredulo, l’artista sul suo profilo Instagram.
Il pubblico dell’evento OGR Club ascolterà live le canzoni del disco strumentale Piano Piano, uscito nel 2021, in cui domina incontrastato il suono del suo pianoforte. Il capoluogo piemontese si conferma quindi una calamita per gli artisti internazionali di una certa caratura, capaci di intercettare un pubblico sì ampio, ma che se ne intende. I più attenti noteranno quindi le influenze folk all’interno di un album che è il risultato di un lavoro lungo quasi dieci anni.
Jeremiah Fraites, com’è facile da intuire grazie al nome del disco, è molto legato al nostro Paese: basti pensare che sua moglie, Francesca Lazzarin, è italiana. E la coppia, assieme ai due figli, vive a Torino da più di un anno. Una città che, in un’intervista uscita sulla Stampa poco più di un anno fa, Fraites ha definito «il suo lato positivo». «Vivo in Italia, sono padre, credo che quando hai meno tempo lo apprezzi di più e lo usi in modo più consapevole», ha aggiunto.
L’artista nato nel 1986 a Ramsey, nel New Jersey, si esibirà al piano accompagnato da Fortunato D’Ascola al contrabbasso, Giulia Pecora al violino, Filippo Cornaglia alla batteria e al sintetizzatore, Clarissa Marino al violoncello. Il contesto sarà perfetto per entrare in sintonia con il protagonista della serata: il Duomo delle Officine Grandi Riparazioni (OGR) – complesso industriale rinato grazie a un processo di riqualificazione di successo – è sprovvisto di palco. Tutti insieme appassionatamente, cullati dalle vibrazioni musicali.
Si prospetta dunque una serata dall’elevato carattere emotivo, in cui pubblico e artista potranno guardarsi negli occhi da una distanza ravvicinata, instaurando un rapporto quasi intimo. Una bella occasione per godersi live un musicista che sta vivendo un periodo artisticamente prolifico: merito anche di Brightside, l’album con cui i Lumineers sono tornati a (in)cantare dopo tre anni di silenzio.