Slava Ukraini!Secondo Meloni la resistenza ucraina è come il Risorgimento italiano

In conferenza stampa a Kyjiv la presidente del Consiglio ha assicurato che il suo governo continuerà a sostenere gli ucraini contro la Russia. Zelenksy duro contro Berlusconi: «Nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle tre di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia»

LaPresse

La resistenza ucraina contro l’invasione russa è come il Risorgimento italiano. Un momento storico in cui è l’azione militare a definire l’identità della nazione. Giorgia Meloni ha scelto la metafora più patriottica possibile per far capire agli italiani e al resto del mondo che il nostro paese continuerà a sostenere militarmente l’Ucraina, fino alla vittoria. Un messaggio forte a chi ha «sottovalutato l’eroica reazione di un popolo disposto a fare tutto ciò che va fatto per difendere la sua libertà, la sua sovranità e la sua identità».

Durante la conferenza stampa congiunta col presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kyjiv la presidente del Consiglio ha confermato  «una pace giusta e duratura non può esserci con una resa dell’Ucraina, una vittoria della Russia non sarebbe pace ma una invasione» e ha assicurato che «l’Italia non intende tentennare e non lo farà. Darà ogni possibile assistenza perché si creino le condizioni di un negoziato, ma fino ad allora darà ogni genere di supporto militare, finanziario, civile. Quando c’è un aggredito tutte le armi sono difensive».

Meloni è rimasta vaga sul possibile invio di aerei da combattimento ed elicotteri, che l’Ucraina chiede da tempo, «è una decisione da prendere con i partner internazionali, ci siamo concentrati su sistemi di difesa antiaerea. La priorità è difendere infrastrutture e cittadini», ma assicura che il sostegno non mancherà, nonostante le dichiarazioni ambigue dei suoi alleati di governo: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: «C’è un programma chiaramente schierato, è sempre stato rispettato da tutti e confido che sarà ancora così. Al di là di alcune dichiarazioni, nei fatti la maggioranza è sempre stata compatta».

Meno diplomatico il presidente Zelensky che ha attaccato il leader di Forza Italia per le sue critiche sulla guerra: «La casa di Berlusconi non è mai stata bombardata, né sono arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle tre di notte per scappare e tutto questo grazie all’amore fraterno della Russia». L’attacco di Zelensky è in realtà un messaggio alla nostra opinione pubblica: «Auguro pace a tutte le famiglie italiane, anche a chi non ci sostiene, ma la nostra è una grande tragedia che va capita. Voglio che vengano qui a vedere con i propri occhi la scia di sangue che hanno lasciato».

Zelensky ha ringraziato Meloni per l’ottenimento di «sistemi di difesa antiaerea importantissimi», e ha affermato di non aver sentito il discorso di Vladimir Putin perché «stavamo pensando a difendere il nostro cielo. In quel momento stavano bombardando Kherson, dove ci sono stati sei morti».

La presidente del Consiglio che in giornata è stata anche in due luoghi simbolo della guerra, Bucha e Irpin, ha annunciato che il governo italiano sta lavorando a una conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina che dovrebbe tenersi ad aprile: «Abbiamo parlato molto del tema della ricostruzione, non solo al termine della guerra, ricostruire ora un palazzo distrutto è un segno di speranza, vuol dire scommettere sull’Ucraina. Qui non è in gioco la teoria o numeri astratti ma la vita e la morte delle persone, è impossibile girarsi dall’altra parte e sarebbe stupido farlo: gli interessi dell’Ucraina coincidono con quelli dell’Europa». 

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