Nature basedLe storia delle panchine circolari progettate dall’incisore di Picasso

Il marchio Tectona nasce negli anni Settanta grazie a Piero Crommelynck, amico e collaboratore del celebre pittore e scultore. Da allora, i due hanno girato giardini e musei grazie soprattutto all’iconica “circle bench”, che abbraccia il tronco degli alberi. Oggi è esposta a Les Tuileries e a villa Medici

courtesy of Tectona Paris

Il parco non è solo un luogo di passaggio: per chi abita nei centri urbani può diventare un vero e proprio rifugio. Sostare in gruppo o da soli, immersi in una riproposizione di contesti naturali, favoriti dal clima più o meno mite della primavera, ma anche dalle giornate umidicce e piovose dell’autunno, sopra un letto di foglie arancioni, è di prassi per i cittadini di ogni età. Tutti ricorderanno A piedi nudi nel parco, dove un giovane Robert Redford, scalzo e ubriaco, confessava il suo amore a Jane Fonda in mezzo al Washington Square Park pietrificato dal freddo invernale. I giardini sono un simbolo che riflette le nostre esistenze frettolose e costipate, perché raccolgono i momenti che da quelle stesse esistenze esulano, di solito i più indimenticabili e preziosi.

Lo sa bene Tectona, che dal 1977 cura, pianifica e progetta il design di tutti i giardini grazie al loro oggetto più rappresentativo: la panchina. Molti di noi vi posano distrattamente lo sguardo, sono abituati a considerarla un arredamento casuale e spontaneo dei crocevia stradali, e invece ben più dei tavolini fuori dai caffè, accoglie e offre ore di contemplazione in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Soprattutto se pensate e progettate secondo l’estetica e le forme degli antichi parchi inglesi, storicamente enormi, città all’interno delle città, mappe dell’alternarsi delle stagioni, ritrovo di corridori mattutini o serali, di coppie a passeggio, di incontri insospettabili.

Circle Bench a Villa Medici, courtesy of Tectona Paris

La storia comincia quando Piero Crommelynck, nato nel 1934 a Milano e figlio del celebre drammaturgo Fernand Crommelynck, nonché amico di Pablo Picasso e incisore di numerose sue stampe, si rese conto dell’eleganza piena di decoro delle panchine britanniche, di cui la Francia sembrava completamente avulsa. Le registrò visivamente durante i suoi viaggi e si pose il compito di realizzarne i colori, la struttura in legno e soprattutto l’atmosfera che sembravano emanare, di completa aderenza con il paesaggio, quasi fossero suoi accessori.

L’idea del marchio che fonderà di lì a poco consiste in un tuffo nel passato, nei dipinti impressionisti o nelle stampe in calce ai libri voluminosi che narravano degli spazi verdi fuori dalle corti o dai palazzi, quando sedersi significava sottrarsi, eludersi dal mondo. Jane Austen e le sorelle Brontë, soprattutto Emily con il suo Cime tempestose, hanno inverato le alture, i venti, le colline della campagna attribuendole significati mistici e attributi quasi umani.

courtesy of Tectona Paris

Ecco perché la cosiddetta “circle bench” o “panchina circolare” è un’idea sorta spontaneamente. L’attuale direttore generale di Tectona Paris Blanche Aloisi-de Crépy spiega: «Le doghe della panca circolare sono tagliate in rotondità nelle assi di legno. Non sono curve. Questo è ciò che garantisce la loro solidità nel tempo perché se fossero piegate, la pioggia e i vincoli esterni le riporterebbero rapidamente alla loro forma originale…». Ricorda con un sorriso anche quando è stata scattata l’iconica foto che ritrae un signore immerso nella lettura con le gambe a penzoloni giù da una panca che percorre la circonferenza di un tronco d’albero: «Era il 2001… non c’era ancora il digitale. È stata una vera sfida logistica trovare l’albero giusto e far salire il nostro lettore». L’idea della seduta circolare negli anni ha abbracciato, letteralmente e metaforicamente, non solo gli alberi, ma anche colonne, pilastri, basi e convogli di qualsiasi tipo, divenendo essa stessa la forma per antonomasia di un brand ed estensione di una modalità inedita di interpretare gli spazi.

Più di quarantacinque anni dopo gli esordi, la panca offre riparo sotto le fronde che pendono dall’alto ai molti visitatori del Louvre, posizionate come sono all’interno dei Jardin des Tuileries adiacenti alla piazza d’ingresso del museo. Dal 2021 sono state installate anche nei meravigliosi giardini rinascimentali di Villa Medici, sede a Roma dell’Académie de France.

Per Tectona è un’arte che confluisce nell’ebanisteria. Sono in legno quasi tutte le loro produzioni, da Glenwood, di cui un esemplare è posto all’esterno del museo Rodin di Parigi, con il suo alto schienale e i braccioli incurvati a Marly, illustrata ne L’arte del falegname, l’opera dell’ebanista settecentesco André Jacob Roubo, testimonianza delle antiche feste francesi che si svolgevano nei parchi al calare della notte, immortalate dal pittore Hubert Robert durante il periodo illuminista. Si ricorre all’oriente nel caso dello schienale intagliato che ricorda il frontone dei templi indù, Lancaster, progettato dall’architetto Edwin Lutyens. Oppure, a geometrie precisissime che riproducono le forme degli oblò, dal nome London.

rielaborazione del concetto dell Circle Bench per la collezione “1800”, courtesy of Tectona Paris

Nel corso degli anni, Tectona ha collaborato con alcuni dei più importanti progettisti della scena francese e internazionale: Ronan ed Erwan Bouroullec, BIG-GAME, Pierre Charpin, Christophe Delcourt. Dalle costruzioni rigorosamente en plein air, si è passati agli interni, in particolare ai musei: quello di Picasso a Parigi, ad esempio, ospita Muse, un modello dove più panche sono assemblate insieme, a due a due, o anche a tre a tre.

Oltre al 1992, quando Andrée Putman disegna una panca per il museo di Arte Contemporanea di Bordeaux (CAPC), per poi migrare al Louvre con la panca Grande Ecuries. Nel 2019 ha aperto un nuovo polo museale a Losanna, e a Tectona è stato affidato un concorso  lanciato dall’ECAL per il quale è stata concepita e realizzata la panca Platform 10.