Gli ucraini starebbero riconsiderando i piani per la controffensiva di primavera, dopo la pubblicazione dei documenti segreti americani sulla guerra. Le rivelazioni delle circa 100 pagine uscite finora pongono un «grave rischio di sicurezza», secondo il Pentagono.
I primi file sembrano tratti da un dossier compilato per il Capo di Stato maggiore del Pentagono usando rapporti di varie agenzie di intelligence, inclusa la Cia. La maggioranza delle informazioni segue le dichiarazioni pubbliche di Washington sulla guerra, ma i leak confermano l’alto livello di coinvolgimento americano nel fornire dati quotidiani sugli obiettivi russi da colpire. E dimostrano come gli Stati Uniti abbiano penetrato l’intelligence di Mosca e suggeriscano quindi le mosse a Kyjiv. In uno dei documenti, ad esempio, si preannuncia la data di un raid contro specifici depositi di droni e altre armi a Odessa e Mykolaiv.
Un documento del Pentagono del 28 febbraio esprime preoccupazione per lo stato della difesa ucraina, in particolare lo «scudo» aereo, dal momento che i missili per i sistemi di era sovietica S-300 e Buk si potrebbero esaurire tra metà aprile e il 3 maggio. Non solo. I documenti dimostrano anche come gli Stati Uniti monitorino le comunicazioni interne di Zelensky e gli altri alleati. In un dispaccio si riportano discussioni interne tra funzionari sud-coreani sulle pressioni americane per inviare artiglieria a Kyjiv in tempo per l’offensiva di primavera.
I documenti trafugati esaminati dal New York Times sono fotografie di fogli, alcuni posizionati su una rivista di caccia. Ma trovare la fonte originale del leak potrebbe essere difficile. L’ipotesi è che arrivino dal dossier J2 prodotto dalla comunità dell’intelligence per gli Stati Maggiori delle forze armate. Qualcuno, probabilmente una talpa interna, lo ha fotografato e messo su vari social come 4Chan, Twitter, Telegram.
Si tratta di file recenti, di appena 40 giorni fa. Ci sono previsioni, per esempio, di dove le difese aeree di Kyjiv potrebbero localizzarsi il mese prossimo.
Ma i timori principali sono due. Uno, che l’intelligence russa possa evincere come gli americani abbiano penetrato l’intelligence di Mosca, e a quali agenzie abbiano accesso, tagliando così le fonti. Due, la fuoriuscita di queste informazioni complica i rapporti con gli alleati e solleva dubbi sulla capacità di Washington di tenere segrete le informazioni.
I rapporti non contengono i piani per la controffensiva che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe ordinare a giorni, ma spiegano come la coalizione sta aiutando l’Ucraina a prepararsi. Il problema degli armamenti è quello più serio. In particolare i documenti denunciano che la contraerea è debole, e se non verrà rinforzata presto corre il rischio di collassare. In più indicano dove andrebbe potenziata, offrendo così suggerimenti sui potenziali obiettivi da colpire. Considerando la netta sproporzione di caccia, bombardieri e missili a favore della Russia, sulla base di queste informazioni Mosca potrebbe cambiare strategia e mobilitare in modo più massiccio l’aviazione, per mettere in ginocchio le difese già provate dei nemici.
La notizia più preoccupante, per le sue possibili implicazioni, è quella dell’abbattimento sfiorato di un aereo spia britannico sopra ai cieli della Crimea. L’episodio è avvenuto il 29 settembre scorso, quando un RC-135 Rivet Joint stava volando vicino le coste della penisola occupata nel 2014 dal Cremlino. Due Su-27 si sono avvicinati alla pericolosa distanza di 15 piedi, pochi metri, e uno di loro ha persino sganciato un missile. Londra è arrivata alla conclusione che il lancio è avvenuto per un errore tecnico, ma l’accaduto dimostra il rischio creato anche da semplici sbagli.
Non solo. I documenti analizzano come il presidente russo Vladimir Putin potrebbe reagire alle difficoltà militari in cui si trova. Rivelano ad esempio che Mosca ha ordinato agli hacker di penetrare la rete del gas canadese. E rivelano anche ciò che il Pentagono pensa della situazione bellica dell’Ucraina: ovvero che sia peggiore di quanto non ammetta il suo governo. E nella migliore delle ipotesi porterà a uno stallo del fronte che durerà tutto l’anno.
Queste rivelazioni, secondo la Cnn, stanno spingendo Kyjiv a rivedere i piani. Non per cancellare l’attacco, ma per adeguarlo alla nuova realtà creata da queste rivelazioni. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha smentito, perché «gli obiettivi strategici sono stabiliti e non cambiano. Quelli tattici invece vengono aggiornati quasi quotidianamente, e i piani per la controffensiva non sono ancora definiti», ha detto.
Pentagono e dipartimento alla Giustizia intanto sono a caccia della talpa per evitare che arrivino altre rivelazioni, ma anche per cercare di capire chi ha trafugato i rapporti e perché.