Sono sei, e sono stati scelti con attenzione nel panorama gastronomico attuale per le loro scelte, ma anche per la loro grande spinta innovatrice nei rispettivi territori. È nata così la serata che chiude la prima giornata del nostro Festival, con tanti chilometri macinati, tante degustazioni fatte e tanti incontri nelle cucine e nelle sale di tutta Italia, alla ricerca di chi rappresentasse al meglio la ventata di novità e fervore che sta animando il settore da qualche anno a questa parte.
Siamo arrivati a loro per passaparola, per contatti diretti, per fama, ma anche un po’ per caso: perché nelle nostre esplorazioni gastronomiche ci lasciamo sedurre dai racconti ma soprattutto ci facciamo guidare dall’istinto che abbiamo sviluppato in anni di lavoro sul campo.
I giovani professionisti che prepareranno per i nostri 100 ospiti la cena di domenica 21 Maggio sono freschi e lievi, coraggiosi e dinamici, e stanno modificando la nostra visione su questo lavoro, così difficile e così in crisi. Loro no, in crisi non sono: e anzi, planano fieri nel mondo della ristorazione e la interpretano con canoni nuovi, e con istinto naturale. Si sono staccati dalle vecchie scuole di pensiero e ne stanno costruendo una nuova: fatta di principi e valori condivisi, di sincero rispetto delle materie prime, di costruzione lenta di una nuova idea solida, concreta, informale e soprattutto durevole nel tempo.
In rigoroso ordine di apparizione (nel menu!), dopo il brindisi con Franciacorta, avremo con noi Michele Antonelli, giovanissimo e attento marchigiano di GastroBi a Villa Musone, Arianna Gatti, nuova interprete della cucina di Forme a Brescia dopo un lunghissimo sodalizio con il due stelle Michelin Philippe Lévéillée, Davide Galbiati, braccio di DaV a Portofino, ristorante nella storica piazzetta animato dalle ricette del tristellato Da Vittorio. Escursione estera con Valerio Serino, che ci porterà un po’ del suo Terra di Copenhagen; e ritorno in patria con la cucina di territorio e gli accostamenti arditi di Silvia Banterle, che sta facendo una rivoluzione silenziosa ma inesorabile nel suo Stilla vicino a Verona. E si chiude con la giovane Silvia dell’Acqua, che scompone per noi e lo fa diventare un piatto, il maritozzo più famoso di Milano, della Pasticceria Gelsomina. In abbinamento a questo menu, hanno deciso di affiancarci i vini di Ceretto e di Gravner, e la mano vibrante del premiatissimo Dom Carella, che preparerà per noi un cocktail by Sanpellegrino, e il caffè di 1895 Coffee Designers by Lavazza.
L’allestimento sarà a cura di Martino Crespi Events, perché anche in occasione della cena vogliamo che il tema del Festival sia visibile: il valore del tempo e il gradiente, il fil rouge grafico che abbiamo usato quest’anno per indicare lo scorrere delle ore nella giornata e il cambio di luce dall’alba alla notte sarà il tema portante della visione della serata. Perché il cambiamento che questi giovani portano nella ristorazione è fatto di giornate intense che si susseguono e che modificano poco alla volta l’universo che abbiamo fin qui vissuto e conosciuto.
A tutti loro siamo grati perché hanno deciso di sostenere la nostra causa, e aiutarci a contribuire alla raccolta fondi per la causa ucraina, che ancora quest’anno ci sente coinvolti. Il ricavato della cena, esclusi i costi, sarà devoluto a questo, che è ancora, purtroppo, un tema caldissimo e dal quale non vogliamo togliere attenzione.
A questo punto, mancate solo voi! Vi aspettiamo nel foyer del Teatro Franco Parenti, con il sostegno dei partner tecnici Ceretto, Gravner, Gelsomina, Davide Longoni e Olio Marchese di Canossa, per una serata che si prospetta magica e coloratissima. Se volete essere con noi, la mail per chiedere informazioni e prenotare il vostro posto alle tavole conviviali è [email protected]