La relazione tra Regno Unito e Germania è da molti definita un’«alleanza silenziosa»: un rapporto non molto studiato e un po’ sottovalutato rispetto alla tradizionale cooperazione tra Regno Unito e Francia e tra Parigi e Berlino. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, i rapporti però hanno preso maggiore abbrivio e si sono intensificati in seguito alla Brexit. Nonostante questa ripresa, i fattori politici, insieme alle diverse percezioni delle minacce geopolitiche e a differenti culture strategiche, finora sono stati insufficienti per approfondire le relazioni in modo concreto.
Il blocco europeo
Ora il partito laburista inglese sta mettendo in chiaro che in caso di vittoria alle prossime elezioni, nei suoi primi sei mesi al potere cercherà di migliorare l’alleanza con la Germania.
Il ministro ombra della Difesa John Healey ha dichiarato che l’accordo potrebbe essere modellato sullo storico trattato di Lancaster House raggiunto da Gran Bretagna e Francia nel 2010. Sarebbe parte di un più ampio progetto laburista volto a riallacciare i rapporti con gli alleati europei.
Pochi giorni fa Healey ha presentato questa proposta a Londra insieme a Nils Schmid, portavoce del gruppo parlamentare per gli affari esteri del Partito socialdemocratico tedesco (Sdp) durante un incontro sul tema. «Gli alleati sono la nostra forza strategica», ha detto Healey. «Questo accordo farà crescere i posti di lavoro nel Regno Unito, rafforzerà la Nato e manterrà la Gran Bretagna al sicuro».
Nelle osservazioni rilasciate prima dell’evento, Schmid ha dichiarato: «Una maggiore cooperazione in materia di sicurezza tra Regno Unito e Germania […] rafforzerebbe il blocco europeo all’interno della Nato e gioverebbe fortemente alla sicurezza». E ha aggiunto: «Vogliamo un accordo ambizioso tra Regno Unito e Germania in materia di difesa, sicurezza e politica estera».
Queste dichiarazioni sono arrivate solo un paio di mesi dopo che Re Carlo ha elogiato la Germania per aver risposto «con decisione» alla guerra in Ucraina e per aver preso «decisioni che sarebbero state inimmaginabili in passato», accennando alla Zeitenwende, la grande inversione di rotta rispetto alla politica di difesa tedesca dal dopoguerra al 2022.
Un patto tra virtuosi
Secondo il Labour, la firma di un accordo con la Germania sarebbe di grande aiuto per contenere l’aggressione russa e Sir Keir Starmer sta esplorando la possibilità di una partnerschaft con Berlino per approfondire i legami: Regno Unito e Germania, d’altronde, sono i due Paesi Nato con la maggiore spesa per la difesa in Europa.
Dopo l’elezione di Olaf Scholz a cancelliere tedesco, il partito laburista ha coltivato i legami con l’Spd, suo gemello a Berlino. Starmer si è recato nella capitale tedesca l’estate scorsa per incontrare Scholz e il cancelliere si è impegnato a sostenere la spesa per la difesa oltre il due per cento del Pil.
Un accordo tra Regno Unito e Germania potrebbe includere una strategia industriale nella difesa per sostenere e far crescere il settore in entrambi i Paesi. Si potrebbe inoltre promuovere la cooperazione in materia di ricerca e sviluppo, tecnologia e approvvigionamento, strutturando allo stesso tempo dei programmi di equipaggiamento che consentano una maggiore interoperabilità tra gli eserciti britannico e tedesco.
I laburisti sperano che il trattato possa vedere una maggiore cooperazione tra le forze armate britanniche e la Bundeswehr tedesca a livello di terra, aria e mare, nel cyber e nello spazio. In una lettera all’Independent del luglio scorso, Healey e Schmid hanno sottolineato il valore di questa collaborazione.
«Lo abbiamo visto con il programma di blindati Boxer per l’esercito britannico, i cui veicoli sono stati costruiti nel Regno Unito e hanno beneficiato dell’esperienza, dei dati e della collaborazione tedesca. Allo stesso modo i jet Tornado ed Eurofighter – frutto della collaborazione – hanno tenuto l’Europa al sicuro. C’è il potenziale per promuovere anche una maggiore sicurezza energetica attraverso progetti eolici offshore e raggiungere i nostri obiettivi in materia di clima e sicurezza», hanno concluso i due.
Mind the gap
Ma c’è un ma. Ci sono una serie di ostacoli a complicare questo progetto, tra cui il gap accumulato negli anni dalla Germania rispetto ai britannici: per Berlino il 2022 è stato l’anno della rinascita a livello geopolitico e confrontarsi con una realtà consolidata come il Regno Unito non è semplice. I due Paesi hanno visioni diverse del mondo, con una percezione differente di «rischio geopolitico», soprattutto in relazione alla relativa «giovinezza» tedesca, se confrontata con l’enorme influenza britannica a livello globale.
La Germania ad esempio non fa parte della Joint Expeditionary Force, partnership difensiva guidata dal Regno Unito che riunisce dieci nazioni dell’Europa settentrionale, tra cui Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Norvegia. I due Paesi sono anche concorrenti nella corsa allo sviluppo del caccia di nuova generazione: Londra si è associata a Giappone e Italia nel programma Gcap (Global Combat Air Programme), mentre Germania, Francia e Spagna sono partner per sviluppare il Future Air Combat System.
Date le enormi spese coinvolte nella costruzione di caccia avanzati, alcuni esperti si aspettano che i due progetti possano unirsi alla fine ma per il momento sono differenziati.
Now or never
Come sottolinea il rapporto pubblicato dalla Friedrich-Ebert-Stiftung tedesca e dal Royal United Services Institute (Rusi) britannico, ora l’effetto trasformativo della guerra in Ucraina ha reso più attraente, fattibile e necessaria la cooperazione tra Regno Unito e Germania in materia di difesa, sicurezza e politica estera, a beneficio della sicurezza europea; questo periodo è il momento ideale per sviluppare una relazione strutturale. Ora o mai più.
Un’agenda comune dovrebbe essere sviluppata con la sicurezza euro-atlantica al centro e con l’obiettivo principale di contribuire alla creazione di un solido blocco europeo nella Nato. Secondo il report, ora c’è una finestra di opportunità per consolidare la cooperazione in maniera strutturata e pianificata, anziché sull’approccio ad hoc e transazionale che caratterizza l’attuale contesto.
Londra e Berlino hanno un’influenza diplomatica significativa e la cooperazione su qualsiasi iniziativa massimizzerebbe il loro potere. Inoltre, segnalerebbe agli alleati e agli avversari che i due Paesi sono in grado di lavorare insieme a beneficio dell’Europa e di mantenere l’unità di fronte alle sfide future.
Traffico sulla corsia preferenziale
Per ora, però, queste velleità restano solo sulla carta. A Downing Street ci sono ancora i Tories con Rishi Sunak e non è detto che i laburisti trionferanno alle prossime elezioni, nonostante i sondaggi ora li accreditino di un largo vantaggio.
Al momento, la corsia preferenziale con Londra sembra essere occupata da altri Paesi europei, tra cui l’Italia: nei loro incontri, Giorgia Meloni e il premier britannico hanno più volte rimarcato la vicinanza e la collaborazione, frutto di una ricca cooperazione a livello di difesa e di una comune appartenenza ideologica alla famiglia conservatrice.
Anche se, a prescindere dal colore del prossimo governo britannico, una maggiore vicinanza con Berlino sarebbe una win-win per tutte le parti in causa: i singoli Paesi, l’Unione europea e la Nato. Non è escluso che possa accadere: Sunak sta lavorando per rafforzare i legami di Londra con i partner europei e americani, anche se per ora ha preferito concentrarsi su Biden, von der Leyen e Macron.